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L'allevamento e gli allevatori Per chi vuole conoscere meglio questo mondo felino ancora per molti sconosciuto.

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Vecchio 13-03-2017, 14:09   #91
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SerenaF
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Predefinito Re: alcune riflessioni sparse sui gatti di razza

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Che foto bellissime hai postato SerenaF!!!
l'occhio a cui ti riferisci .... è il bull's eye? Se fosse questo è indesiderabile nei bengal.
Ma non si riferisce alla singola macchia, ma alla disposizione delle macchie sui fianchi, sia nei bengal spotted che nei marbled la forma che assomiglia ad un occhio che sia l'espressione di macchie unite (nei marbled) o che sia l'espressione di un allineamento di spots non è per nulla positiva perché in quanto riconducibile ad un tipo di tabby domestico
No, no, volevo dire le rosette, solo che non mi veniva il termine...

Tra l'altro andando a vedere il bull's eye, che se ho ben capito è questa striatura particolare, in cui sembra quasi ci sia un occhio disegnato sui fianchi del gatto (come qui: https://purrfectcatbreeds.com/wp-con...okoke-cat1.jpg ), mi è venuto da sorridere, perché mi sono imbattuta in una razza di gatti mai sentita prima (non che io sia una grande esperta, ad ogni modo), il Sokoke (che è quello della foto a cui ho messo il link sopra e che trovo molto bello), che non credo c'entri nulla con il Bengal, perché è una razza naturale originaria del Kenya dove forse ci sarà stata un'ibridazione spontanea (insomma in un'area rurale dell'Africa, dove magari ci sono piccoli felini selvatici allo stato brado che si avvicinano ai villaggi umani in cerca di cibo, può capitare che questi si incrocino con le locali popolazioni di gatti, soprattutto i feral che non vivono a stretto contatto con l'uomo). Il motivo per cui sorridevo è che a volte c'è proprio una volontà di distinguersi a tutti i costi negli allevatori: io cerco di ottenere quel particolare motivo o caratteristica che non è comune a nessun altro gatto, oppure- anche se non è questo il caso- prendo una caratteristica che in un'altra razza sarebbe penalizzata e creo una nuova razza in cui tale caratteristica sia proprio l'elemento distintivo (ok, che nella realtà non è così facile, perché credo e voglio sperare che la TICA non accetti qualunque bizzarria gli venga proposta come nuova razza, anche se con il Dwelf un po' ha passato il limite), però secondo me c'è proprio questa neofilia esasperata, che per un verso è segno del crescente interesse che i gatti riscuotono, per l'altro forse ne è una manifestazione deteriore.

Tra l'altro, pure del Sokoke si dice che sia per via del carattere un gatto-cane (come pur del Bengal e del Savannah); ecco la razza non l'avevo mai sentita, ma quella del gatto-cane l'ho sentita eccome! E anche qui mi viene da sorridere: vuoi un gatto dall'aspetto esotico e selvatico, ma vuoi che si comporti come un cane (qualunque cosa questo voglia dire)?

P.s.: sono andata a vedere la varietà charcoal del Bengal: molto suggestiva, anche se personalmente preferisco il mantello normale "dorato" e la varietà snow.

Ultima Modifica di SerenaF; 13-03-2017 at 14:12.
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Vecchio 13-03-2017, 14:51   #92
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Il sokoke è ... anche un po' italiano dato che un giudice italiano ha contribuito a stilarne lo standard. Ho conosciuto un unico allevamento in Norvegia, ma .... non esiste più
diciamo che si è voluto dare un nome a gatti dall'aspetto omogeneo del distretto di sokoke in Kenya, ma come razza non ha molto successo (forse un bene per i piccoli gatti africani )
Il fatto di volersi distinguere è necessario! Non avrebbe altrimenti senso neanche parlare di razze. Per esserci una razza devono esserci delle peculiarità che la contraddistinguono.

