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Alimentazione Domande e consigli riguardo tutto ciò che i nostri a-mici mangiano o dovrebbero mangiare

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Vecchio 11-11-2016, 22:07   #21
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Predefinito Re: commenti, dubbi, domande, in merito all'approccio del nutrizionista dott. Bettio

Ecco qualche risposta alle domande di oggi!
In generale: ciò che ho scritto della visita integra ovviamente anche i miei commenti e le mie semplificazioni ad uso forum per rendere più sintetici passaggi (la visita è durata più di un’ora).

Per Serena

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Originariamente inviato da SerenaF Visualizza Messaggio
Tra l'altro, a conferma (?) della visione tradizionale, leggevo l'altro giorno di uno studio che è stato condotto in alcuni zoo tedeschi su un campione di grandi felini (tigri, leoni, leopardi, pantere, puma, ghepardi... di età compresa tra 6 mesi e 22 anni, quindi dai cuccioli ai senior) deceduti naturalmente o sottoposti ad eutanasia a causa di malattie preesistenti (comunque, nessun animale è stato sacrificato soltanto ai fini dello studio, quindi direi che dal punto di vista etico siamo a posto) e hanno constatato come in alcuni di questi ci fossero lesioni renali e urinarie, oltre a patologie ossee, ecc... (l'unica patologia che significativamente non era presente era il diabete).Ora, mi viene da chiedermi, ma cosa mangiano gli animali negli zoo? So di un santuario per ghepardi in Sudafrica che dà ai suoi animali le crocchette Iams (povere bestie...), ma normalmente negli zoo non vengono alimentati con carcasse di animali ovviamente crude?
Secondo me uno studio che prenda in considerazione le malattie dei grandi felini rinchiusi negli zoo è uno studio di per sé totalmente inattendibile. Lo zoo e' la malattia. Sono condizioni di vita terribili per felini nati per correre e cacciare per chilometri e costretti a passeggiare avanti indietro in una gabbia, peraltro in un clima diverso da quello per cui sono nati. Cambia tutto, quale beneficio apporta un’alimentazione ancorché corretta su animali che soffrono 24 ore al giorno? E peraltro, gli studi analizzano anche la qualità della carne? Perché le migliori bistecche vanno dagli chef, ai felini daranno bistecche di bovini imbottiti di steroidi che costano qualche euro al chilo, non certo carne scelta e garantita. Gli studi tenevano conto anche delle centinaia di sostanze di chissa’ quale origine che siringano ai felini dello zoo per tenerli buoni e poco aggressivi? Sono animali che si limitano a sopravvivere in condizioni invivibili...Un umano in gabbia tutta la vita quali malattie svilupperebbe anche mangiando sano? Il problema della medicina moderna, compresa quindi quella veterinaria, è che ragiona in modo medievale, a compartimenti stagni. Hai il raffreddore, prendi l’aspirina. Ma non si interessa di stabilire le cause. In vero tutte le scienze moderne ragionano così.La biologia di un essere vivente invece non funziona a compartimenti stagni.Ogni sintomatologia è il risultato di uno squilibrio globale: se soffre una parte, soffrono tutte. E’ come nella matematica, se cambi una sola variabile, cambia il risultato dell’intera equazione. L’equazione in questione è la biologia dell’essere vivente, non la malattia in se, ed è proprio qui che la medicina moderna fallisce. Non si possono portare ad esempio gli esami di animali costretti a vivere in uno zoo, perché a causa delle condizioni di vita in cui sono forzati a vivere tutte le variabili saranno sempre e comunque sballate e quindi anche il risultato.


