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No ai maltrattamenti e abbandoni degli animali Dite la vostra sui maltrattamenti e gli abbandoni degli animali.

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Vecchio 05-09-2023, 13:47   #21
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devash
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Predefinito Re: Capretta uccisa a calci durante una festa di compleanno

Perdonare, mai. Se dipendesse da me, io al subumano che ha ucciso Amarena leverei pure la protezione, io non voglio che i miei soldi vengano utilizzati così, e lo lascerei al suo destino. Poi vediamo se gli passa la voglia. Non ha avuto paura, se fosse vero avrebbe sparato in aria e l'orsa si sarebbe allontanata spaventata.
Ai ragazzi assassini, invece, un giretto nella patrie galere non farebbe male. Ma siccome sono figli della Fiuggi bene, non gli succederà niente. E avranno imparato che la violenza, cha a loro evidentemente tanto piace, passa impunita, quindi il prossimo sarà un amichetto sfortunato, un anziano, chiunque per la loro testa di m..... sia un passatempo, perchè qua manca il rispetto per la vita.
Ripeto, perdonare, mai
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Vecchio 05-09-2023, 15:23   #22
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Iska
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Predefinito Re: Capretta uccisa a calci durante una festa di compleanno

Conosco persone che hanno perdonato e hanno riallacciato i rapporti con l'offensore, che fosse il parente piuttosto che l'amico o il vicino di casa.
Sembrano aver riacquistato la perduta serenità.
Tutto a posto, tutto tornato al tempo pre offesa?
Apparentemente sì, realmente no.
Perché anche a distanza di tempo, di molto tempo, parlando con altri salta fuori il ricordo, anche solo un accenno, dell'offesa subita.
Ce ne sono degli illuminanti esempi qui tra alcuni vicini di casa.
E questo mi sembra normale.

Non mi sembra normale il colpo di spugna che cancella il passato, anche se per alcuni sembrerebbe funzionare così, però non so quanto di vero ci sia o se si tratti di più o meno conscia finzione; dovrei essere nella testa altrui, per poter dare una risposta attendibile.

Perciò posso parlare solo per me stessa.
Non dimentico mai le offese.
Quelle intenzionali, ovviamente; non sto lì a dare una botta a ogni mosca.
Se sono rivolte a me posso anche soprassedere, ma dipende da quanto grave ritengo l'offesa.
Di certo da quel momento guarderò quella persona con occhi diversi e mi comporterò di conseguenza.
Ma non è un perdono, è solo una presa di distanza, in sostanza un ignorare l'altro, come se non esistesse, senza scadenza temporale.

Ben diverso è quando vengono colpiti i miei affetti più cari, le persone e gli animali con cui condivido la vita.
Ma anche se vengono colpiti gli animali in genere.
Divento una belva.
Sono impulsiva e se posso rispondo nell'immediatezza ricorrendo al sistema che al momento ritengo più opportuno.
Se non posso o non ci riesco come vorrei, non mi crogiolo in negativi pensieri di rabbia e di vendetta, ma aspetto, nel mentre continuo a vivere la mia vita.
Tanto prima o poi il mio nemico farà un passo falso ed io sarò lì.
E lo guarderò pagare con gli interessi.
Ed è un sottile piacere, che ho già provato, perché si è punito con le sue stesse mani.
Ma il perdono no. Quello mai.


Iska la rossa dagli occhi di luna
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Vecchio 01-11-2023, 14:21   #23
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BobTheCat
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Predefinito Re: Capretta uccisa a calci durante una festa di compleanno

Quote:
Originariamente inviato da Iska Visualizza Messaggio
Per chi non ancora non lo sapesse, ecco cos'è accaduto ad Anagni una notte di fine agosto

https://www.lastampa.it/la-zampa/202...tta-412851189/

Non commento la vicenda perché non riesco a trovare le parole adatte.
Non ho guardato il video e non lo guarderò, fa già troppo male leggere.

Al seguente link l'editoriale oggi reso disponibile anche per i non abbonati:
https://www.lastampa.it/editoriali/l...etta-13025349/

Per chi non riuscisse a vederlo, copioincollo l'articolo in questione.

