Micimiao Forum di discussione per tutti i gattofili e amici degli animali
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19-06-2020, 15:22 | #31 | ||
Re: Pipì e ancora pipì... stesso posto, stessa ora
Quello che è più importante è avere libertà di scelta, quindi se un gatto può entrare ed uscire sceglierà lui cosa fare.
La vita è per tutti pericolosa. Poi c'è la percezione della sicurezza che varia da una specie all'altra: il falco pellegrino si sente sicuro quando scende in picchiata a più di 350 km/h, noi e molte altre specie no il gatto si sente sicuro di notte, noi no il cane si sente sicuro in branco, il gatto no noi ci sentiamo sicuri con la porta chiusa a doppia mandata, noi ragioniamo ancora e giustamente da prede, il gatto no, gioca entrambi i ruoli Quindi in teoria, ed in pratica, non si può applicare lo stesso criterio di sicurezza per ogni specie La vita è fare qualcosa di appropriato alla specie di appartenenza Quote:
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Credo che non importi tanto se uno sta sui social no, ma che sia importante quello che c'è nell'aria, che è fortemente condizionato dai social, dalla pubblicità che sia in radio, in televisione o nei cartelloni pubblicitari e nelle confezioni di ciò che compriamo perché il marketing delle idee sfrutta molto i bias cognitivi (detto in parole povere). Credo che un gatto che non faccia la vita che desidera, attinente alla sua specie, non possa essere un gatto completo, e nella trasformazione dell'animale quale sarebbe a pet qualcosa di importante si perde per strada. Cosa intendi per "razionalità" quando si parla di un'altra specie? Chi sta sui social e chi no, chi fa uscire i gatti e chi no, chi sta più attento e chi meno, chi si fa condizionare e chi no, chi dà medicina tradizionale e chi l'omeopatia, non ha senso. Non è questo il punto. Dobbiamo cercare di capire chi è il gatto, che è molto più difficile. Durante l'odiosa cassa integrazione mi sono iscritta alla pagina fb di un gruppo che ha frequentato la mia stessa scuola di zooantropologia e si occupa per lo più di cani. Fanno delle dirette in cui parlano dei bravi educatori di cani (non addestratori, sono due cose diverse). Hanno trasmesso commentandoli dei video e vi assicuro che mi è caduta la mandibola per lo stupore. Hanno parlato anche di gatti per più di un'ora intervistando una mia docente. Quando ascolto chi ne sa più di me -e sono tanti-, penso sempre: cavolo, quanta strada mi manca per arrivare a quel "sentire" l'altro con me! "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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19-06-2020, 15:54 | #32 |
Re: Pipì e ancora pipì... stesso posto, stessa ora
E di nuovo Aletto concordo in toto.
Nemmeno io sono sui social e non credo nemmeno che il sentire comune rispetto agli animali domestici sia cambiato troppo negli ultimi vent'anni, non tanto, almeno, dal non sfamarli o quasi perché è di topi che devono nutrirsi al considerarli alla stregua di bimbi pelosi. Penso semplicemente che chi amava i gatti vent'anni fa li ama anche ora, con la differenza che il sentire comune è cambiato e i social ne sono veicolo potente. Otto anni fa un veterinario mi disse assolutamente no la gatta fuori casa, potrebbe mangiare lucertole e poi vomitarle e non è una bella cosa. Mai sentito un consiglio simile prima, anzi tutto il contrario. Oggi mi rendo conto di essere fortemente fuori dal coro, ma va bene così, ognuno ha il suo sentire e per quel che riguarda me, per esempio, il gatto non è un membro della famiglia in senso stretto, nel senso, non è una sorta di bambino peloso di cui prendermi cura. È un altro essere con esigenze diverse dalle mie ed è proprio per questo che sono felice di averlo accanto, tra l'altro. Non ho mai avuto con me gatti che non desiderassero uscire, magari che lo chiedevano più o meno di altri, ma certo se un gatto volesse stare unicamente in casa non lo costringerei mai a fare altrimenti. Penso però che sia la libertà di