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Vecchio 11-10-2023, 08:32   #21
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

Hai ragione Iska, più facile guardare il dito che non la luna. Le rare, rarissime volte in cui Amelie preda, e anche quando i miei precedenti gatti predavano, mi sono sempre sentita allo stesso modo. Dispiaciuta per l'animaletto in questione, ma felice per il gatto. Tanto più che non riesco ad andare a togliere la prede strillando dagli artigli del micio, mi parrebbe una crudeltà. Gli uccellini che ho tentato, inutilmente, di salvare erano quelli già trascurati dal gatto di turno. Probabilmente verrei definita padrona irresponsabile... ma anche padrona è termine che poco mi si adatta, temo.
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Vecchio 11-10-2023, 08:34   #22
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leucio
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

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Originariamente inviato da Aletto Visualizza Messaggio
Tutto questo polverone perché non se la possono prendere con le zanzare.
Scherzo ma fino a un certo punto.
Ampliamo l’osservazione:
Il WWF dice “ Diverse specie di animali e piante, per fuggire al riscaldamento del pianeta stanno spostando i loro areali di distribuzione verso maggiori latitudini o altitudini. Succede per l’84% delle specie che vivono in ambienti aridi, come testimoniano alcuni studi.
Ma per le specie d’alta quota non esistono vie di fuga.
La riduzione dei ghiacciai e dei periodi di innevamento su tutto il pianeta sta minacciando molte specie alpine sulle montagne di tutto il mondo. In queste aree di criosfera vivono 67 mammiferi terrestri, 35 marini e 21.000 di altre specie di animali, piante e funghi. Dal leopardo delle nevi in Tibet al pinguino di Adelia in Antartide, dall’orso polare in Artico all’arvicola delle nevi, dal krill antartico, fondamentale primo anello della catena alimentare, ai trichechi, che vedono assottigliarsi sempre più il ghiaccio marino artico, a specie vegetali simbolo delle montagna come la stella alpina e l’abete bianco, simbolo natalizio. Emblematico il caso delle balene beluga, conosciutissime dal grande pubblico per il film “Palla di neve”: l’aumento delle temperature dell’Oceano Artico sta facilitando l’ingresso delle orche nelle acque frequentate dai beluga, esponendo questo indifeso mammifero marino agli attacchi del predatore.
“Il WWF sta seguendo gli orsi polari con i radio collari per studiarne comportamento e impostare su basi scientifiche le azioni di conservazione – ha detto Isabella Pratesi, direttore del Programma di Conservazione del WWF….”
E c’è chi pensa ai gatti, mah
Affrontare in maniera decisa le questioni che poni significa mettere in discussione le fondamenta della civiltà in cui viviamo, ovvero porsi sul serio il problema del superamento definitivo della "civiltà degli idrocarburi", di un mondo che si muove, si riscalda e produce bruciando gas e petrolio.
C'è un intero sistema produzione e riproduzione di ricchezza, potere e (a)socialità che ha ormai unificato il pianeta al ferreo dominio delle sue logiche "estrattiviste" che di fronte ad allarmi di questo tipo fa spallucce.
Finché si può, si nega il problema, o in subordine la sua gravità e l'urgenza di cambiare strada.
Toccherà alle prossime generazioni fare i conti con il pieno manifestarsi di tutti gli elementi di criticità che oggi registriamo con preoccupazione.
E allora sarà forse troppo tardi.

La logica del profitto, "tanti, maledetti e subito": investire su un serio piano di tutela dell'ambiente non garantisce il ritorno economico a breve necessario perché l'investimento sia giudicato economicamente sostenibile, e quindi fattibile.
Come l'investimento in ricerche scientifiche serie, che costano tanto e danno risultati in tempi troppo lunghi perché siano economicamente convenienti.
L'auto conservazione di ruoli e posizioni di potere nel domino dell'allocazione mondiale delle ricchezze e del potere politico.
Questo è quello che conta per davvero, che orienta le scelte che subiamo e mette a repentaglio il nostro futuro.

E allora si finge di fare qualcosa, e se non è possibile (ancora) occuparsi delle zanzare, lo si fa pensando agli ornitorichi, e parafrasando un vecchio tormentone di "Alto Gradimento", si fa "la lotta contro la repressione nelle scuole del Congo", senza accorgersi dei carri armati che pattugliano le strade delle nostre città.
Una scelta pericolosissima, se ricordiamo che otto anni fa Trump fu eletto presidente degli Usa sull'onda di una campagna contro le misure (blande) per la riduzione del buco nell'ozono (la famosa battuta sul "nessuno può impedirmi di usare la mia lacca per capelli preferita") e oggi ci riprova, con buone possibilità di successo, aggredendo frontalmente le vuote proposte dei democratici sulla mobilità sostenibile.
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Vecchio 11-10-2023, 08:54   #23
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