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Originariamente inviato da SerenaF Visualizza Messaggio
Volevo anche chiederti, perché non mi è chiaro (perdonami! ): cos'ha detto a proposito della relazione fosforo-IRC? E' dell'avviso che un eccesso di fosforo (o una sua non restrizione) porti ad un peggioramento della malattia renale o non ha stabilito una correlazione stretta?
Purtroppo mi rendo conto di non aver approfondito questa parte, sara’ una delle domande che faro’ a Dicembre, ricordo di avergli detto che non me la sentivo di dare le pappe renal perché avevo letto che recenti studi dimostravano che le proteine non si devono togliere al gatto, ma che il problema sono il fosforo etc. Lui ha annuito, quindi forse è una mezza risposta?? Poi comunque la dieta mi sembra fatta di carni con poco fosforo, ed il pesce che ne è pieno mi viene detto di darlo solo 1 volta la settimana.



x Alimiao:

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Originariamente inviato da alimiao Visualizza Messaggio
Domande per Georgia:
1. ti ha anche prescritto una cura omeopatica da affiancare alla dieta?
2. in pratica per il tuo gatto come deve avvenire la transizione dal cibo industriale a quello Barf? e come agire se per caso il gatto rifiutasse il cibo casalingo?
1 Non mi ha consigliato cure omeopatiche per ora, ma di continuare con quello che sto gia' dando
2 Per ora non ne abbiamo parlato del caso rifiuto, cominceremo a dare pezzetti di questo e quello, continuando la solita alimentazione, per vedere come reagisce alla carne, cosa gli piace, e abituarlo al sapore.

Quote:
Originariamente inviato da alimiao Visualizza Messaggio
Affermazione di Bettio: Purtroppo la maggior parte dei veterinari, per interessi personali (sappiamo bene come le aziende premino chi vende i loro prodotti, esattamente come le case farmaceutiche ricompensano i dottori che prescrivono i loro farmaci) consiglia il cibo industriale spacciandolo per sano.

Mi sembra un'affermazione un po' troppo generalizzata.. io credo che molti vet consiglino cibo industriale per ignoranza/superficialità, non solo per convenienza personale.. certo purtroppo sappiamo tutti come gira il mondo, ma allora uno in malafede potrebbe dire che anche Bettio ha i suoi interessi personali a prescrivere un certo tipo di dieta, magari chessò la rapaxmangimi o la Dalla Grana lo sponsorizzano? in generale, le teorie dei complotti non mi piacciano molto, creano un clima di sfiducia generalizzato per cui alla fine non si crede più a nessuno..
Quello che ha detto Bettio è che c’è un interesse delle case produttrici a spingere i loro prodotti, al che ho risposto a lui che la mia esperienza personale confermava quanto detto, perché ad esempio in una clinica dove andiamo da anni il vet al momento di consigliare la dieta estrae dalla scrivania il catalogo di una nota marca e si basa su quella (ed è la stessa marca di cui sono piene le vetrine in sala d’attesa). Tieni conto che il mio non è solo il riassunto di cio' di cui ha parlato solo il dott. Bettio, ma è il riassunto di una discussione tra me e lui durata un’ora, quindi molte parti comprendono anche le mie considerazioni e le mie risposte espresse nel corso della discussione, nonché miei approfondimenti successivi che ho cercato di chiarire per voi aggiungendo commenti in seguito per chiarire concetti emersi dal continuo botta e risposta

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Affermazione di Bettio: Esiste una stretta correlazione tra l’alluminio utilizzato per le scatolette di cibo e l’insorgere di patologie tiroidee.
Questa è bella pesante da "digerire".. sapere che dando secco mettiamo a rischio i reni e dando umido mettiamo a rischio la tiroide non è una bella prospettiva.. avendo visto la recente puntata di Report riguardante proprio i materiali tossici, anche lì dicevano che le scatolette rilasciano delle sostanze tossiche, ma solamente se con un coltello si abrade l'alluminio fino a polverizzarlo..
Domanda: è una mia pia illusione che l'alluminio faccia male solo se l'interno della scatoletta viene abraso, o l'alluminio nella scatoletta fa male sempre e in ogni caso? Il formato in busta o in vaschetta è anch'esso tossico?
Sono stata io a sollevare l’argomento, avendo letto della relazione fra alluminio e tiroide e lui ha confermato ma non abbiamo approfondito l’argomento, entrando nello specifico (abrasione o meno). Un’altra questione quindi da approfondire meglio!

