Originariamente inviato da Iska
Quando ho scritto che i miei gatti non hanno restrizioni e sono liberi di andare dove vogliono quando vogliono, ho detto la verità, ma mi rendo conto che potrei aver dato, involontariamente, un'impressione sbagliata, come se qui vigesse una sorta di anarchia, con i gatti padroni indiscussi e gli umani alla stregua di sottoposti senza facoltà di opposizione.
In realtà non è affatto così e porto alcuni esempi.
Mi fa molto piacere che il gatto stia sul tavolo accanto a me mentre pranziamo, ma se fa tanto di grattarsi, non lo lascio fare, non subisco passivamente accettando lo svolazzare di peli, ma lo metto immediatamente a terra, perché non gradisco che il mio pasto sia condito dai suoi pelazzi.
Il gatto tira per terra il maglione di lana che avevo lasciato appeso allo schienale della sedia e ci si accomoda sopra; fa tenerezza vederlo lì che fa la pasta tutto contento, però...però ecco, mi riprendo il maglione, non glielo lascio a disposizione; ci sono tanti altri posti comodi e caldi, ci sono plaid di lana, copertine di pile, compresa la loro preferita, ci sono il letto e il divano.
Se si mette a farsi le unghie sulle mie ciabatte, gliele tolgo di zampa.
Se fa anche solo un accenno a rubarmi il cibo dal piatto, non lo lascio fare.
Hanno il loro bravo tiragraffi, anzi, ne hanno due più un tronchetto e un palo in terrazzo, quindi se li becco a farsi le unghie sulla gamba del tavolo di cucina, mi spiace ma parte l'urlo.
Se il micio di turno entra nell'armadio pensando di schiacciare un pisolino, appena me ne accorgo lo faccio uscire.
Non penso per questo di trattarli male o di stressarli e inibirli impedendo loro di "fare i gatti", è che secondo me gli eccessi non vanno bene, né in una direzione, né in quella opposta, bisogna trovare un equilibrio.
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