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Vecchio 10-12-2022, 19:07   #31
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Predefinito Re: Gattina abbandonata di due mesi, che fare?

Damasio marcatore vanesio è bellissima

“…Averno….era stato per una settimana a casa di un collega, che poi lo aveva riportato per strada perchè "ingestibile". Durante questo periodo, ha subito dei cosiddetti tentativi di "educazione" che aveva introiettato e che appena si è ripreso dal torpore indotto dai forti anestetici che aveva avuto dal veterinario, ha cominciato a manifestare con me.”
“…Chicca i primi giorni defecava sistematicamente fuori dalla lettiera….”
E giustamente tu l’hai resa più sicura mediante il gioco, come precedentemente avevi fatto con Averno

Sono esseri emotivamente delicatissimi e al contempo sono campioni di sopravvivenza.

Ma di questo loro primato non dobbiamo approfittare perché quello che comunemente viene definito disagio e sfocia in urine o feci (per noi) fuori luogo, nasconde una precedente tempesta emotiva di cui la pipì e le feci sono solo l’ultima manifestazione: il corpo a quel punto è già predisposto, il cervello ascolta il corpo e dà seguito ad “ordini” provenienti dal (chiamiamolo) basso, il corpo appunto. Ma nello stesso tempo corpo e mente sono anche un tutt’uno che collabora per esprimersi, quindi non c’è un alto ed un basso ma una squadra.

Ecco beccato da Damasio “L’errore di Cartesio”. Quel dannato errore che ha fatto e fa ancora soffrire animali umani e non umani.

Ridurre gatti, cani e chiunque altro ad esseri semplici e pertanto manovrabili, mi fa inorridire. L’addestramento implica coercizione.

Chiunque E’ il proprio corpo, e per questo ho parlato spesso di ambiente interno ed ambiente esterno e di come il proprio ambiente interno guidi l’azione verso quello esterno.

Gioca un ruolo importante in questa squadra anche il cuore che permette al cervello di memorizzare o meno un’informazione a seconda che questa venga fornita durante il battito o in fase di quiete. Così il cuore partecipa e dà informazioni. Questo del cuore è uno studio recente della neuroscienziata cognitiva Sarah Garfinkel, non so se è stato pubblicato, devo approfondire.

Leucio stai facendo un buon lavoro con devozione e attenzione così ben mischiate.


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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Vecchio 10-12-2022, 19:14   #32
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Predefinito Re: Gattina abbandonata di due mesi, che fare?

Riri, non togliere il disturbo. Lo so che ci sono fasi della vita che ci risucchiano per farci concentrare su necessità importanti come un cambiamento di vita che dovrò fare anche io per stare con mia figlia.
Siamo qui.


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Vecchio 10-12-2022, 20:04   #33
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Smile Re: Gattina abbandonata di due mesi, che fare?

Damasio marcatore vanesio è una citazione da Totò: il primo film in cui ha recitato si intitolava "Attanasio cavallo vanesio", un filmaccio degli anni '30 che non merita ulteriori commenti. Il gioco delle assonanze Damasio-Attanasio-Vanesio e il tuo raffinato waltzer sul marcatORE hanno fatto il resto.
In realtà il vanesio (o, per dirla come si usa dalle parti di Riri "sborone") sono un poco (ma solo un poco, eh!) io. Vedere che i tentativi di far stare il meglio possibile prima Averno e poi Chicca qualche risultato lo stanno ottenendo, solletica potentemente il mio orgoglio e mi rende felice. Anche se so che c'è ancora molto da fare. Ma la strada che ho imboccato è quella giusta.
Non voglio impicciarmi delle o nelle vite degli altri, rispetto il riserbo (che considero una virtù), mi limito solo a dirti che se in un qualsiasi modo ti potessi essere utile, a te come a Riri, io ci sono e ci sarò, senza chiedere troppe spiegazioni.
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Vecchio 10-12-2022, 21:06   #34
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Predefinito Re: Gattina abbandonata di due mesi, che fare?