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Affermazione di Bettio: Ritiene innaturale e conseguentemente dannoso per la salute che il gatto faccia molti pasti nel corso della giornata. Essendo il gatto un predatore esso è naturalmente programmato per effettuare pasti lontani tra loro nel tempo ed è pertanto predisposto a lunghi digiuni.
Pasti lontani tra loro nel tempo, ma quanto lontani? cioè lui sta sconsigliando il fatto di avere cibo sempre a disposizione (tipo i crocchi nel dispenser) oppure anche dargli l'umido ogni 4 ore fa male? secondo me questo dipende un po' anche dal gatto (e dal padrone).. a me ad esempio, quando gli ho domandato "io ho due devon rex, sono gatti senza sottopelo, di solito gli si lascia cibo sempre a disposizione perché disperdono calore e rischiano di prendersi un'infreddatura, tantopiù che sono iperattivi.. quindi secondo lei non succede niente anche se non hanno cibo a disposizione?" risposta: "va bene ANCHE dargli cibo 3 volte al giorno".. io dal suo ANCHE avevo pensato che sarebbe stato meglio darglielo più spesso, non meno spesso .. ma forse questo discorso vale nel caso specifico dei devon o altri gatti spelacchiati?
Mi sembra che abbia quindi detto ad entrambi la stessa cosa. La frase “Va bene anche 3 volte al giorno” implica pasti piuttosto dilazionati nella giornata, in contrapposizione allo spiluccare crocchi ogni volta che passa davanti alla ciotola. Non ci ha dato un tempo preciso, né ci ha consigliato un numero esatto di pasti, quindi non posso essere più specifica Ci ha detto che dipende dal gatto e dalle sue abitudini. Un gatto abituato a mangiare in continuazione avrà sempre fame (per abitudine) e sarà quindi più difficile regolarizzare l’assunzione di cibo, in questo caso meglio non forzare (sarebbe traumatico passare da un regime all’altro di botto e si farebbero danni) e lasciare magari qualche premio di cibo sparso per casa..

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Affermazione di Bettio: Per evitare crisi di fame consiglia di lasciare a disposizione del gatto piccoli spuntini di cibo naturale (vongole sgusciate, etc…) Cibo sparso in casa ( movimento, ricerca venatoria) anche di notte (caccia notturna)..Anche a me lo aveva detto, ma, almeno parlando per me, mi sembra una cosa difficilmente fattibile. Cioè si sta parlando di nascondere vongole, carne cruda e frattaglie sanguinolente in giro, magari in cima agli armadi(consigliato da lui), oppure sotto al letto o in bagno?! per il gatto sicuramente è uno spasso, per gli umani un po' meno! io sinceramente per questo genere di giochi uso i crocchi o al massimo le croste di formaggio.

Ha detto esattamente la stessa cosa a me, di lasciare le vongole per la caccia notturna. Ma si possono secondo me lasciare anche nei piattini o cose del genere, fattibili per noi, insomma non serve simulare proprio letteralmente la giungla come ci ha proposto
GeorgiaGee non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 11-11-2016, 22:20   #22
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Originariamente inviato da Gab84 Visualizza Messaggio

