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20-06-2019, 13:11 | #21 |
Re: Pipì negli angoli di casa aiuto
Amicia, so benissimo cosa significa avere un gatto che marca in casa per anni e anni e anni; il mio Gigio era così, marcatore seriale quotidiano (tranne rarissime eccezioni) per gli 11 anni in cui è vissuto con me; della sua vita precedente non so nulla...tranne che era chiaramente adulto, non castrato e che marcava.
Ovvio che la pipì rovina; ne portano ancora i segni (indelebili) il parquet annerito, la ruggine in un angolo della cucina a gas, le fiancate di alcuni mobili con le strie chiare dei rivoletti di pipì, una porta mezza disintegrata in basso, un divano abbondantemente scolorito...ma in quest'ultimo caso non era il peggio; il peggio erano le sfracellature causate da Cleo, che ci si affilava bellamente le unghie. Ovvio che non è piacevole dover pulire ogni giorno, ovvio che non fa piacere neppure dover evitare accuratamente di mettere un indumento sullo schienale di una sedia, pena l'inevitabile annaffiata o dover buttare un paio di scarpe perché ci era colata dentro la puzzosissima pipì, ovvio che è tutt'altro che piacevole trovarsi il computer annaffiato. Ovvio che era stressante dover sorvegliare che il curiosissimo e socievolissimo Gigio non spisciottasse quando c'erano ospiti...magari contro le gambe dell'ignaro umano o nella borsa incautamente appesa allo schienale della sedia. Non mi era rimasto altro da fare che cercare di limitare i danni, evitando di lasciare in giro le cose che potevano essere irrimediabilmente rovinate. Ovvio anche che ogni tanto mi scappava la pazienza e all'indirizzo di Gigio cacciavo un urlo da fare concorrenza a Tarzan...e altrettanto ovvio era che non serviva a nulla, tranne che a scaricare il mio nervoso. Perché Gigio si comportava così era lampante senza bisogno di scomodare lo strizzacervelli felino: in casa c'erano già due maschi, era una questione di territorialità....e che dovevo fare, visto che lui si rifiutava di stare in altro posto che non fosse la casa? Me lo sono tenuto con la sua (per me) sgradevole abitudine...e con il suo personale disagio causato da una convivenza evidentemente non gradita...e questo mi dispiaceva moltissimo, avrei voluto saperlo sereno e invece... D'altra parte quando ho deciso di adottarlo ero consapevole del rischio, ma l'alternativa era che avrebbe fatto una brutta fine, come gli altri gatti dell'anziana che li accudiva alla meno peggio e che uno dopo l'altro erano morti avvelenati. E che qualcuno adottasse un gatto marcatore seriale era altamente improbabile, così non ho neppure tentato. Speravo (pia illusione nel mio caso) che con la castrazione avrebbe smesso di marcare, ma purtroppo non è stato così. Nonostante tutto gli volevo un gran bene; era un micione così buono, così affettuoso, che quando ripenso a lui che non c'è più mi viene ancora il magone e mi dispiace solo di non essere riuscita ad offrigli una vita più consona alle sue esigenze e di averlo "costretto" ad essere stressato. |
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