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Alimentazione Domande e consigli riguardo tutto ciò che i nostri a-mici mangiano o dovrebbero mangiare

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Vecchio 06-02-2018, 11:20   #11
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gli scarti possono essere piume becchi zoccoli, o possono essere fegati, trachee, cuori, e muscolo poco pregiato per i tagli umani (perchè più duro, o sono tagli piccoli, o è carne piena di tendini e nervetti). se vedi gli ingredienti di un animonda o mac's, vedrai che di quello si tratta: carne di muscolo e frattaglie di qualità normale, ma non tagli per uso umano. anzi, animonda ha spesso mammelle, quindi useranno quasi certamente vacche da latte a fine carriera (diciamo 2 o 3 anni di vita?). tutto cibo buono per un gatto, e per cui non è necessario allevare un vitello appositamente.


Anna Leo Ludo Tesla Sestosenso Conrad-Cispi ... Sharon Bender Trippy Romeo, Buscemino e Biri sotto il salice, Rourki sotto la quercia
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Vecchio 06-02-2018, 11:29   #12
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Sì, c'è distinzione tra sottoprodotti e coprodotti appunto ma soprattutto ci sono tanti pezzi di carne che vengono lavorati ma poi si sceglie di inserirli nella catena del pet food, anche semplicemente perché non sono bei tagli da inserire nel mercato ad uso umano. Ma non è carne putrefatta, piena di parassiti o chissà cosa. Certo che se nella latta del gatto ci voglio trovare il filetto, il controfiletto e la coscia di pollo bella polposa devo chiedermi poi come mai compro Animonda a 2€ al kg e non a 20€.
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Vecchio 06-02-2018, 11:40   #13
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Certo che se nella latta del gatto ci voglio trovare il filetto, il controfiletto e la coscia di pollo bella polposa devo chiedermi poi come mai compro Animonda a 2€ al kg e non a 20€.
tra l'altro anche a livello di gusto mi chiedo che differenza ci sia tra un filetto e un altro taglio non pregiato se lo fai strabollito e inscatolato. comunque io ci vedo spesso delle grosse vene nelle parti di muscolo di animonda, saranno tagli scartati anche per quello, nessuno vuole vedere una vena grossa come un mignolo nella bistecca.


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Vecchio 06-02-2018, 11:40   #14
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In effetti controllando gli ingredienti di Animonda (che io personalmente non ho mai usato... ma a questo punto mi state invogliando a provare) vedo che usano più "frattaglie/tagli a uso non umano" rispetto ad esempio a Catzfinefood... io uso già MAC's, è uno dei pilastri dell'alimentazione della mia micia...

Personalmente trovo che sia molto più facile fare scelte ecologiche per la dieta di noi umani che per i mici. Io cerco di non mangiare carne, di privilegiare i prodotti a km zero e con poco imballo (recentemente ha aperto vicino casa un negozio zero imballaggio, dove si possono comprare tantissime cose alla spina, dal detersivo ai cereali ai biscotti...), non compro pesci come salmone, gamberetti o altri come tonno ecc...

Per i mici invece faccio fatica, avendo un micio che fa la barf sono costretta a comprare carne a consumo umano, e non solo frattaglie (la dieta cruda solo frattaglie sarebbe altamente sbilanciata).. purtroppo non conosco nessun macellaio che potrebbe darmi scarti di carne... magari potrei attivarmi e fare una ricerca (anche se non so nemmeno se me li venderebbero, con le leggi che ci sono oggi magari anche loro sono costretti a buttare la roba per paura che poi qualcuno li denunci... come mi avevano già detto quando cercavo la trippa verde).
Poi per Wasabi uso l'umido completo in bustine, anche lì una scelta molto poco ecologica, sia perché proviene dalla Germania sia perché probabilmente se usassi scatolette da 200g produrrei meno spazzatura, ma dandone poca, la bustina è molto più pratica...

Infine per quel poco di secco che do come snack, utilizzo Orijen o Acana (che peraltro tendevo a scegliere al gusto pesce, pensando "almeno mangia un po' di pesce, visto che il resto è tutto carne"... beh, almeno dicono che sia pesca sostenibile.. chissà se è vero poi).

Insomma per quanto riguarda i gatti, ecologicamente mi sento un mezzo disastro. Mea culpa, mea culpa...
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Vecchio 06-02-2018, 11:42   #15
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Altra riflessione: quindi, dal punto di vista ecologico, i complementari sono molto peggio dei completi, no? essendo tutti filetti (o almeno così dicono) cotti al vapore, e niente frattaglie?
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Vecchio 06-02-2018, 11:53   #16
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secondo me sembra più facile per noi umani, ma se scavi un po' ti trovi in un labirinto senza fine. che giro del mondo ha fatto la soia ed il mais che finisce nei mangimi dei polli, delle galline, dei vitelli? da quale terra è stato importato, con che concimi è stato coltivato, e con che pesticidi, e sono stati rispettati i lavoratori e l'ambiente? impossibile rintracciare queste informazioni per i consumatori. e questo è un po' un esempio che vale per tutto, tranne che per cibi non lavorati e prodotti direttamente da persone di fiducia. io ultimamente mi sono spaventata a vedere la quantità terrificante di acqua necessaria a coltivare il riso, e boh mi trovo al supermercato col riso in mano e non riesco più a metterlo nel carrello.