scelta quanto più conta. Motivo per cui se non mi trovassi nelle condizioni di permettere a un gatto di metterla in atto, non ci sarebbero gatti nella mia vita. E questo è quanto, per me. Ma resta una visione personale e mai costringerei, né pretenderei di convincere chicchessia a pensarla come me, ognuno si porta dietro il suo vissuto e il suo modo di pensare e di sentire, ansie comprese. L'importate penso sia essere consapevoli che il benessere passa anche per la sfera psicologica, e nel tuo caso, Leni, trovo tu stia facendo davvero tanto per amore di Nebbia. Quanto a Ciro e Totò, tempo al tempo. Non fasciarti la testa ora e come ha giustamente detto Baba, una cosa per volta. |
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19-06-2020, 16:21 | #33 | |
Re: Pipì e ancora pipì... stesso posto, stessa ora
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Io comunque non la vedo una cosa negativa la considerazione più attenta che si ha ora dei gatti, sono più curati, stiamo attenti alle sue esigenze sia fisiche che psichiche, anche perché è maggiore l'informazione, credo che 20 anno fa anche se uno amava i gatti ci fossero meno consapevolezze, questo in linea generale eh. I miei gatti li considero membri della famiglia, ma ciò non significa che li consideri dei bambolotti, so quali sono le esigenze dei miei gatti e non credo assolutamente che i miei mici che possono uscire solo in giardino siano meno gatti di altri che sono liberi di andare dove vogliono, questo proprio no. Allora se dovessimo considerare l'idea atavica di gatto non dovremmo avere contatti con loro, lasciarli liberi di vivere la loro vita come succedeva prima che l'uomo si avvicinasse a loro, ma la realtà è cambiata, l'ambiente in cui vivono è cambiato e di conseguenza anche il nostro rapporto con loro. Comunque è giusto che ognuno abbia le sue idee ed è un bene che ci siano idee anche molto diverse tra loro, sai che noia se tutti la pensassimo allo stesso modo ? Credo che uno scambio di idee, nel rispetto di quelle altrui, sia sempre costruttivo. Posso farti una domanda? È una curiosità che mi è venuta, se uno dei tuoi gatti mostrasse il desiderio di estendere il proprio territorio e di uscire tu come ti comporteresti? Mi sembra di ricordare che i tuoi vivono solo in casa e sul terrazzo, se non sbaglio. |
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19-06-2020, 16:38 | #34 |
Re: Pipì e ancora pipì... stesso posto, stessa ora
Il discorso è lungo e complesso.
Io vedo i due estremi e non condivido nessuno dei due. - Sicurezza al 100% a tutti i costi, a volte accompagnata da alcuna cura delle esigenze del gatto. Una visione di un gatto che fa dalla poltrona alla ciotola come un gatto sereno quando in realtà è un gatto triste, è un non-gatto. Per me può essere gatto anche in una casa, con una gestione del gatto e degli spazi pensata alle sue esigenze. Molte famiglie non lo fanno, la mia in buona parte non lo fa. - Libertà a tutti i costi, il gatto deve stare in giro, altrimenti non è gatto. A volte è una scusa per non voler gestire al meglio il gatto in casa, prendi e vai, così non mi sciupi le tende e se la pipì e la cacca la fai fuori mi è pure più comodo. Libertà a tutti i costi in contesti in cui è del tutto irresponsabile farlo. In certi contesti non c'è la possibilità di un rischio, anche mortale, che decidi di assumere con consapevolezza, c'è la quasi certezza. Se vivi in una zona in cui frequentemente vedi un gatto morto asfaltato, vicino a un parco in cui periodicamente vengono trovate esche avvelenate, branchi di cani randagi e i gatti morti sbranati non mancano, allora la libertà del gatto per me va gestita in modo diverso. Non si tratta solo di vita e di morte, si tratta anche di morire male. Ritengo che se i due estremi si parlassero di più in modo costruttivo fra di loro, ragionando insieme sul miglior compromesso possibile per il benessere psico-fisico del gatto, tenendo conto del contesto in cui il gatto vive o potrebbe vivere, dentro casa e gli spazi esterni, molti gatti starebbero meglio. |
