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Il Resto degli Animali Piccoli e grandi problemi che riguardano roditori, uccelli, rettili ecc. salute, alimentazione, riproduzione

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Vecchio 15-05-2018, 15:10   #11
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linguadigatto
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Predefinito Re: Ape regina e la sua corte

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Ps: Non violento nel senso che produce miele, dice lui, senza sovra-sfruttare le api.
questo è possibile, per carità. qualche anno fa ho seguito a bibiana il corso di un apicultore che usava metodi molto soft, e ad esempio salvo sconvolgimenti climatici importanti non dà mai sciroppo perchè lascia sempre che le api svernino col proprio miele, e mette un melario di raccolta solo dopo che tutto il melario interno viene riempito, le sposta solo di notte (sembra pazzesco ma c'è chi le tiene chiuse anche uno o più giorni per seguire le fioriture). però il controllo della riproduzione, l'impossibilità a sciamare, la ridotta aggressività sono tratti selezionati dall'uomo che hanno finito per mettere in pericolo le api. è vero che la varroa non è autoctona, ma certi meccanismi di difesa che le api hanno sono inibiti dall'apicoltura. si è visto che ci sono api selvatiche che sciamano e costruiscono colonie distanti l'una dall'alta e convivono con la varroa senza subire sostanziali cali demografici (ma siccome sono commercialmente inutili, chissenefrega, a noi serve l'ape domestica da miele e solo quella ci interessa tutelare perchè è produttiva e facile da gestire). vespe e calabroni attaccano e mangiano le api, e fanno enormi danni, e le api non si difendono più efficacemente perchè sono state selezionate per innumerevoli generazioni per essere meno aggressive. malattie e parassiti si diffondono a velocità impressionante perchè i nidi sono tutti vicini, tutti orientati nella stessa direzione, e naturalmente perchè se dovessi fare 200 metri in un bosco per passare da un nido all'altro non sarebbe conveniente. tutto questo accade per consentirci di mangiare qualcosa (e guadagnare su qualcosa) che sarà anche buono e pieno di belle virtù, ma non è affatto necessario per la nostra sussistenza.

tra parentesi, magari lo avete già visto, vi consiglio questo documentario che è parecchio interessante https://www.youtube.com/watch?v=PJE3HWc__mM

io spero davvero che le api riescano a sopravvivere a questo periodo nero, ma non sarà grazie all'apicoltura che al momento può al massimo consentire ad una specie non più adatta a vivere in questo ambiente di sopravvivere stentatamente, senza evolversi.

scusate se magari il tono è un po' da vespa, ma sono moooolto di fretta e scrivo di getto


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Vecchio 15-05-2018, 15:26   #12
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devash
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Ma beata te, io adoro le api e il miele! Magari potessi avere un'arnia anche io, ma in città è impossibile....
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Vecchio 15-05-2018, 15:30   #13
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babaferu
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Predefinito Re: Ape regina e la sua corte

Si Lingua il senso e' quello in piu' non le sposta x seguire le fioriture (era Quitadamo, x caso?).
A noi piu' che il miele interessa l'osservazione e l'impollinazione, anche se non ti nascondo che speriamo di assaggiare il miele.

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Ma beata te, io adoro le api e il miele! Magari potessi avere un'arnia anche io, ma in città è impossibile....
devash noi siamo quasi in centro, a torino c'e' un'associazione di apicoltori urbani!
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Vecchio 15-05-2018, 17:19   #14
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Malinka
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Predefinito Re: Ape regina e la sua corte

Noi non abbiamo mai fatto nomadismo, cioè non abbiamo mai spostato le api per seguire le fioriture e produrre particolari tipi di miele o semplicemente produrne di più.
Il territorio dove vivevamo era più che sufficiente per i nostri 13 alveari, per i 20 di una nostra amica e per gli altri 8, 4, 12 di colleghi apicoltori del paese; poi nei paesi limitrofi c'erano altri apicoltori, e così via, però sempre piccoli e nessun nomadista.
Certo che quando si comincia a parlare di centinaia o migliaia di alveari, allora è quasi gioco forza ricorrere al nomadismo, perché le risorse del territorio non possono soddisfare la "fame" di milioni di api concentrate in un territorio limitato.
Purtroppo questi spostamenti sono una delle maggiori cause di diffusione di patologie e parassitosi, secondo me più ancora dell'esserci qualche decina di alveari stanziali vicini.