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Originariamente inviato da leucio Visualizza Messaggio
Affrontare in maniera decisa le questioni che poni significa mettere in discussione le fondamenta della civiltà in cui viviamo, ovvero porsi sul serio il problema del superamento definitivo della "civiltà degli idrocarburi", di un mondo che si muove, si riscalda e produce bruciando gas e petrolio.
C'è un intero sistema produzione e riproduzione di ricchezza, potere e (a)socialità che ha ormai unificato il pianeta al ferreo dominio delle sue logiche "estrattiviste" che di fronte ad allarmi di questo tipo fa spallucce.
Finché si può, si nega il problema, o in subordine la sua gravità e l'urgenza di cambiare strada.
Toccherà alle prossime generazioni fare i conti con il pieno manifestarsi di tutti gli elementi di criticità che oggi registriamo con preoccupazione.
E allora sarà forse troppo tardi.

La logica del profitto, "tanti, maledetti e subito": investire su un serio piano di tutela dell'ambiente non garantisce il ritorno economico a breve necessario perché l'investimento sia giudicato economicamente sostenibile, e quindi fattibile.
Come l'investimento in ricerche scientifiche serie, che costano tanto e danno risultati in tempi troppo lunghi perché siano economicamente convenienti.
L'auto conservazione di ruoli e posizioni di potere nel domino dell'allocazione mondiale delle ricchezze e del potere politico.
Questo è quello che conta per davvero, che orienta le scelte che subiamo e mette a repentaglio il nostro futuro.

E allora si finge di fare qualcosa, e se non è possibile (ancora) occuparsi delle zanzare, lo si fa pensando agli ornitorichi, e parafrasando un vecchio tormentone di "Alto Gradimento", si fa "la lotta contro la repressione nelle scuole del Congo", senza accorgersi dei carri armati che pattugliano le strade delle nostre città.
Una scelta pericolosissima, se ricordiamo che otto anni fa Trump fu eletto presidente degli Usa sull'onda di una campagna contro le misure (blande) per la riduzione del buco nell'ozono (la famosa battuta sul "nessuno può impedirmi di usare la mia lacca per capelli preferita") e oggi ci riprova, con buone possibilità di successo, aggredendo frontalmente le vuote proposte dei democratici sulla mobilità sostenibile.
Hai detto tutto, purtroppo.
Per questo sono tanto disillusa quando si parla, a livello politico ma non solo, di lotta al cambiamento climatico.
Perché sono specchietti per le allodole, sono contentini per farci sentire con la coscienza a posto mentre, appunto, usiamo la nostra lacca preferita senza colpo ferire.
Ma la verità è che non basta più un po' di prosopopea a proposito di sviluppo sostenibile, così come, da parte nostra, non basta più dire che compriamo bio e quindi facciamo la nostra parte. Certo, il singolo che deve fare? Ma deve pure prendere coscienza che non basta e non basterà. Che la civiltà va ripensata alle fondamenta, che per garantire alle future generazioni un pianeta ospitale dovremmo rinunciare a tanto di ciò che diamo per scontato, dobbiamo, forse, tornare indietro per andare avanti. Ne siamo disposti? Temo di no. E allora non c'è storia, temo.
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Vecchio 11-10-2023, 11:01   #24
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

Cit. Iska
Invece di incolpare i gatti, perché non prendono in considerazione l'impatto sulla fauna selvatica delle pratiche dell'agricoltura intensiva, della distruzione degli habitat naturali, della cementificazione delle sponde dei corsi d'acqua e addirittura della copertura dei medesimi per poter costruire sopra o realizzare nuove strade?

Un solo dato:
per ogni bistecca nel nostro piatto si consumano circa 3780 litri di acqua.
Anzi due dati:
dalla falda acquifera di Ogallala, in USA, (enorme e si estende dal sud Dakota al Texas) si estraggono per allevamenti e colture più litri di quanti la falda possa recuperare tramite le piogge.
Si sta esaurendo, lo sanno, e si stima che sarebbero necessari 6.000 anni di clima normale per ripristinare il suo livello.
Questa sarà probabilmente una siccità provocata dall'attività umana simile alla Dust Bowl, le tempeste di sabbia che ci furono negli Stati Uniti centrali e il Canada negli anni '30
Non avverrà dall'oggi al domani, ma siamo sulla buona strada.


