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Vecchio 09-10-2023, 20:45   #11
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

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Originariamente inviato da Riri Visualizza Messaggio
Appena ho visto la discussione ho pensato subito a quel libro. Me lo consigliava un'amica tempo fa, prima o poi lo leggerò. (...) Perdonatemi, tendo a partire per la tangente in questi casi. Deformazione professionale
Il Forum sarebbe insipido senza le tue meravigliose fughe per la tangente.
Che spesso si rivelano fondamentali punti di partenza per discussioni molto serie o coinvolgenti. Per scambi veri.
Roba che di solito succede nei rapporti "veri", cioè nella vita reale, materiale.

Per cui, coltiva scrupolosamente le tue "deformazioni professionali", e combatti ferocemente ogni tentativo di normalizzazione, di riduzione al banale ordine "naturale" delle cose.

Non sai quanto mi fa piacere rileggerti, e con una certa continuità, dopo tanto tempo.
Pronto a seguire le tue "divagazioni fondamentali" fino all'inferno (andata e ritorno).
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Vecchio 09-10-2023, 21:47   #12
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

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Originariamente inviato da Aletto Visualizza Messaggio
(...). L’uomo poi, parliamo dei casini che fa questa specie alla quale apparteniamo.
Già, parliamone.
Ma, stavolta, brevemente, e con un link ad una precedente discussione.
La situazione dell'Australia, sotto questo punto di vista (la capacità degli umani di perpetrare disastri epocali) mi pare il perfetto caso da scuola:

https://micimiao.net/forum/showthread.php?t=127473
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Vecchio 10-10-2023, 09:47   #13
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

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Originariamente inviato da leucio Visualizza Messaggio
Il Forum sarebbe insipido senza le tue meravigliose fughe per la tangente.
Che spesso si rivelano fondamentali punti di partenza per discussioni molto serie o coinvolgenti. Per scambi veri.
Roba che di solito succede nei rapporti "veri", cioè nella vita reale, materiale.

Per cui, coltiva scrupolosamente le tue "deformazioni professionali", e combatti ferocemente ogni tentativo di normalizzazione, di riduzione al banale ordine "naturale" delle cose.

Non sai quanto mi fa piacere rileggerti, e con una certa continuità, dopo tanto tempo.
Pronto a seguire le tue "divagazioni fondamentali" fino all'inferno (andata e ritorno).
E vabbè, tu però vuoi farmi piangere
Non so quanto il mio contributo sia utile al forum, specie a fronte di interventi decisamente più corposi di altri utenti, te compreso. Ma è anche grazie al tuo affetto travolgente e disinteressato se in quest'ultimo anno ho trovato qui un rifugio e intendo restare. Dovrei aggiornare pure quella certa altra discussione, ma è 'na fatica... lo farò, giuro. Ops, divagazione, di nuovo.
Venendo a noi, ti ringrazio anche per aver linkato la discussione su felixer, non avevo idea di questo nuovo orrore che però, ahimè, non stupisce.
L'uomo è abilissimo a fare danni enormi, salvo poi farne di ancora più grandi nel tentativo di rimediare ignorando di star agendo in un sistema vivo e più grande di lui, un sistema che mette in campo risorse e meccanismi di sopravvivenza. Meccanismi che funzionano, anche se non vanno nella direzione che l'uomo vorrebbe vedere.
Venendo alla completa sparizione dei gatti, immagino si creerebbe la catastrofe ambientale così chiaramente immaginata da Aletto. Devo però ammettere che a volte, sarà il tono catastrofico dilagante a riguardo, non posso non pormi domande sul ruolo del gatto rispetto alla sparizione di uccelli e roditori. Mi chiedo se davvero i gatti domestici, così nutriti e spesso costretti a una vita esclusivamente casalinga, abbiano un ruolo così rilevante. Immagino soluzioni al problema, nessuna a mio avviso di qualche utilità.
E non certo la sparizione completa e totale dei gatti dal mondo. Ma nemmeno la loro reclusione o il controllo incontrollato (passatemi il termine) delle nascite.
P.S.: grazie alla discussione su felixer ho avuto modo di apprezzare la splendida reinterpretazione del sempre attualissimo brano di Tacito. Il mio cuore di classicista ha tremato. Grazie, Leucio.
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Vecchio 10-10-2023, 16:14   #14
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