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Vecchio 06-02-2018, 12:09   #17
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Altra riflessione: quindi, dal punto di vista ecologico, i complementari sono molto peggio dei completi, no? essendo tutti filetti (o almeno così dicono) cotti al vapore, e niente frattaglie?
Sì, io ho smesso di comprare Cosma perché avevo dispiacere a dare quella carne ai mici. Tonno, caviale, sardine, filetto di pollo...Stanno bene col cibo completo, se proprio voglio dare un vizietto allora compro io qualcosa di carne al supermercato, anche se lo faccio poco perché io stessa ne consumo pochissima.
Almeno Schesir usa il tonnetto che pare sia meno sfruttato del tonno, ma è una cosa che ho letto senza approfondire quindi vai a sapere.
Sto vedendo tanti documentari sullo spreco del cibo e sul nostro stile di vita non sostenibile e almeno nel mio piccolo voglio partecipare per invertire la rotta.
La carne non riesco ad eliminarla del tutto perché un poco la uso, vedi tortellini, guanciale e pancetta. Il pesce non lo compro, ho solo i bastoncini di pesce perché li mangia mio fratello ogni tanto.
Cerco di informarmi se le varie aziende di cui consumo i prodotti aderiscano a quel principio di responsabilità sociale che non si capisce perché debba essere ancora volontario quando arrivati a questo punto dovrebbe essere il minimo richiesto per produrre qualsiasi cosa, soprattutto quando parliamo di industria alimentare.
Però come dice bene Lingua, bisognerebbe farsi tante domande per acquisire una vera e propria coscienza di consumatore sostenibile, chiamiamolo così, e non è facile perché non conosciamo per ogni prodotto la corrispondente catena di produzione.
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Vecchio 06-02-2018, 12:43   #18
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secondo questo comunicato (con pochi dati e ancor meno fonti) il formato bustina è più sostenibile http://www.greenstyle.it/almo-nature...ale-43085.html

effettivamente due bustine da 100g vuote pesano meno di una lattina da 200g, ma il materiale è altrettanto riciclabile? o è meno riciclabile ma la sua produzione è più ecologica? solo domande...


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Vecchio 06-02-2018, 17:59   #19
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Cavolo...Malinka, non immaginavo minimamente quei danni ambientali allevando i salmoni..
quindi quella sarebbe la norma, in tutti i paesi?
Il 70% della produzione di salmone è fatto da Norvegia, Cile e un paio di altri Paesi nordici di cui mi sfugge il nome.
Più o meno il sistema di allevamento è il medesimo; dal 2013 una quindicina di allevamenti hanno fatto un accordo per arrivare a produre in modo sostenibile entro il 2010, ma per ora...
Inoltre leggevo che l'acquacoltura non potrà mai essere completamente sostenibile, perché per produrre 1 kg di salmone nella migliore delle ipotesi è necessario fornire circa 1,3 kg di malimento, il quale è composto prevalentemente da pesci che vengono pescati per diventare mangime; il salmone, così come altri pesci comunemente allevati (spigole, orate) sono carnivori, quindi dovrebbero nutrirsi di fauna acquatica.
In tal modo però si depaupera ulteriormente il mare, sottraendo preziose risorse alimentari al pesce selvatico.
Hanno provato a utilizzare una notevole quota di prodotti vegetali per preparare i mangimi, in modo da abbatere i costi e l'utilizzo di pescato selvatico, ma le carni dei pesci così alimentati prendono una tinta giallastra che al consumatore non piace.

L'alternativa sarebbe indirizzare i consumatori verso pesci facilmente allevabili ed erbivori, che hanno una crescita rapida, tipicamente la tilapia e il pangasio...ma sono pesci che sanno di poco o niente, non per nulla li infilano in tante preparazioni di pesce, tipo i bastoncini.

Quote:
Io introdurrei sgravi fiscali anche notevoli per chi usa confezioni totalmente riciclabili (e usandole credo si potrebbe fare ugualmente un package accattivante ), usando magari anche il vetro. Alla fine le bocce di vetro si usano per il nostro "scatolame", e non deve costare neanche tanto se i prodotti sottovuoto degli ortaggi a volte si trovano a prezzi molto bassi, tipo 40 o 50 centesimi.
Confezionare il pet food nel vetro non mi sembra molto fattibile, per diversi motivi.
Intanto un conto è comperare il barattolo di conserve per uso umano, non se ne mangiano ogni giorno e diverse volte al giorno; invece il gatto mangia più volte durante la giornata e pensare di acquistare nel vetro avrebbe un peso veramente eccessivo (nel senso letterale del termine) soprattutto per chi ha più di un gatto.