Questo è il link alle razze riconosciute TICA e più in basso si trovano quelle in fase di riconoscimento. Non vedo il dwelf http://www.tica.org/find-a-breeder

Il modo di dire gatto/cane mi suona molto svantaggioso per il gatto e poco carino nei confronti del cane e fuorviante per le persone!
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Vecchio 13-03-2017, 15:24   #93
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Quello che mi dispiace è che in FIFe valorizzano troppo la macchia a leopardo a discapito di aspetti meno appariscenti ma secondo me più interessanti
tipo quali? secondo me valorizzano la macchia di leopardo perché all'occhio del neofita, è quello che balza all'occhio.. ovvero che "vende"..
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Vecchio 13-03-2017, 17:42   #94
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però è anche quella più discussa: le rosettone appariscenti e rotonde non sono di derivazione Felis Bengalensis, bensì di altri selvatici. Le rosette di derivazione del felis bengalensis hanno la caratteristica del terzo colore interno, ma si differenziano dal normale gatto spotted sull'allineamento (orizzontale o leggermente diagonale) e dal fatto che non dovrebbero esserci barre verticali.

Le caratteristiche che trovo molto interessanti sono molte, ma in modo particolare amo: il sottocorpo bianco maculato, gli spots sulle zampe, una bella codona cicciotta e maculata, la giusta proporzione testa/corpo dove la testa appare leggermente più piccola, un bel nasone grande e rosso mattone e orecchie arrotondate e occhi notturni (grandi e appena appena sporgenti) poi ce ne sono altre .... un po' più difficili da vedere
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Vecchio 13-03-2017, 18:08   #95
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Ho conosciuto un unico allevamento in Norvegia, ma .... non esiste più
diciamo che si è voluto dare un nome a gatti dall'aspetto omogeneo del distretto di sokoke in Kenya, ma come razza non ha molto successo (forse un bene per i piccoli gatti africani )

Oh, che peccato; provando a smanettare su internet mi dà alcuni siti di allevamenti in Inghilterra e in Svezia, quindi spero che ci sia ancora interesse per l'allevamento di questa razza. Lo spero perché, trattandosi di una razza naturale, credo che in questo caso l'allevamento abbia la funzione, che giudico positivamente, di mantenere la varietà genetica e fenotipica di quella razza/varietà all'interno della specie felina (un po' come lo Skogkatt vichingo che magari si sarebbe estinto e invece è sopravvissuto ai nostri giorni come Norvegese delle Foreste), anche se mi chiedo quanto la selezione non finisca per modificare e magari stravolgere i tratti di quelle che erano in origine razze naturali, in omaggio alle mode e alle tendenze del momento; insomma per farla breve quanto c'è ancora dello Skokgatt nel moderno Norvegese o dei gatti nordamericani nel Maine coon di oggi?


Quote:
Il fatto di volersi distinguere è necessario! Non avrebbe altrimenti senso neanche parlare di razze. Per esserci una razza devono esserci delle peculiarità che la contraddistinguono.
Il problema è quando questa ricerca delle peculiarità diventa volontà sregolata di distinguersi/attirare l'attenzione ad ogni costo, selezionando gatti sempre più "estremi": senza andare a pescare razze rare e di nicchia, ne abbiamo un esempio con il Persiano che è evoluto nell'ultimo secolo in direzione di un'ipertipia sempre più esasperata.

Quote:
Questo è il link alle razze riconosciute TICA e più in basso si trovano quelle in fase di riconoscimento. Non vedo il dwelf http://www.tica.org/find-a-breeder
Non lo vedo neanch'io, ma vedo il Bambino, gatto nudo dal nome quantomai evocativo (mi viene in mente quello che scriveva Alimiao sul fatto che il gatto glabro risveglia l'istinto materno di molte donne perché così nudo e indifeso fa pensare ad un neonato) nato dall'incrocio tra Sphynx e Munchkin. Magari qualcuno avrà pensato che con le orecchie rovesciate era ancora più interessante e più bambinesco.
Vedo inoltre delle cose che mi fanno storcere pesantemente il naso: Maine coon polidattili, gatti con l'alopecia (Donskoi), gatti nudi (Peterbald, Sphynx), gatti selezionati per assomigliare a piccoli lupi mannari (Lykoi): il prossimo passo saranno i gatti fosforescenti o che mutano colore come le lampade a led.