Non vorrei avere fatto, involontariamente, del "terrorismo psicologico" linkando lo studio sulle predazioni dei gatti domestici che godono di molte ore di libertà di movimento, senza aver poi segnalato qualche elemento utile ad una comprensione più corretta del problema.
Innanzitutto, dallo studio emerge che su 207 specie predate dai gatti monitorati nel corso della ricerca, solo tre o quattro sono riportate nei vari elenchi di animali a rischio (variabile) di estinzione.
Una quantità più che accettabile, che conferma il ruolo importantissimo che i gatti giocano nel mantenere un equilibrio sostenibile nella popolazione faunistica dei nostri territori.
Che renderebbe problematica la loro sostituzione, provocando nel breve e medio periodo la catastrofe ambientale che paventavate tu e Aletto.
Ma ragionando con l'occhio lungo dello storico, e considerando che i tempi dei processi di madre natura sono differenti e più dilatati rispetto al breve respiro delle nostre vite e dei nostri sguardi, individuavo nelle volpi la specie predatoria che avrebbe potuto avvantaggiarsi (ed espandersi) nel tempo della "scomparsa dei gatti" grazie ad una dieta quasi sovrapponibile. Almeno nelle aree rurali.

Del resto, che il gatto sia un predatore efficientissimo lo suggerisce la sua natura di "carnivoro obbligato", che assume la maggior parte dei liquidi di cui ha bisogno direttamente dalla carne delle sue prede, che ha l'apparato digerente strutturato per non assumere agevolmente altro che proteine animali, e che, infine, non è in grado di trasformare le proteine di origine vegetale in proteine animali, come facciamo noi, gli orsi, i cani, etc. .
Se non fosse così straordinariamente abile ed efficace nella caccia, il gatto non sarebbe mai riuscito ad attraversare millenni di storia per giungere fino a noi.

Nelle conclusioni, lo studio si limita a suggerimenti di mitigazione dell'attività predatoria dei gatti, invocando il senso di responsabilità dei loro "padroni".
Fornisce consigli sulla limitazione degli orari di libera uscita, specialmente nelle stagioni calde, in cui le prede dei gatti generalmente attraversano le loro fasi riproduttive.
Io penso che la prima forma di precauzione sia usare buon senso e prudenza.
Prima di lasciare ad Averno la possibilità di vagare libero per il bosco di castagni che abbraccia la casa che abitiamo, avevo condotto una personalissima indagine sulle specie animali che popolano quel bosco intervistando i vecchi abitanti del vicinato. Lo avevo fatto in "chiave difensiva", per verificare che non ci fossero animali pericolosi per lui. Se lo dovessi fare oggi, starei anche attento a verificare la presenza in zona di possibili prede "a rischio estinzione".
Che comunque non ci sono (per fortuna).

@ Riri

Nella mia infinita cattiveria, voglio farti piangere anche oggi.
Sempre dalla formazione del mio buon amico (e compagno nostro) Daniele Sepe, una rivisitazione di un Carmina Burana del 1200:

https://youtu.be/A3_ZGGQtxBA?feature=shared

E, per darti il colpo di grazia, un pezzo in sanscrito che spopolava nelle classifiche (inglesi e non solo) di una ventina di anni fa:

https://youtu.be/cSEnlomikHs?feature=shared

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Vecchio 10-10-2023, 16:39   #15
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Riri
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

Mitigare l'attività predatoria... facile a dirsi, ma nel pratico come si dovrebbe fare senza privare il gatto di una delle sue importanti motivazioni di specie e preservando, di contro, quelle specie che invece sono a rischio?
Per parte mia non faccio assolutamente niente, visto che Amelie non è esattamente una cacciatrice. Ma quando ho convissuto con gatti cacciatori (Kalé una volta riportò a casa un enorme biacco che aveva combattuto strenuamente, prova ne erano i ciuffi di pelo che stringeva in bocca anche dopo la morte) non ho mai agito a contrasto di quella che, secondo me, è né più né meno che la loro natura felina.
Forse, però, avere contezza quanto meno del territorio in cui si vive e della fauna che lo abita sarebbe necessario. E qui però si sta perdendo il focus sui gatti che spariscono dal mondo, ma ormai è chiaro che sarebbe un gran danno, per l'ambiente, per l'uomo e per i nostri cuori.
P.S.: @leucio il Carmina Burana ha rallegrato una giornata altrimenti uggiosa, e l'altro pezzo lo ignoravo totalmente. Quindi grazie, di nuovo.òl
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Vecchio 10-10-2023, 17:41   #16
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Aletto
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