Non abbiamo mai fatto ricorso alla nutrizione artificiale con sciroppo, candito e surrogati del polline, lasciavamo sempre scorte di miele più che sufficienti, tant'è vero che a primavera, quando c'era il primo raccolto, avevano ancora nel nido scorte di miele della stagione passata e non abbiamo mai neppure messo le trappole raccogli polline, l'abbiamo sempre lasciato tutto alle api.

Certo Lingua, le api non riescono a difendersi difendersi da vespe e calabroni, ma quelli autoctoni non hanno mai fatto grossi danni, invece quelli che stanno decimando gli alveari in alcune zone europee e anche in Italia provengono dal sudest asiatico e sono le specie velutina e mandarina; sono state introdotte accidentalmente dall'uomo e da noi purtroppo non hanno nemici naturali e le nostre api non le conoscono, non conoscono le loro strategie, e non sanno difendersi.

Ovvio che l'uomo ha selezionato ceppi di api che avessero caratteristiche di docilità, di produttività, di tasso riproduttivo, di resistenza in determinate condizioni ambientali; è logico che l'abbia fatto, vorrai mica che cercasse di selezionare le più impestate e meno produttive, ti pare?

Però non basterebbero 200 metri di distanza fra gli alverai e neppure orientare le porticine di volo in diverse direzioni, per scongiurare il pericolo di malattie e parassitosi; le api si accorgono subito se ci sono loro consimili nelle vicinanze, e 200 e più metri per questi insetti sono ben poca cosa, più o meno niente.
Una delle principali modalità di trasmissione di patologie dipende da una consuetudine delle api, che non è stata creata o incentivata dall'uomo, ma è una loro caratteristica congenita: la propensione al saccheggio; in questo sono esattamente come gli umani; immaginatevi un po' il "Sacco di Roma" del 1527 ad opera dei Lanzichenecchi e immaginatelo in chiave apistica...
Quando anche una sola ape si accorge che c'è nei dintorni una famiglia debole (ci sono le api esploratrici), va a informare la propria comunità e le api partono all'assalto, combattendo con una ferocia che non ha niente da invidiare a quella umana, per rubare le scorte alimentari altrui; dopo il saccheggio restano solo favi distrutti, svuotati di ogni più piccola goccia di miele, cadaverini e api che si contorcono negli ultimi spasmi della morte.
Una sola volta ho visto dal vero un saccheggio, nell'apiario di un collega; è abbastanza impressionante.

E' vero che come dici tu, Linguadigatto, il miele non è necessario alla nostra sussistenza, però le api lo sono, eccome se lo sono!
Se mancassero gli apicoltori, mancherebbero presto le api; questi insetti pronubi sono quelli che provvedono all'impollinazione di frutta e altri vegetali indispensabili per la soddisfare la nostra fame umana.
L'impollinazione viene fatta anche da altri insetti o dal vento, ma quello delle api è di gran lunga il maggior contributo in assoluto.
L'allevamento delle api è stata una delle prime forme e insieme ad altri fattori ha contribuito allo sviluppo della razza umana, non tanto per il miele, ma proprio per l'opera di impollinazione, che ha consentito un grande sviluppo dell'agricoltura.

Se mancasse l'opera di impollinazione delle api, ti sei mai chiesta cosa mangerebbero gli umani? E soprattutto cosa mangereste voi vegani, visto che la vostra alimentazione si basa unicamente sui vegetali? Prevalentemente sassi, a quel punto...

Einstein disse che se dovessero mancare le api, l'uomo avrebbe davanti a se ancora solo 4 anni di vita sul nostro pianeta.
Se le api riusciranno a sopravvivere, sarà proprio anche, e soprattutto, grazie all'impegno degli apicoltori!