Quote:
Il modo di dire gatto/cane mi suona molto svantaggioso per il gatto e poco carino nei confronti del cane e fuorviante per le persone!
Sì, anche perché rischia di alimentare stereotipi e aspettative irrealistiche sul carattere; già c'è una marea di gente che si fa dei film assurdi sui gatti di strada e li restituisce perché "non veien in braccio/ è in casa da 5 minuti ed è ancora nascosto sotto il mobile/ miagola...", figuriamoci se gli vai a dire che è un gatto-cane.

Ultima Modifica di SerenaF; 13-03-2017 at 18:11.
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Vecchio 13-03-2017, 18:16   #96
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Non lo vedo neanch'io, ma vedo il Bambino, gatto nudo dal nome quantomai evocativo (mi viene in mente quello che scriveva Alimiao sul fatto che il gatto glabro risveglia l'istinto materno di molte donne perché così nudo e indifeso fa pensare ad un neonato) nato dall'incrocio tra Sphynx e Munchkin. Magari qualcuno avrà pensato che con le orecchie rovesciate era ancora più interessante e più bambinesco.
diogatto umanità, datti un contegno!

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Sì, anche perché rischia di alimentare stereotipi e aspettative irrealistiche sul carattere; già c'è una marea di gente che si fa dei film assurdi sui gatti di strada e li restituisce perché "non veien in braccio/ è in casa da 5 minuti ed è ancora nascosto sotto il mobile/ miagola...", figuriamoci se gli vai a dire che è un gatto-cane.
LASCIAMO PERDERE. stamattina mi collego dopo due giorni, e ho ancora i rigurgiti di bile.


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Vecchio 13-03-2017, 19:09   #97
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Ehm, per un lapsus calami alquanto imbarazzante, lo Skogkatt è diventato Skokgatt nel mio intervento precedente ; comunque il domandone era quanto c'è dell'antico Skogkatt nell'odierno Norvegese delle Foreste? A voi l'ardua sentenza.
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Vecchio 14-03-2017, 08:26   #98
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Ieri pomeriggio facevo un paio di riflessioni oziose su come sia cambiato, limitatamente a questo in peggio, il nostro modo di rapportarci al gatto......
Voi mi direte, si va beh, sono due facce della stessa medaglia: che lo si concepisca alla stregua di un paio di scarpe o di una maglia o che lo si umanizzi, in entrambi i casi ci si dimentica o si trascura/si misconosce che il gatto (e il cane) è un specie a sé con una propria identità e proprie esigenze e prerogative, però mi colpiva il fatto che questa de-gattizzazione (non saprei come chiamarla altrimenti) abbia imboccato due strade così divergenti.
Voi cosa ne dite?
Dico da tempo che la preposizione "da", da affezione, da compagnia porta a queste derive patetiche nel senso etimologico della parola: c'è sofferenza da parte dell'umano, una patologia che per pregiudizi culturali, ma non solo, si fa fatica a riconoscere su se stessi. Perché se ho l'influenza mi curo ma se soffro da tempo di una patologia che non si esprime a livello fisiologico non mi curo? perché non so di soffrirne . Uniamo a questo l'antropomorfizzazione che direi, quasi necessariamente ne deriva, e la frittata è fatta
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Io sono vecchia .... per me i cani sono cani e i gatti sono gatti e le persone sono persone
i gatti vivono davvero una doppia vita: il gatto gatto tipo Romeo er gatto del colosseo e l'animaletto venerato (a volte creato su misura a seconda del momento) che subisce lo pseudoammmore dei proprietari che spesso e volentieri (come del resto fanno anche nei confronti dei figli veri) li riempiono di oggetti e leccornie senza capire che quello di cui hanno bisogno è presenza, affetto e rispetto
Sono d'accordo anche su questo
https://www.google.it/imgres?imgurl=...act=mrc&uact=8