Ma che discorso è mitigare una motivazione di specie? è maltrattamento bello e buono.
Allora proviamo a mitigare le nostre: accudire, esplorare, costruire oggetti, migrare ecc e poi vediamo che succede.
Nessun predatore è infallibile, nemmeno l’uomo con un’arma lo è. E l’uomo non è predatore ma cacciatore, al massimo può considerarsi una probabile preda e questo dalla notte dei tempi.
Ma quale terrorismo psicologico! Basta sapere un paio di cose perché ciò non avvenga.

peraltro copio e incollo un articolo con la ricerca del veterinario Alan Beck nel quale è citata anche Sonia Campa:

“Prospettiva solo apparentemente apocalittica, considerando che specie come il gatto delle sabbie o quello selvatico sono in via d’estinzione e che, in Paesi come il Belgio, presto anche quelli di razza europea scompariranno, avendo il governo promesso di sterilizzare entro il 2016 tutti i gatti presenti sul territorio nazionale.
E come sarebbe, allora, un mondo senza gatti? Stando ai dati raccolti da Beck, di gran lunga peggiore di quello in cui viviamo oggi. Infestato da topi e piccoli rettili, soprattutto nelle aree metropolitane. “I gatti sono fondamentali nel tenere sotto controllo la proliferazione di questi animali invasivi – spiega lo studioso – e possiamo dire che sì, gli uomini danno da mangiare ai gatti ma, senza di loro, non avrebbero loro stessi di che sfamarsi”.
Un mondo privo dei “pets” che amiamo coccolare sarebbe dunque certamente più ricco di roditori e malattie, “e più povero dal punto di vista umano – aggiunge Sonia Campa, consulente per il comportamento felino – perché i gatti, con la loro capacità di affezionarsi senza diventare dipendenti, ci fanno sentire amati, ed è dimostrato che stare in loro compagnia aumenta la nostra autostima”.

L’etologa sottolinea che, a dispetto di queste conclusioni, il ruolo del gatto viene purtroppo spesso demonizzato, presentando il felino come un cacciatore che invece che aiutare danneggia, facendo incetta di uccellini e mettendo in alcuni casi i bastoni fra le ruote ai cacciatori.

“La gente non sa – precisa la Campa – che i volatili non sono le prede preferite dei gatti. Loro prediligono topi, rettili, talpe. Animali infestanti e dannosi per l’uomo. Basta sapere questo per capire quanto il gatto sia utile per la nostra sopravvivenza. Per non parlare della sua funzione “terapeutica” a livello psicologico”.
Secondo uno studio pubblicato su Clinical & Experimental Allergy, stare a contatto con un gatto rafforza i bambini nel primo anno di vita contro le allergie, e secondo una ricerca uscita sul Journal of Personality and Social Psychology averne uno in casa aiuta a condurre una vita più felice e sana, perché i proprietari tendono a essere più estroversi e hanno meno paura di avvicinarsi ad altre persone.
Uno studio condotto nel 1997 in Gran Bretagna ha inoltre dimostrato che nel giro di appena sei mesi un gatto domestico uccide circa 9 animali fra topi, uccellini, serpenti e rane, il che significa che i circa 9 milioni di gatti presenti nel Regno Unito uccidono qualcosa come 200 milioni di animaletti selvatici l’anno. Senza considerare le prede “occulte”, che cioè non vengono consegnate al padrone come trofeo ma abbandonate chissà dove o divorate sul momento.
Un altro studio condotto in Nuova Zelanda nel 1979 ha poi riscontrato che, in una piccola isola dalla quale i gatti erano scomparsi completamente, il numero dei topi era quadruplicato nel giro di pochi anni. Una conseguenza, quella dell’aumento dei roditori, che generalmente produce effetti devastanti dal punto di vista ecologico. Uno fra tutti – osservato proprio nell’isoletta neozelandese – la diminuzione degli uccelli, le cui uova sono un pasto ghiottissimo per ratti e topolini (in questo caso, sull’isola, ad avere la peggio furono i gabbiani).
Se dunque i circa 220 milioni di gatti domestici viventi di colpo sparissero, cigni, anatre e gabbiani capitolerebbero a ruota, e probabilmente al loro posto aumenterebbero i predatori che, come il gatto, si nutrono di piccoli roditori, tipo volpi e lupi. Un mondo senza gatti sarebbe dunque un luogo inquietante, in cui i topi spadroneggiano inseguiti da grossi carnivori selvatici. Teniamoci dunque stretto quel felino sornione che ronfa sul divano: la sua apparente indolenza ci salverà.
7 febbraio 2012”