- La prima domanda è sui tempi di somministrazione del cibo, anche io ho sempre saputo che andava dato "poco ma spesso" ora tutto si ribalta. Questi periodi di digiuno a quante ore ammonterebbero? Per fare espempio pratico, la mia micia mangia umido (circa 100 gr) diviso in 4 pasti: 7/7.30 del mattino - 13.00 circa - poi il pomeriggio è variabile ma diciamo le 18.00 di norma - e poi intorno alle 22/23 con aggiunta di 20 gr di secco per la notte. Ok che secondo lui il secco non va bene, ma come tempistica? Può andare?
Guarda la risposta che ho scritto per Alimiao sulla domanda simile:
La frase “Va bene anche 3 volte al giorno” implica pasti piuttosto dilazionati nella giornata, in contrapposizione allo spiluccare crocchi ogni volta che passa davanti alla ciotola. Non ci ha dato un tempo preciso, né ci ha consigliato un numero esatto di pasti, quindi non posso essere più specifica. Ci ha detto che dipende dal gatto e dalle sue abitudini. Un gatto abituato a mangiare in continuazione avrà sempre fame (per abitudine) e sarà quindi più difficile regolarizzare l’assunzione di cibo, in questo caso meglio non forzare (sarebbe traumatico passare da un regime all’altro di botto e si farebbero danni) e lasciare magari qualche premio di cibo sparso per casa..

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La seconda domanda è sui Farmina N/D, ti ha detto perchè? C'è un motivo nutrizionale che glieli fa preferire o semplicemente sono i GF più facili da trovare?
Non mi ha detto perché, purtroppo io ho controllato la composizione solo a casa, rendendomi conto che sono altissimi in fosforo e calcio. Quindi devo chiederglielo.

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Terza domanda, e qui sono davvero perplessa...Oasy? Almo Nature? Natural Code? Perchè preferirli a ProLife per esempio? Anche qui, si parla di reperibilità o di altro? Oltretutto quasi tutti complementari e con etichette tutt'altro che chiare (va detto)...
Sulle etichette non so, perché non le ho mai date. Gli ho chiesto però della questione complementare e non completo, ma lui ha risposto che si suppone che queste pappe vengano date come integrazione della dieta casalinga. Come scritto oggi pomeriggio, credo che lui consigli marchi che più si avvicinino alla composzione naturale?



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In ultimo due pensieri, il primo, semplice ed ingenuo, relativo alle domande fatte sul perchè Bettio non abbia consigliato i vari marchi di zooplus: sarà che nemmeno sa che esistono? Il secondo sui veterinari in genere: stessa considerazione, conoscono quel che c'è sul mercato "fisico" del pet shop, non ce li vedo in giro su internet a cercare marche strane che poi magari per la nonnina del terzo piano non sono nemmeno reperibili. Al di la ovviamente del fatto che non sono proprio preparati e formati sulla nutrizione.
Io gli ho detto che do Animonda, Feringa etc, ma non mi ha detto niente su questo. Conosce di sicuro zooplus, avendomi detto di prendere li il Felini.
GeorgiaGee non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 11-11-2016, 23:08   #23
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Originariamente inviato da GeorgiaGee Visualizza Messaggio
Secondo me uno studio che prenda in considerazione le malattie dei grandi felini rinchiusi negli zoo è uno studio di per sé totalmente inattendibile. Lo zoo e' la malattia. Sono condizioni di vita terribili per felini nati per correre e cacciare per chilometri e costretti a passeggiare avanti indietro in una gabbia, peraltro in un clima diverso da quello per cui sono nati. Cambia tutto, quale beneficio apporta un’alimentazione ancorché corretta su animali che soffrono 24 ore al giorno? E peraltro, gli studi analizzano anche la qualità della carne? Perché le migliori bistecche vanno dagli chef, ai felini daranno bistecche di bovini imbottiti di steroidi che costano qualche euro al chilo, non certo carne scelta e garantita. Gli studi tenevano conto anche delle centinaia di sostanze di chissa’ quale origine che siringano ai felini dello zoo per tenerli buoni e poco aggressivi? Sono animali che si limitano a sopravvivere in condizioni invivibili...Un umano in gabbia tutta la vita quali malattie svilupperebbe anche mangiando sano? Il problema della medicina moderna, compresa quindi quella veterinaria, è che ragiona in modo medievale, a compartimenti stagni. Hai il raffreddore, prendi l’aspirina. Ma non si interessa di stabilire le cause. In vero tutte le scienze moderne ragionano così.La biologia di un essere vivente invece non funziona a compartimenti stagni.Ogni sintomatologia è il risultato di uno squilibrio globale: se soffre una parte, soffrono tutte. E’ come nella matematica, se cambi una sola variabile, cambia il risultato dell’intera equazione. L’equazione in questione è la biologia dell’essere vivente, non la malattia in se, ed è proprio qui che la medicina moderna fallisce. Non si possono portare ad esempio gli esami di animali costretti a vivere in uno zoo, perché a causa delle condizioni di vita in cui sono forzati a vivere tutte le variabili saranno sempre e comunque sballate e quindi anche il risultato.