Ho provato a immaginare i miei acquisti tipo su ZP; oggi per esempio il corriere mi ha consegnato 36 lattine da 400 grammi, peso del pacco circa 18 kh...ma se fossero stati tutti vasetti di vetro?
Senza poi contare il pessimo trattamento che il corriere riserva alle merci; arrivano pacchi schiacciati o semilacerati...

Poi c'è sempre il rischio di frammenti di vetro nei vasetti; di frequente vengono ririrati dal mercato interi lotti di alimenti in vetro, (anche oggi una conserva di pomodoro) proprio a causa del rinvenimento di schegge nella confezione; non vorrei mai che i miei gatti rischiassero di ingoiare schegge di vetro, che sarebbe difficilissimo individuare.

E naturalmente il vetro costa più della banda metallica usata per le lattine, il che si tradurrebbe in una aumento del costo al consumatore, e molti non potrebbero permetterselo.

Quote:
Poi sì, pesca sostenibile ( ma come facciamo a fidarci delle etichette? ci sono controlli realmente seri?) e imparare il più possibile a usare prodotti freschi, specie per chi ha molti gatti alla fine si risparmia anche parecchio a parità di qualità.
Ci si dovrebbe organizzare, certo, un single che lavora e deve farsi tutto da sè non ha voglia di impiegare il tempo libero a tagliuzzare carne e nervetti, e non lo biasimo. Con Puffola dando solo umido certe volte la cucina sembrava una sala da autopsie e certe volte a pulire facevo le ore piccole..
Uno dei nuovi lavori del futuro, spero, sarà "il preparatore di barf"
Il problema del preparare da sè il cibo esiste anche se uno ha voglia di impegnarsi.
Mi piacerebbe nutrire con la barf i miei mici, la volontà l'avrei di sicuro...ma purtroppo è una scelta che non posso permettermi economicamente, con quel che costa la carne oggi potrei farlo se avessi un solo gatto...forse forse due...ma non ne sono certa.
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Vecchio 06-02-2018, 20:30   #20
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Malinka
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Predefinito Re: Sostenibilità ambientale del pet food

Quando un produttore dichiara di utilizzare carne per alimentazione umana o che si rifornisce presso allevatori selezionati per fornire carni di qualità per uso umano, non si intende certo che ci sono allevamenti particolari destinati al pet food, ma piuttosto che le carni provengono da allevamenti controllati e hanno superato i controlli sanitari previsti per essere dichiarati umanamente commestibili.

Non mettono di certo il filetto di vitello o il roastbeef nelle scatolette, ovvio che ci vanno quelle parti non gradite alla maggioranza degli umani, ma che non vengono utilizzate per esempio carni stantie o pink slime.
Non dimentichiamo che in qualsiasi allevamento c'è una quota di animali malati, ce ne sono che muoiono prima della macellazione, ce ne sono che non ottengono il via libera al consumo umano perché presentano "difetti" apprezzabili visivamente oppure perché gli animali sono stati sfruttati per anni e le loro carni sarebbero tigliose e sgradite agli umani.

Tutti questi animali "scartati" non vengono certo mandati tutti e sempre all'inceneritore, nonostante spesso dovrebbero esserlo.
Veterinari e organi di controllo compiacenti e collusi ce ne sono sotto ogni cielo; lo smaltimento ha un costo notevole, il riciclaggio illecito tramite il pet food consente invece lauti guadagni e per assurdo permette ai produttori disonesti di inserire in etichetta ai primi posti la carne e i derivati.
Non oso pensare cosa entri nella composizione del pet food o dei semilavorati importati da certi Paesi, dove la legislazione in materia di sicurezza alimentare umana è poco più di un optional...

Tornando alla sostenibilità, oggi non esiste nessun tipo di allevamento completamente sostenibile e non potrà mai esistere.
Questo non tanto per mancanza di buona volontà nel perseguire questo fine, ma semplicemente perché il nostro pianeta è ampiamente sovrapopolato, noi umani siamo in troppi e per giunta abbiamo le case "piene" di pet e anche loro devono giustamente mangiare e visto che non si vive di aria...
Aggiungiamoci l'ingordigia umana che specialmente nei Paesi occidentali ed oramai anche in parte in quelli cosiddetti "emergenti" fa sì che si mangi in maniera quantitativamente vergognosa e altrettanto vergognosamente si sprechi il cibo.
Quanto allo spreco, da ricerche è emerso che la quota maggiore di ciò che finisce in discarica (circa il 75%) non è imputabile ai produttori o ai negozianti, bensì ai consumatori, che acquistano molto più del necessario, non mangiano più ciò che è avanzato dal pasto precedente, lasciano gli alimenti a deteriorarsi nel frigo e infine gettare tutto allegramente in pattumiera.
Ci vorrebbe un po' di carestaia per far comprendere il valore del cibo e ridimensionare la presunzione umana, poi forse si potrebbe arrivare a una parvenza di sostenibilità.
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