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
Aletto non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 10-10-2023, 18:04   #17
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

Per questo mi ponevo la domanda, perché a mio parere non c'è modo che non sia maltrattante. Mi vengono in mente i frustrantissimi, e pericolosi, campanellini.
Detto questo, penso invierò l'articolo a chiunque mi faccia sentire colpevole di contribuire alla distruzione del pianeta perché convivo con una gatta libera di uscire e predare a piacimento. E non sto parlando di poche persone. Decisamente, senza gatti avremmo un mondo a dir poco inquietante.
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Vecchio 10-10-2023, 19:05   #18
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

Devo fare pubblica ammenda per non aver notato subito la falla logica implicita nel "suggerimento" che gli autori dello studio che ho linkato lasciano a chiusura del loro lavoro.
Mi sono lasciato "infinocchiare" dal rutilante carosello di titoli e dal tono, indubbiamente serio e inappuntabile, del citato documento.
E' folle pensare di castrare le motivazioni di specie di un qualsiasi animale.
Quando sbaglio, per stile di vita ed antico costume, lo riconosco.

Eppure, per esperienza di letture e di vita, avevo tutti gli elementi per stigmatizzare anch'io quest'aspetto poco convincente della ricerca.
Questo è l'aspetto che più mi infastidisce della cosa.

Il punto, con il quale bisognerà comunque fare i conti, è che questo atteggiamento, di limitare o coartare le motivazioni di specie, va prendendo sempre più piede nella legislazione di molti Paesi, sulla scorta, magari, di studi anche meno accurati di quello che ho citato io.

Il punto di partenza credo sia l'inclusione del gatto fra le 100 specie "aliene" più invasive e diffuse indicate dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
Una struttura che evidentemente gode di un prestigio e di un'autorità morale tali da uniformare alle sue scelte i comportamenti di parte del mondo accademico e dei decisori politici.

L'inserimento del gatto fra le specie aliene invasive operato di recente dall'Accademia delle Scienze polacca non credo resterà una pura petizione di principio.
Prima o poi seguiranno leggi, disposizioni amministrative e quant'altro che tradurranno in atti e provvedimenti concreti questa "indicazione scientifica" tanto autorevole quanto insensata.

Non conosco la genesi dei provvedimenti adottati in alcune città tedesche, in cui si vieta l'uscita libera dei gatti dalle case in determinate fasce orarie, o li si condanna all'ergastolo fra le quattro mura domestiche, che a quanto ho letto su Kodami, nasce dalla necessità di proteggere gli uccelli, stando alle dichiarazioni dei legislatori locali.
Ma non credo siano troppo diverse da quelle belghe o polacche.

Insomma, spirano venti sfavorevoli per i nostri gatti, e bisogna solo sperare che sia una tempesta passeggera.