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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Vecchio 11-10-2023, 17:36   #25
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Hai ragione Iska, più facile guardare il dito che non la luna. Le rare, rarissime volte in cui Amelie preda, e anche quando i miei precedenti gatti predavano, mi sono sempre sentita allo stesso modo. Dispiaciuta per l'animaletto in questione, ma felice per il gatto. Tanto più che non riesco ad andare a togliere la prede strillando dagli artigli del micio, mi parrebbe una crudeltà. Gli uccellini che ho tentato, inutilmente, di salvare erano quelli già trascurati dal gatto di turno. Probabilmente verrei definita padrona irresponsabile... ma anche padrona è termine che poco mi si adatta, temo.
Il gatto di mia mamma non era un gran cacciatore; le poche volte che ci riusciva portava il suo trofeo in cucina e lo abbandonava lì, andandosene per i fatti suoi, quindi bastava aprire porte e finestre e via verso la libertà.

Solo in un paio di occasioni i malcapitati avevano riportato una ferita superficiale; antibiotico e pochi giorni di degenza in bagno e sono tornati come nuovi.
Tutt'altra storia con la gatta; lei sì che era micidiale, uccideva la preda all'istante e la mangiava.
Stesso comportamento della mia prima micia con
i topi.
Fra i maschi ho avuto un solo abile cacciatore.
Si trattava comunque di episodi sporadici, visto che la vera fonte di nutrimento la fornivamo noi umani.

Qui sul terrazzo vengono sovente passeri e qualche merlo; adesso è la stagione dei pettirossi.
Sono attratti dagli alberelli che ho messo, ma anche da un'enorme pyracanta piena di bacche rosse, che arriva quasi al tetto.
Al mattino mi capita di trovare qualche cacchina sul tavolino o sul pavimento, chiaro segno di avvenuta visita.
È già successo di rincasare e trovare un tappeto di penne e piume in terrazzo o in casa, a testimonianza del fattaccio.
Però succede molto, molto raramente.
Il terrazzo è completamente protetto dalla rete di sicurezza, ma le maglie sono grandi da consentire agli uccelli di venirci e di andarsene.
D'altra parte visto che i miei non essendo liberi di uscire non possono andare a caccia, che almeno la selvaggina venga qui da loro.


Iska la rossa dagli occhi di luna
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Vecchio 11-10-2023, 21:27   #26
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Le mie gatte invece si sono sempre rivelate cacciatrici formidabili, Shanti addirittura catturava topi di cui ci portava in dono solo la testa, che gioia :P
Amelie invece è poco incline alla caccia, ha portato un passero in gioventù e qualche cavalletta, per il resto nulla. Ma in generale, non sono mai riuscita a salvare nessuna preda, nonostante i ripetuti tentativi.
Belli i pettirossi: quest'anno ancora non se ne sono visti, di solito vengono ad appollaiarsi sul melograno e dal balcone di cucina si vedono bene. Ma quest'anno c'è da dire che la fauna aviaria qui è cambiata parecchio, meno passeri e un sacco di falchetti che prima non si erano mai visti... stamattina poi mentre cucinavo ho sentito un grido strano, mi sono voltata e... un picchio! Per lo meno, così mi è parso. Di nuovo, il cambiamento climatico dà i suoi effetti.
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Vecchio 11-10-2023, 22:30   #27
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

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...Un solo dato: per ogni bistecca nel nostro piatto si consumano circa 3780 litri di acqua.
Anzi due dati:
dalla falda acquifera di Ogallala, in USA, (enorme e si estende dal sud Dakota al Texas) si estraggono per allevamenti e colture più litri di quanti la falda possa recuperare tramite le piogge.
Si sta esaurendo, lo sanno, e si stima che sarebbero necessari 6.000 anni di clima normale per ripristinare il suo livello.
Questa sarà probabilmente una siccità provocata dall'attività umana simile alla Dust Bowl, le tempeste di sabbia che ci furono negli Stati Uniti centrali e il Canada negli anni '30
Non avverrà dall'oggi al domani, ma siamo sulla buona strada.
Quanti sarebbero disposti a fare un passo indietro rispetto all'odierno insostenibile stile di vita?
Un piccolo passo di ciascuno di noi nella cura delle risorse ambientali e nel ridurre lo spreco farebbe la differenza.
Invece il cosiddetto occidente collettivo che non vuole rinunciare nemmeno infinitesimalmente al proprio stile di vita punta il dito contro i paesi "emergenti" perché desiderano vivere allo stesso modo, per esempio sostituendo l'alimentazione tradizionale con quella dei Paesi ricchi e quindi dando un posto preminente alla carne.
Non che questi Paesi facciano bene, ma non possono neppure diventare l'ennesimo capro espiatorio, in modo che l'occidente si sbianchi la coscienza e continui imperterrito a trascinare il pianeta verso il baratro.

Non invidio quelli che oggi sono giovani e ancor meno le generazioni future; ciò che le attende temo sarà peggiore del peggio immaginabile.
A meno di un deciso e coraggioso cambio di rotta.
Ma adesso.


Iska la rossa dagli occhi di luna
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Vecchio 11-10-2023, 22:49   #28
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Predefinito Re: E se i gatti scomparissero dal mondo...