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19-06-2020, 16:50 | #35 | |
Re: Pipì e ancora pipì... stesso posto, stessa ora
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19-06-2020, 17:57 | #36 | |
Re: Pipì e ancora pipì... stesso posto, stessa ora
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Non siamo il termine di paragone dell’intelligenza animale e non sarebbe rispettoso da parte mia pensarla diversamente, non esalterebbe le qualità intellettive di altre specie. Non so se riesco a spiegarmi. Sì i miei vivono casa e terrazzo h24 365 giorni l’anno. Chiudo per qualche ora quando è troppo caldo, se fa freddo e sono in casa mi metto il piumino e amen. Se nevica chiudo e poi riapro per vedere se vogliono uscire. Per il momento non hanno manifestato desiderio di uscire dalla porta di casa, hanno due ulivi e molte piante sui terrazzi, vivendo accanto ad un parco protetto che sta qui in città ci sono molti volatili che fanno visita per poi andarsene ovviamente, tanto basta per vedere cosa effettivamente attrae i gatti che anche se sembrano sonnecchiare sul divano scattano come saette fuori. Qualche volta riescono a predare e qualche altra no (Buio è quello che qualche altra no, ma ci mette molta passione). L’apertura dell’articolo che scrissi sulle emozioni parlava proprio dell’incontro tra un falco pellegrino, un merlo, un gatto (Volland) ed un umano (io) qui sul terrazzo. Se volessero uscire non mi rimarrebbe che permetterlo. Sotto, nel giardino nostro confinante con gli altri giardini, più che altro incolti spazi di verde ma ricchi di vegetazione, ci sono i gatti del pianoterra, la gatta che partorì in garage con sua figlia ed i gatti liberi che arrivano e vengono regolarmente buttati fuori dai residenti. Avrebbero un bel da fare se volessero uscire! Ammiro molto Leny ed il coraggio che richiede lasciare andare fuori Nebbia "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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19-06-2020, 19:54 | #37 |
Re: Pipì e ancora pipì... stesso posto, stessa ora
Grazie davvero a tutti per il supporto che mi avete dato e per le opinioni che avete condiviso.
Sulla diatriba "libertà o sicurezza" io, un tempo, ero più propensa alla libertà del gatto ma semplicemente perché i miei genitori mi hanno sempre inculcato sin da piccola l'idea che un gatto non può assolutamente vivere dentro casa, che soffre, che è uno spirito libero e indomabile, ma sostanzialmente lo dicevano perché mia madre non voleva dentro casa animali che non stessero in gabbia (in effetti era già tanto se acconsentiva a farmi prendere criceti e uccellini quando ero bambina). Poi ho conosciuto gatti, prevalentemente randagi, che sembravano apprezzare la vita dentro casa e se qualcuno entrava non ne voleva sapere di uscire, ho anche conosciuto persone che tenevano dentro casa i propri gatti, ho letto esperienze di gatti dentro casa sui social e sui forum e così ho cominciato a realizzare che è possibile adottare un gatto senza lasciarlo costantemente fuori. Addirittura grazie a questo forum ho scoperto il concetto di "giardino/ balcone/terrazzo in sicurezza" perché prima non avrei mai immaginato che esistessero recinzioni ad hoc a prova di gatto. Quindi, forse nel mio caso sono davvero stata influenza, come dice Aletto, anche dai social e mi è entrata in testa questa fissazione di voler proteggere il più possibile i miei gatti. Tuttavia, non sono una nazi-gattara totalmente contro le uscite non in sicurezza e penso anche io che ci siano contesti in cui i gatti possano correre meno rischi rispetto ad altri. Probabilmente se vivessi in tangenziale, in mezzo ai cani randagi, in un quartiere di vandali o di avvelenatori seriali non credo proprio farei uscire i miei gatti, ma visto che la mia zona rientra in quelle che per me sono "mediamente sicure" allora faccio questo sforzo cercando di superare le mie paure. Comunque, se volete saperlo, anche oggi l'uscita di Nebbia è andata bene e non l'ho vista allontanarsi molto. È uscita alle 8 del mattino circa ed è rientrata verso le 18, ma comunque si faceva vedere durante la giornata. Ogni volta che torna a casa poi dorme per ore e passa quasi tutta la sera e la notte sdraiata sul divano o su qualche letto. |