Mah, mica tanto inattendibile: certo lo studio prende in considerazione animali che vivono in una situazione innaturale, anche se alcuni si spingono persino a dire che anche il gatto vive in maniera innaturale se è rinchiuso h24 in un appartamento. Esistono inoltre svariate ricerche a sostegno della tesi che lo stress predispone all'insorgenza di malattie (mi chiedo però fino a che punto siano stressate quelle tigri nate in cattività da genitori nati a loro volta in cattività e che quindi non hanno la più vaga idea di come sia fatta la giungla o la savana); il punto però è stabilire se esiste- come affermano Bettio, Prota, la Ziegler...- una correlazione stretta tra un'alimentazione innaturale e determinate patologie (urinarie, renali, ecc...), quindi, con buona pace dell'approccio olistico ci troviamo costretti a focalizzarci su una sola variabile. Misurarle tutte quante assieme sarebbe improponibile. Sono inoltre gli stessi veterinari olistici ad isolare una variabile (quella alimentare) e a presentarla come la causa esclusiva o per lo meno preponderante dell'IRC e di tutte le altre malattie che hanno conosciuto un'impennata tra i pet negli ultimi anni/decenni.
Se è così, è lecito aspettarsi che- indipendentemente da altri fattori- la sola alimentazione (parlando di un'alimentazione corretta in linea con la fisiologia nutrizionale della specie) dovrebbe preservare da molte malattie, per cui la loro incidenza dovrebbe essere nettamente minore là dove si privilegi una dieta a crudo (come appunto avviene negli zoo) rispetto ad una commerciale. E invece, con l'eccezione- che ritengo significativa- del diabete, non è così; questo è d'altronde uno dei pochissimi studi che possa fornire qualche spunto sull'argomento e che siano accessibili in rete. Studi comparativi di gatti alimentati con la barf e gatti alimentati con una dieta commerciale che abbiano come focus l'incidenza di malattie nell'uno e nell'altro gruppo finora non ne ho trovati nemmeno citati, all'infuori di uno condotto da Pottenger tra il 1932 e il 1942 (quindi un po' datato) che è citato in svariati siti pro-barf e simili. Spero che Bettio mandi presto la bibliografia; nell'attesa ho trovato significativa questa relazione sui risultati dell'autopsia di questi 38 (mi sembra siano 38) grandi felini; l'unica alternativa sarebbe stata o un rifacimento con i nuovi mezzi diagnostici dell'esperimento di Pottenger oppure la cattura e l'abbattimento dei felini selvatici (che mi sembra se la passino molto male e figurano quasi tutti- chi più chi meno- tra le specie a rischio) allo scopo di valutarne i vari parametri, escludendo però, perché è ben difficile che ci arrivino, a differenza di quelli tenuti in cattività, gli esemplari anziani, mentre molto spesso l'IRC è collegata alla stadio maturo o geriatrico della vita dei nostri gatti.