Qui i pettirossi arrivano verso il 20 settembre e si fermano fino oltre metà marzo.
In questi giorni stanno rivoluzionando le aiuole delle cime di rapa e dell'insalata, perché le innaffio e il terreno umido attira insettini e micro lumachine.

Ci sono molti alberi e i rapaci diurni, soprattutto poiane, falchetti e nibbi, sono ostacolati.
Di recente ho assistito all'inseguimento di un colombo selvatico da parte di un nibbio; il colombo si è salvato fiondandosi fra le fronde della cintura forestale.


Iska la rossa dagli occhi di luna
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Vecchio 12-10-2023, 09:35   #29
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Quanti sarebbero disposti a fare un passo indietro rispetto all'odierno insostenibile stile di vita?
Un piccolo passo di ciascuno di noi nella cura delle risorse ambientali e nel ridurre lo spreco farebbe la differenza.
Invece il cosiddetto occidente collettivo che non vuole rinunciare nemmeno infinitesimalmente al proprio stile di vita punta il dito contro i paesi "emergenti" perché desiderano vivere allo stesso modo, per esempio sostituendo l'alimentazione tradizionale con quella dei Paesi ricchi e quindi dando un posto preminente alla carne.
Non che questi Paesi facciano bene, ma non possono neppure diventare l'ennesimo capro espiatorio, in modo che l'occidente si sbianchi la coscienza e continui imperterrito a trascinare il pianeta verso il baratro.

Non invidio quelli che oggi sono giovani e ancor meno le generazioni future; ciò che le attende temo sarà peggiore del peggio immaginabile.
A meno di un deciso e coraggioso cambio di rotta.
Ma adesso.
Rispondo alla domanda "Quanti sarebbero disposti a fare un passo indietro rispetto all'odierno insostenibile stile di vita?
Nessuno.

E faccio un'altra domanda: quanti tra paesi emergenti e non sono disposti a ridurre le emissioni di CO2? A chiacchiere il cosiddetto occidente ha accettato, a chiacchiere. Gli emergenti non aderiscono, non ci pensano proprio, perché in teoria è il loro momento, ma nonostante tutto riescono ad emergere perché, volenti o nolenti, sono incatenati all'economia mondiale. Le loro materie prime subiscono oscillazioni di prezzi tremende e via dicendo.

Un coraggioso e brusco cambio di rotta implicherebbe, credo, un crollo dell'economia mondiale altrettanto catastrofico che nessuno vuole affrontare perché perderebbero voti. I paesi più poveri sarebbero i primi a soccombere con conseguenze ancora più drammatiche di quelle attuali.
Se pensiamo alla guerra economica, es semplice e. se vogliamo, sempliciotto: la Cina che vieta l'uso degli iPhone e fa crollare in borsa la Apple che poi arranca e si riprende.

Ma di queste cose non me intendo, traggo solo conclusioni random


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Vecchio 12-10-2023, 21:07   #30
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Rispondo alla domanda "Quanti sarebbero disposti a fare un passo indietro rispetto all'odierno insostenibile stile di vita?
Nessuno...
Non si dice di tornare all'età della pietra, però se ognuno si facesse un piccolo esame di coscienza si renderebbe conto di quanto c'è di superfluo nel nostro modo di vivere.
Il tuo accenno al problema del depauperamento delle falde mi fa venire in mente quanta acqua sprechiamo nel ricco occidente.
Pare che la norma siano 2 docce al giorno, ma c'è chi arriva a 3.
Ma è davvero indispensabile?
O piuttosto è perché amiamo il profumo del detergente?
E che dire dei milioni di ettolitri di acqua prigioniera nelle bottiglie?
Ad eccezione delle zone in cui l'acqua potabile lo è quasi solo di nome, nella maggior parte dei nostri comuni è ottima e dunque perché non bere quella del rubinetto?
E tutta l'acqua che è l'ingrediente base delle bibite industriali?
E quella che è la base per i millemila prodotti per la pulizia della casa?
E l'acqua per le piscine private?

Poi i comuni emettono ordinanze di divieto di utilizzare l'acqua potabile per bagnare orti e giardini.
Eh già, dobbiamo risparmiare acqua a favore dei fanatici della doccia, dei turisti e di quelli che possono permettersi la piscina privata.
Chi coltiva il proprio orto e che producendo in proprio riesce non solo a risparmiare sulla spesa, ma addirittura diminuisce l'impronta energetica dei trasporti, non dovrebbe bagnare?
E se lo si fa si viene tacciati di essere irresponsabili e di non avere a cuore l'ambiente.

I grandi cambiamenti devono cominciare nelle coscienze individui.
Ognuno di noi, nel proprio piccolo, se ci pensa può fare qualcosa.
Basta volerlo.


Iska la rossa dagli occhi di luna
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