Re: Consigli su uscita in giardino
Purtroppo ho dovuto smettere di far uscire il mio gatto, e la cosa mi addolora moltissimo. Abito in collina, fra agrumeti e vigne, e i margini di un bosco di castagni. Sarebbe il posto ideale per far sbizzarrire il mio piccolino, e così ho fatto per i primi mesi della nostra convivenza. Almeno tre volte al mese, lo portavo giù e lo lasciavo libero di andare dove volesse. Piano piano, dal giardinetto/parcheggio sotto la palazzina di due piani in cui abito, ha cominciato a spostarsi verso il bosco, con mio grande piacere, chiedendomi sempre di seguirlo. La prima volta che ci ha messo la zampa, si è rovesciato sulla schiena e mi ha invitato a giocare con lui. Col passare del tempo, ha cominciato a fare in perfetta autonomia giri sempre più lunghi, inoltrandosi nel sottobosco e nei roveti. Insomma, ci ha preso gusto e le sue passeggiate in solitaria si sono allungate oltre le due ore. Lui è un gatto "invalido", ha subito due incidenti entrambi sulla stessa zampa (prima una frattura del femore, poi un secondo colpo all'attaccatura anca/femore) per cui ha ridotte capacitÃ* di movimento in caso di emergenza: per esempio, non riesce ad arrampicarsi sugli alberi. La palazzina in cui abito non offre la possibilitÃ* di garantirgli una via autonoma di entrata e uscita, per cui è necessario che ci sia sempre io nei paraggi per scoraggiare aggressioni dei molti "cani sciolti" che popolano la zona. E non sempre basta: una volta è stato salvato dal tempestivo intervento del simil pincher del mio padrone di casa, che ha impedito a due cani che lo avevano stretto in un angolo di muro di aggredirlo. Per cui ho dovuto rinunciare, a malincuore, all'idea di garantirgli almeno qualche ora di vita da felix silvestris.
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