Per il resto, è vero che la medicina tradizionale è iper-specializzata (talvolta troppo), ma storicamente è anche vero che la divisione del sapere in varie branche (la filosofia da cui sono germinate la fisica, la chimica, la biologia adottanto basi epistemiologiche proprie) ha favorito il progresso di queste stesse scienze e lo sviluppo di un metodo scientifico basato su misurazioni e verifiche sperimentali, che, finché erano ridotte a dibattiti filosofici, non avevano. Poi certamente alcune scoperte scientifiche (non a caso proprio quelle che hanno in parte demolito il metodo quantitativo, tipo il principio di indeterminazione di Heisenberg) hanno avuto delle notevolissime ripercussioni filosofiche, ma Galileo ha fatto progredire la fisica proprio perché ha introdotto un metodo matematico che l'ha definitivamente affrancata dalla filosofia (e lo dico con una punta di malinconia da appassionata e laureata in filosofia).

Ultima Modifica di SerenaF; 11-11-2016 at 23:12.
SerenaF non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 12-11-2016, 02:22   #24
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Devo dire che questa affermazione:
"Come mai c'è una crescente % di gatti con problemi alle vie urinarie e renali?

Per lo stesso motivo per cui c'e' un aumento di malattie nella popolazione umana, dovute allo stile di vita e alimentazione moderna"

mi lascia un po' perplessa.
Sicuramente è vero che certe patologie sono aumentate, ma non è che la salute fosse migliore quando lo stile di vita e l'alimentazione erano meno "moderni".
http://www.linkiesta.it/it/article/2...50-anni/22110/
Si muore di certe malattie ANCHE perché non si muore prima di altro e sospetto fortemente che sia così anche per gli animali.
Comunque più leggo sulla BARF e più capisco che per me c'è ancora troppa confusione in merito. Magari far una decina d'anni le cose saranno molto più chiare.

Anche sulla questione dei pasti, in effetti avevo sempre letto che il meglio per i gatti erano piccoli pasti frequenti...ma probabilmente dipende anche dai gatti. I miei ad esempio la dose a disposizione se la fanno durare, ci sono magari quelli che mangiano tutto subito. In effetti mi chiedo sempre...ma gli studi sul comportamento dei gatti "in natura" su che popolazioni feline vengono fatti?


Lizzie Tigre Morgan

Mia sul Ponte.
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Vecchio 12-11-2016, 09:20   #25
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Predefinito Re: commenti, dubbi, domande, in merito all'approccio del nutrizionista dott. Bettio

Quote:
Originariamente inviato da GeorgiaGee Visualizza Messaggio
Secondo me uno studio che prenda in considerazione le malattie dei grandi felini rinchiusi negli zoo è uno studio di per sé totalmente inattendibile. Lo zoo e' la malattia. Sono condizioni di vita terribili.... Cambia tutto, quale beneficio apporta un’alimentazione ancorché corretta su animali che soffrono 24 ore al giorno?.....Sono animali che si limitano a sopravvivere in condizioni invivibili...Un umano in gabbia tutta la vita quali malattie svilupperebbe anche mangiando sano?....
Sono assolutamente d'accordo con te

Quote:
Originariamente inviato da Mialuce Visualizza Messaggio
...ma gli studi sul comportamento dei gatti "in natura" su che popolazioni feline vengono fatti?
Se ne parlava un un altro thread ma era riferito alle malattie e non al comportamento. Ci sono frotte di biologi ed etologi che si occupano anche dei gatti selvatici, dei feral, ma anche delle linci, ad es della lince iberica ecc ecc