@hannyca: per clippaggio intendo proprio la spuntatura delle ali della regina.
La regina sente quello che possiamo sentire noi tagliando le unghie; certo non sarà più in grado di volare come un'ape con le ali a posto, però non è necessario fare come un apicoltore che conoscevo, che gliele ranzava quasi a zero; basta una spuntatina e volerà ugualmente, ma non riuscirà ad andare lontano e l'apicoltore non rischierà di perdere lo sciame.
Noi lo facevamo, anzi ero io l'addetta, non toccavo neppure la regina, lo facevo mentre camminava sul favo.
Per noi era utile quando c'erano periodi di piogge prolungate e non si riusciva a controllare
assiduamente la costruzione delle celle reali, visto che quella che sciama è la regina vecchia, quando capitava si fermava su qualche cespuglio o alberello nelle vicinanze e così non perdevamo lo sciame.
Certo se non si riesce a togliere tutte le celle reali (qualcuna può tranquillamente sfuggire in mezzo a quella mare a di insetti e inoltre le api sono abilissime a nasconderle alla vista dell'apicoltore, mettendocisi sopra) nascerà qualche regina di troppo e l'alveare potrà ugualmente sciamare.
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Vecchio 15-05-2018, 18:45   #15
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Si Lingua il senso e' quello in piu' non le sposta x seguire le fioriture (era Quitadamo, x caso?).
non ricordo il nome ma era un giovane uomo camerounense (o senegalese? la memoria non mi aiuta), che faceva l'apicoltore in africa con metodi completamente diversi, e poi è venuto in italia a studiare apicoltura e al momento dell'intervento seguiva un bel po di arnie.


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Vecchio 15-05-2018, 18:47   #16
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non ricordo il nome ma era un giovane uomo camerounense (o senegalese? la memoria non mi aiuta), che faceva l'apicoltore in africa con metodi completamente diversi, e poi è venuto in italia a studiare apicoltura e al momento dell'intervento seguiva un bel po di arnie.
Wow sara' stato molto interessante! no il nostro e' autoctono!
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Vecchio 15-05-2018, 18:49   #17
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Wow sara' stato molto interessante! no il nostro e' autoctono!
si e in generale tutto il bibiana fest era stato interessante, noi ci eravamo iscritti per informarci meglio sull'apicoltura perchè pur da vegani mi interessa molto capire i vari metodi ecc.

@malinka ti devo risp domani perchè sono di corrsa d nuovo


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Vecchio 15-05-2018, 19:28   #18
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@babaferu io sono proprio in pieno centro storico, in un palazzo del seicento con molte altre famiglie. Non ho terrazzo, solo un balconcino e finestre. Non penso che mi farebbero tenere un'arnia, anche se non ho trovato regolamenti specifici per la città.
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Vecchio 15-05-2018, 19:40   #19
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@babaferu io sono proprio in pieno centro storico, in un palazzo del seicento con molte altre famiglie. Non ho terrazzo, solo un balconcino e finestre. Non penso che mi farebbero tenere un'arnia, anche se non ho trovato regolamenti specifici per la città.
No in effetti serve un cortile o un terrazzo e una certa distanza (se non sbaglio 10m) dai vicini, o altre precauzioni (noi metteremo un recinto di 2 mt con rampicanti x farle volare subito verso l'alto e non planare ad altezza uomo).
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Vecchio 15-05-2018, 21:56   #20
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Non avevo mai preso in considerazione questa dicitura di non violento. Direi che tendenzialmente è quello che facciamo noi. Seguiamo i loro cicli naturali, a fine stagione lasciamo le scorte ma se la stagione invernale è particolarmente rigida e lunga un po' di candito lo diamo.
Facciamo 3 raccolte l'anno se il tempo accompagna. Una è l'acacia adesso; poi scegliamo delle belle famiglie (non più di 10 su circa 80 che ne abbiamo) e le portiamo in montagna per il millefiori di montagna. Quelle che rimangono in apiario raccolgono la melata (che potremmo definire l'unico miele di origine non vegetale ma animale dato che le api raccolgono una sostanza zuccherina che è già stata sintetizzata da un altro insetto e depositata sulle piante; la risintetizzano e ne fanno un miele.
Quelle che rientrano dalla montagna normalmente vengono lasciate tranquille. Le lascianostre farsi scorta per l'inverno.
I melari li mettiamo solo quando hanno già i nodi pieni e vanno naturalmente a cercarsi altro spazio e anche i secondi melari vengono messi solo quando il primo è pieno.
Qui intorno ci sono un po' di apicoltori: alcuni sono dei cani, altri usano tecniche vecchie e altri sono capaci. Diciamo che molto ti dice dell'apiario il livello di aggressività delle api.
Ne conosciamo uno che ha un apiario tremendo. Le api vengono a metri di distanza a morderti.
Io personalmente non riesco ad andare in apiario per le visite (lavoro in laboratorio più che altro) per una paura atavica che ho, ma oggi ad esempio sono andata a controllare un'arnie che pareva volesse sciamare. Ero a 20 cm dall'arnia e al massimo avevo la guardiana che mi gironzolava intorno ma con il viavai che c'era erano tranquillissime
hannyca non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
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