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19-06-2020, 20:41 | #38 | |
Re: Pipì e ancora pipì... stesso posto, stessa ora
Quote:
Come stai tu? "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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19-06-2020, 21:33 | #39 | |
Re: Pipì e ancora pipì... stesso posto, stessa ora
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Dentro casa lei mi sembra più serena, o meglio, più stanca. Appena rientra a casa si spiaggia subito sul divano e si fa una lunga dormita e appena ha ricaricato le energie si sveglia, mangia, e dorme di nuovo. Con Ciro e Totò è la solita, a volte li aggredisce, a volte no, ma dato che passa quasi tutto il tempo a dormire quando rientra diciamo che le "aggressioni" per ora si sono ridotte. Quando è fuori casa mi sembra se la cavi abbastanza bene, la vedo passeggiare qua e la nell'orto del vicino, su alcuni muretti che circondano la nostra proprietà, fa avanti e indietro tra terrazzo e giardino oppure si sdraia al sole. Se sì limitasse sempre a stare nei posti in cui solitamente la vedo, sarei molto più tranquilla. Mi preoccupo però quando non la vedo in giro perché non so se possa essere andata in strada o se è semplicemente nascosta tra l'erba alta. Oggi per esempio, in uno dei momenti in cui non la vedevo, mi domandavo dove fosse e alla fine in quel momento era semplicemente sdraiata in un angolino a fissare le tartarughe del vicino. |
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20-06-2020, 09:09 | #40 |
Re: Pipì e ancora pipì... stesso posto, stessa ora
Di notte quella porta è chiusa, immagino!
Se la molla anche in bagno o altrove, non fa altro che ribadire il concetto. Non ricordo cosa dicono le analisi delle urine Trovo molto interessante ed importante il fatto che tu definisca “stanca” Nebbia al suo ritorno a casa stravaccandosi sul divano. Provo a spiegare quello che penso: Nebbia è appagata, è, come dire, sazia dopo la giornata trascorsa fuori casa. Tu infatti la definisci anche "serena" Questo si gioca su due fronti complementari, ossia l’aver espresso le motivazioni si specie ed il conseguente appagamento. La gratificazione è connessa al risultato e l’appagamento nasce dalla sua espressione (risultato ottenuto) Se consideriamo il tutto in termini di entrate ed uscite (emozionali eh!) sono entrate gratificazione ed appagamento, sono uscite stress, impegno, un po’ di fatica emotiva nel mettersi alla prova ecc. Poiché le uscite non si possono azzerare perché la vita ce le mette su piatto d’argento, se priviamo il gatto delle entrate (vale anche per noi), il saldo va in perdita. Se fosse sufficiente eliminare le uscite in termini, per esempio, di affrontare una novità gestibile ma inaspettata, da dove proverrebbero le entrate? Il tutto, il benessere (wellbeing) è quindi ottenuto se c’è equilibrio tra entrate ed uscite e questo equilibrio è dato dall'espressione delle motivazioni di specie. Il gatto è un’animale con una mente molto attiva che chiede di vivere in un ambiente all'altezza del suo bisogno di coinvolgimento, e lo vediamo tutti i giorni. Un disagio motivazionale può aumentare la sensibilità del gatto, portarlo ad esprimere aggressività o, più semplicemente, condannarlo a processi di lenta ma inesorabile involuzione cognitiva. Penso che Nebbia sia sulla buona strada per ottenere questo delicato equilibrio. Klimt si è organizzato da tempo, Ciro e Totò vediamo cosa faranno. Non tagliate l'erba alta!!! E' molto importante per nascondersi giocare e controllare, e per te è una possibilità che stia lì se non la vedi. "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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