Sempre nell'attesa di vedere a quali conclusioni approderà, in Italia, il dibattito parlamentare, ancora in corso a livello di commissioni, sulla riforma della legge del 1991 sugli "animali d'affezione".
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Vecchio 10-10-2023, 19:40   #19
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

Tutto questo polverone perché non se la possono prendere con le zanzare.
Scherzo ma fino a un certo punto.
Ampliamo l’osservazione:
Il WWF dice “ Diverse specie di animali e piante, per fuggire al riscaldamento del pianeta stanno spostando i loro areali di distribuzione verso maggiori latitudini o altitudini. Succede per l’84% delle specie che vivono in ambienti aridi, come testimoniano alcuni studi.
Ma per le specie d’alta quota non esistono vie di fuga.
La riduzione dei ghiacciai e dei periodi di innevamento su tutto il pianeta sta minacciando molte specie alpine sulle montagne di tutto il mondo. In queste aree di criosfera vivono 67 mammiferi terrestri, 35 marini e 21.000 di altre specie di animali, piante e funghi. Dal leopardo delle nevi in Tibet al pinguino di Adelia in Antartide, dall’orso polare in Artico all’arvicola delle nevi, dal krill antartico, fondamentale primo anello della catena alimentare, ai trichechi, che vedono assottigliarsi sempre più il ghiaccio marino artico, a specie vegetali simbolo delle montagna come la stella alpina e l’abete bianco, simbolo natalizio. Emblematico il caso delle balene beluga, conosciutissime dal grande pubblico per il film “Palla di neve”: l’aumento delle temperature dell’Oceano Artico sta facilitando l’ingresso delle orche nelle acque frequentate dai beluga, esponendo questo indifeso mammifero marino agli attacchi del predatore.
“Il WWF sta seguendo gli orsi polari con i radio collari per studiarne comportamento e impostare su basi scientifiche le azioni di conservazione – ha detto Isabella Pratesi, direttore del Programma di Conservazione del WWF….”
E c’è chi pensa ai gatti, mah


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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Vecchio 10-10-2023, 22:48   #20
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

Il gatto non può difendersi dalle accuse che gli vengono mosse e dunque è il capro espiatorio perfetto per distogliere l'attenzione dal vero e unico colpevole di ciò di cui viene accusato il povero felino: l'essere umano.

Le misure messe in atto in Australia, in Germania a Walldorf, in Svizzera a Berna nel quartiere residenziale di Fröschmatt, a protezione delle specie selvatiche, soprattutto avifauna, sono demenziali.

Per proteggere alcune specie di piccola fauna a rischio di estinzione si legifera, di fatto impedendo al gatto di esprimere le sue motivazioni di specie, pena multe salatissime ai limiti dell'incredibile, come i cinquantamila euro per il proprietario del micio che ferisce o uccide l'allodola crestata, decretate a Walldorf.

E nel nostro Paese, notoriamente esterofilo, c'è chi va dietro a quegli imbecilli pronendo la reclusione o quanto meno...il campanellino al collo del gatto.

Forse questi cervelloni ignorano che al giorno d'oggi i gatti di famiglia vengono anche troppo abbondantemente nutriti dai loro proprietari, al contrario di quanto avveniva in un passato non molto lontano, quando ricevevano sì e no qualche avanzo della tavola, ma la loro principale fonte alimentare erano soprattutto topi e uccelletti.

Invece di incolpare i gatti, perché non prendono in considerazione l'impatto sulla fauna selvatica delle pratiche dell'agricoltura intensiva, della distruzione degli habitat naturali, della cementificazione delle sponde dei corsi d'acqua e addirittura della copertura dei medesimi per poter costruire sopra o realizzare nuove strade?
E l'impatto della caccia, vogliamo prenderlo in considerazione?
E i cassonetti strabordanti immondizia che adornano le strade di molte città non attirano forse predatori come i gabbiani e i topi, che integrano con la piccola fauna selvatica che capita loro a tiro?

Ci sono troppi interessi in questo sporco gioco e allora è più facile puntare il dito questa volta contro il gatto, la prossima contro qualche altro essere impossibilitato a scagionarsi dalle accuse che gli vengono mosse.

I miei gatti non escono, ma quand'anche decidessi di dar loro questa possibilità, non prenderei nessunissima misura a salvaguardia delle loro potenziali prede.
Come ho già scritto in un'altra discussione in riferimento a Iska, mi dispiace per il passero che ha predato, ma sono contenta per lei che ha semplicemente espresso le sue motivazioni di specie.


Iska la rossa dagli occhi di luna
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