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
Aletto non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 12-11-2016, 10:57   #26
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Grazie delle risposte Giorgia.
Per quel che ho capito credo che i miei tempi di somministrazione del cibo siano buoni dal momento che non può spizzicare continuamente non avendo cricchi a disposizione.
Per i Farmina è anche probabile che, dal momento che per lui i crocchi non vanno proprio dati, abbia semplicemente nominato il GF più facilmente reperibile per tutti; almeno nella mia città 3 petshop su 5 li vendono.
Per l'umido industriale da dare come supplemento ho lo stesso pensiero, considera che, escluso Natural Code, io uso sia Almo che Oasy, e non hanno poi questa composizione così"naturale", volendoci avvicinare più possibile alla "natura" degli alimenti e non parlando di patè (i suddetti sono, per la maggior parte, mousse o patè, idem i Dalla Grana) ad occhio, a naso (nel senso di profumo) e per composizione, molto meglio LifeCat, o gli stessi Monge.
Ma va sottolineato che lui comunque esclude a prescindere l'industriale, qualunque esso sia, è quindi altamente probabile che abbia detto qualche nome di marca che reputa decente e facilmente reperibile e soprattutto considerandole come uno snack da dare tipo 1 volta a settimana, quindi ci sta.
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Vecchio 12-11-2016, 11:22   #27
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Predefinito Re: commenti, dubbi, domande, in merito all'approccio del nutrizionista dott. Bettio

Quote:
Originariamente inviato da Mialuce Visualizza Messaggio
Devo dire che questa affermazione:
"Come mai c'è una crescente % di gatti con problemi alle vie urinarie e renali?

Per lo stesso motivo per cui c'e' un aumento di malattie nella popolazione umana, dovute allo stile di vita e alimentazione moderna"

mi lascia un po' perplessa.
Sicuramente è vero che certe patologie sono aumentate, ma non è che la salute fosse migliore quando lo stile di vita e l'alimentazione erano meno "moderni".
http://www.linkiesta.it/it/article/2...50-anni/22110/
Si muore di certe malattie ANCHE perché non si muore prima di altro e sospetto fortemente che sia così anche per gli animali.
Ok si muore di certe malattie perché non si muore più di altre. Ma questa osservazione è fuorviante se consideriamo che si ammalano anche gatti giovani, così come ad esempio aumenta il diabete e l'obesit a nei bambini.... Aumentano patologie che dovrebbero arrivare in età avanzata ed invece abbassano l'età della loro comparsa. È a questo tipo di fenomeno che bettio credo facesse riferimento. Un conto è una sofferenza renale in un gatto ventenne.... Ci sta, senza scomodare l'industriale o la barf. Ma l'impressione è che l'età stia proprio scendendo.....
Più leggo questi approcci e più mi convincono.
Anche perché gli studi approfonditi che vorremmo noi mancano da una parte e dall'altra.... Ma quello che abbiamo sotto gli occhi è l'effetto del cibo industriale-cotto!
Baci ba
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Vecchio 12-11-2016, 11:30   #28
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mi chiedo però fino a che punto siano stressate quelle tigri nate in cattività da genitori nati a loro volta in cattività e che quindi non hanno la più vaga idea di come sia fatta la giungla o la savana).
Te lo chiedi davvero? Hanno un fisico fatto per correre lunghe distanze e cacciare..... Anche a non conoscono la savana sono nati per vivere lì non in una gabbia....
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Vecchio 12-11-2016, 11:40   #29
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Il gattone nero che ho fatto castrare a marzo è diventato una pantera ad esempio. Lui è già grande di suo, però mi credete se vi dico che ha uno strato di grasso importante intorno alla cassa toracica? Non ha neanche due anni. E di movimento ne fa, è randagio!
Che cosa mangia? SOLO CROCCANTINI ed è selettivo da morire sull'umido (mai visto un gatto che vive per strada che fa i capricci), l'ho visto trangugiare una bustina di Royal che mi hanno regalato in un petshop e lasciare qualsiasi altro umido buono che gli ho proposto (es Granatapet).