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Quindi alla fine chi davvero decide il fenotipo? L'umano credo, come sempre......
Già

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Il sokoke.....
diciamo che si è voluto dare un nome a gatti dall'aspetto omogeneo del distretto di sokoke in Kenya, ma come razza non ha molto successo (forse un bene per i piccoli gatti africani )..... Il modo di dire gatto/cane mi suona molto svantaggioso per il gatto e poco carino nei confronti del cane e fuorviante per le persone!
D'accordo anche su questo


Poi vorrei aggiungere una mia considerazione: salvaguardare dall'estinzione le razze antiche, mantenere tassonomicamente una razza che non può più interagire in natura è inutile. Sarebbe un po' come mantenere la foca monaca in enormi acquari marini, o cercare di mantenere in vita il diavolo della Tasmania che si sta estinguendo a causa di un tumore. E' una visione antropocentrica, priva di visione evolutiva, che vedrebbe di fossili viventi in bacheche protette dall'intervento esterno, come il mio Volland. Aver mantenuto una razza non vuol dire averla salvata

Il bufalo africano è stato a rischio estinzione a causa della peste bovina (o roba del genere, ora non ricordo), ne erano rimasti pochissimi individui che si sono salvati perché hanno formato anticorpi che li hanno resi immuni e la razza è sopravvissuta miracolosamente ed ora ha raggiunto e superato il n di individui precedente all'epidemia. Questi sono i disegni della natura sui quali non possiamo metter bocca


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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Vecchio 14-03-2017, 09:08   #99
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Poi vorrei aggiungere una mia considerazione: salvaguardare dall'estinzione le razze antiche, mantenere tassonomicamente una razza che non può più interagire in natura è inutile. Sarebbe un po' come mantenere la foca monaca in enormi acquari marini, o cercare di mantenere in vita il diavolo della Tasmania che si sta estinguendo a causa di un tumore. E' una visione antropocentrica, priva di visione evolutiva, che vedrebbe di fossili viventi in bacheche protette dall'intervento esterno, come il mio Volland. Aver mantenuto una razza non vuol dire averla salvata

Il bufalo africano è stato a rischio estinzione a causa della peste bovina (o roba del genere, ora non ricordo), ne erano rimasti pochissimi individui che si sono salvati perché hanno formato anticorpi che li hanno resi immuni e la razza è sopravvissuta miracolosamente ed ora ha raggiunto e superato il n di individui precedente all'epidemia. Questi sono i disegni della natura sui quali non possiamo metter bocca
Grazie Aletto per aver spiegato molto bene quello che è anche il mio pensiero: ovvero che il gatto selezionato dalla natura per vivere in un determinato contesto è lì che deve stare. Farlo diventare "razza" equivale ad impossessarsi di caratteristiche gradevoli che l'uomo volgerà al proprio piacere estetico ... snaturandolo
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Vecchio 14-03-2017, 09:17   #100
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Poi vorrei aggiungere una mia considerazione: salvaguardare dall'estinzione le razze antiche, mantenere tassonomicamente una razza che non può più interagire in natura è inutile. Sarebbe un po' come mantenere la foca monaca in enormi acquari marini, o cercare di mantenere in vita il diavolo della Tasmania che si sta estinguendo a causa di un tumore. E' una visione antropocentrica, priva di visione evolutiva, che vedrebbe di fossili viventi in bacheche protette dall'intervento esterno, come il mio Volland. Aver mantenuto una razza non vuol dire averla salvata

Il bufalo africano è stato a rischio estinzione a causa della peste bovina (o roba del genere, ora non ricordo), ne erano rimasti pochissimi individui che si sono salvati perché hanno formato anticorpi che li hanno resi immuni e la razza è sopravvissuta miracolosamente ed ora ha raggiunto e superato il n di individui precedente all'epidemia. Questi sono i disegni della natura sui quali non possiamo metter bocca
sono totalmente d'accordo. se il problema è la distruzione degli habitat da parte nostra, o lo sterminio, ha senso agire... sui nostri comportamenti. altrimenti, lasciamo in pace gli animali!


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