"Editoriale de "La Stampa" di Caterina Soffici
04 Settembre 2023 alle 01:00

Nessuna scusa per chi uccide una capretta
(ansa)

Non ci sono scusanti. Se fai una cosa grave, poi ne paghi le conseguenze. Nel caso della capretta uccisa a calci per divertimento da un gruppetto di ragazzotti ad Anagni, la questione si carica di ulteriori significati, anche simbolici. Perché oltre all’atto di violenza, un atto grave che verrà perseguito penalmente, i ragazzotti indagati (dodici in tutto, di cui cinque minorenni) hanno postato il video sui loro canali social. Video disturbanti, come sono tutti i video dove si mostra violenza senza alcun segno di empatia verso la vittima. Li hanno diffusi loro i video (e potrebbero essere indagati anche per diffusione impropria del video sui social), non c’era qualcuno che filmava a loro insaputa. Si sono ripresi mentre i compagni incitavano a continuare, mentre ridevano sguaiati e poi li hanno mandati in rete. Volevano vantarsi della loro crudeltà, forse pensavano di suscitare stupore e ammirazione, di ottenere qualche visualizzazione e like in più. Ora si lamentano della gogna pubblica.

Non funziona così. Se la cosa grave la posti sui social, il tuo diritto a chiedere il rispetto della privacy perde efficacia, è limitato dall’atto che hai compiuto, perché sei stato tu il primo a uscire dall’anonimato. La gogna pubblica è una cosa che hai provocato tu.

Tutta Italia sa e ha visto quello che hanno compiuto i ragazzotti di Anagni contro la capretta perché sono stati loro a volerlo. Ora le famiglie e il paese si arroccano in difesa dei gaglioffi, con l’atteggiamento tipico della provincia che non ama finire sotto i riflettori, soprattutto se i gaglioffi sono figli di politici, di funzionari comunali, perfino di un poliziotto. La rete, quella che i ragazzotti hanno usato per diffondere le loro vili gesta, ha reagisce come reagisce la rete, con una violenza che viene dalla pancia. “Subumani”. “Mi fate schifo”. “Nessuna giustificazione, siete assassini”. L’ashtag #fuoriinomi è diventato virale.

Gli attivisti animalisti che hanno manifestato contro di loro, i nomi li hanno fatti. Hanno mostrato i nomi e le foto dei due diciassettenni indagati. Sotto la foto hanno scritto: “Sono l’assassino della capretta ovvero un infame!”. Si può discutere sull’opportunità di rendere pubblica la foto di un minorenne, ma la sostanza rimane: la gogna pubblica se la sono cercata ed è il minimo che ci si possa aspettare in un caso come questo.

Uno dei due ragazzi dice ora: “È una storia che mi fa stare tanto male. Ho paura delle minacce ricevute e delle offese che circolano sul web. La notte non riesco più a dormire più”. È già l’inizio di qualcosa, una prima presa di coscienza di quello che ha compiuto. Si cresce quando si capisce che a una azione corrisponde una reazione, che non possono sempre essere la mammina o il paparino a parare i colpi, anche se ad Anagni qualche genitore si è subito schierato dalla parte dei figli. Sono solo ragazzi. È stata “solo una goliardata”. Una madre ha scritto una lettera per dire che la capretta era già agonizzante, che i calci sono arrivati quando era già morta. Un padre: "Tutti bravi a criticare, ma vedrete che la realtà è ben diversa e presto la conoscerete”. Un altro genitore ha detto di aver interrogato lui il figlio e che è innocente. A quanto pare il caso La Russa jr. non ha insegnato niente. Esiste invece un principio di responsabilità che andrebbe insegnato ai ragazzi e i primi ad applicarlo dovrebbero essere proprio i genitori. A diciotto anni (o giù di lì) non si può essere inconsapevoli. E non puoi non capire che se esponi sui social le tue azioni efferate, la reazione non potrà che essere altrettanto efferata e potrai lamentarti solo con te stesso."


Agli autori materiali, senza distinzione di età anagrafica, a chi assisteva senza far nulla, a chi incitava e si divertiva, agli adulti presenti alla festa, ai genitori che difendono a spada tratta i loro figli, a quei cittadini di Anagni che si sono schierati dalla parte degli assassini, a tutti loro auguro di vero cuore il peggio del peggio nella vita e nella morte.
Che mostri. Lo dico liberamente. Che mostri.



Ah sabbadah!
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