Senza aprire troppe parentesi, io sono sì d'accordo sul fatto che il gatto in natura può morire prima per vari motivi, inclusi fiv felv e fip...ma se ci mettiamo il carico da 90 facendolo diventare obeso perché accumula cose che non riesce a digerire (dai carboidrati) beh, di sicuro gli stiamo accorciando la vita in qualche modo. E credo che la stessa cosa valga per le malattie renali, io ora ho fatto un esempio che ho sotto gli occhi tutti i giorni
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Vecchio 12-11-2016, 12:53   #30
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Predefinito Re: commenti, dubbi, domande, in merito all'approccio del nutrizionista dott. Bettio

@ Babaferu: anche i cani che sono domesticati da svariati millenni sono fatti per correre all'aperto e non per poltrire sul divano come non ci fosse un domani (inclusi quegli abomini "toy" che sono il risultato di decenni di pressione selettiva in molti casi scellerata). Anche Chiquy e Edhel vivono 11 mesi all'anno in un ambiente che non è quello che madre natura ha pensato per loro: sono stressate? Boh. Annoiate? Senz'altro. Questa loro vita poco attiva ha delle ripercussioni a livello della loro salute globale? E' probabile.

Il problema è che, se si tratta di vagliare una tesi come "l'80% delle malattie che affliggono oggi i nostri pet deriva da un'alimentazione scorretta. Quella corretta è a base di carne, frattaglie, ecc..." e non esistono (o esistono pochi) studi che mettano a confronto un gruppo o, meglio ancora diversi gruppi, di gatti suddivisi in fasce d'età e analogo contesto abitativo (ovvero: tot gatti che vivono esclusivamente di casa, tot che hanno accesso all'esterno e tot che vivono prevalentemente all'aperto) uno dei quali alimentati a crudo e l'altro alimentato a base di cibo industriale per capire quale rilevanza abbia la sola variabile alimentazione nell'insorgenza di determinate patologie, è giocoforza o cercare conferme o smentite o nella popolazione di gatti selvatici (ma anche qui non esistono studi conclusivi sull'incidenza di quelle malattie che vengono fatte risalire all'alimentazione) oppure nella popolazione dei grandi felini presenti negli zoo e che vengono nutriti con un regime alimentare a crudo, dato che la fisiologia nutrizionale del gatto domestico è molto simile a quella dei suoi "cugini" maggiori. Si potrebbe anche mettere a confronto i felini selvatici che si nutrono di prede appena cacciate con un campione di mici domestici nutriti a barf e un altro alimentato con pappe industriali, ma innanzitutto si tratta di una ricerca ancora da fare, in secondo luogo è difficile trovare un leone o una lince, un felis silvestris... di età superiore ai 7 anni, mentre in genere i mici con IRC sono quasi tutti senior. In mancanza di analisi di questo tipo secondo me la ricerca condotta sui grandi felini degli zoo può offrire alcuni spunti su quanto incida l'alimentazione nell'insorgenza di determinati disturbi (urinari, renali, ecc...); certo che se ci mettiamo a dire che lo studio fatto sui gatti alimentati con prodotti industriali non è attendibile perché Royal e Hill's ci mettono lo zampino per manipolare le conclusioni a loro vantaggio, quello sui grandi felini nemmeno perché sono stressati e quindi in questo caso l'eziologia è imputabile all'habitat anziché all'alimentazione, eventuali ricerche sui gatti selvatici non hanno preso in considerazione IRC, FLUTD, diabete, IBD, ecc... perché si dà per scontato (???) che a loro non vengano, la base per capire quale sia davvero il ruolo dell'alimentazione è, a dir poco, esigua, mancando totalmente dati su cui ragionare, a meno che- come spero- Bettio non ce li fornisca presto.

Siccome sono impaziente e volevo vedere se si trovava qualcosa su internet, ho dato un'occhiata al curriculum di Bettio e poi ho cercato se c'erano articoli o atti di seminari pubblicati da lui o ai quali avesse partecipato da leggere: purtroppo non ho trovato il testo, ho trovato però questo programma di un convegno della SIOV (=Società Italiana di Omeopatia Veterinaria) sull'alimentazione naturale nel cane e nel gatto a cui ha partecipato come relatore Bettio (https://siov.org/tag/gatto/). Se scorrete la pagina fino in fondo, troverete tra gli sponsor del convegno la Farmina Pet Food (quella c'è quasi sempre) e la Vema (concessionaria in Italia del marchio Canagan).
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