Ti ringrazio tantissimo leucio, sapere che c’è qualcuno non è cosa da poco e già allevia il fardello delle titubanze.
Non mi era venuto in mente il film di Totò.


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Vecchio 12-12-2022, 13:43   #35
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Predefinito Re: Gattina abbandonata di due mesi, che fare?

Ieri non sono stato troppo bene, in ufficio ho avuto un leggero ma persistente disturbo (soffro della sindrome di Wolf Parkinson White, una tachicardia congenita) che mi ha costretto a stare fermo e tranquillo per due o tre ore in attesa che il battito tornasse normale. Ciononostante, Chicca ha mostrato di essere in gran forma: è aumentato l'appetito (e vista la sua età non ci poniamo problemi di dieta), la "botticella" sintomo dell'invasione degli ultracorpi si è molto ridotta, ma soprattutto è allegra, e si avventura anche da sola per le stanze della mia sede di lavoro. Ieri ho postato un album con alcune sue foto nella "terza stanza", quella in cui veniva solo a sedersi sulle mie gambe e in cui adesso gioca anche da sola, rubando penne dai tavoli e tendendo "agguati" scattando da sotto le sedie.
Oggi e domani non sarò in ufficio, ma i colleghi la stanno monitorando attentamente, e in caso di bisogno mi telefonano per chiedere indicazioni. Altra buona notizia, in mia assenza ha individuato un collega (tra l'altro, per sensibilità, la persona giusta) cui chiedere cibo e attenzioni.
Stiamo anche provvedendo a recuperare una cuccia sufficiente per ospitare, all'esterno della sede, le due gatte residenti: anche loro, poverine, hanno diritto ad un riparo decente dal freddo, che in questi giorni si farà sentire.

Ultima Modifica di leucio; 12-12-2022 at 13:45.
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Vecchio 12-12-2022, 18:02   #36
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Mi spiace per malessere di ieri, in compenso Chicca piano piano acquista fiducia anche nella camera che non so se possiamo definire senza odori familiari.
Ho visto le foto della piccola ed è una delizia.
L'altro gatto delle foto è Averno?
Hai colleghi preziosi per fortuna.


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Vecchio 12-12-2022, 18:56   #37
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Originariamente inviato da Aletto Visualizza Messaggio
Mi spiace per malessere di ieri, in compenso Chicca piano piano acquista fiducia anche nella camera che non so se possiamo definire senza odori familiari.
Ho visto le foto della piccola ed è una delizia.
L'altro gatto delle foto è Averno?
Hai colleghi preziosi per fortuna.
I ragazzi in ufficio si stanno dimostrando preziosi ed affidabili. Non me lo aspettavo. La piccolina continua a scegliere la mia sedia come luogo deputato ai pisolini pomeridiani, anche in mia assenza. Questo da un lato mi fa piacere, dall'altro mi preoccupa: lunedì prossimo Chicca si trasferirà con me armi e bagagli al centro direzionale di Napoli, una struttura progettata negli anni '80 da Kenzo Tange, finita di realizzare ad inizio anni '90 e già fatiscente (fra l'altro è stato costruito su una falda acquifera, il peso dei grattacieli lo sta facendo affondare e quando piove si allagano garage e scantinati). Per certi aspetti sembra la Los Angeles di Blade Runner. Lei sarà ospitata nell'ufficio del capo del personale, dove c'è più spazio, ma è fisicamente lontano da dove starò io, e non è un luogo propriamente tranquillo. Meglio, sicuramente secondo i nostri parametri umani, dello stanzone dove sta adesso, con la colonna sonora H24 del ronzìo di due mega server nella stanza accanto, ma comunque un posto diverso, per cui dovrà ricalibrare tutte le sue abitudini e le sue certezze. Stasera summit telefonico per definire modalità del trasloco, strutture di protezione per impedire che finisca sul ballatoio della scala antincendio (luogo deputato ai fumatori, quindi sempre accessibile, e pericolosissimo per lei). Bisognerà trovare il modo di evitare, o comunque ridurre al minimo il trauma da trasloco. E temo che non basterà portare tutti gli oggetti a lei più familiari per farla stare tranquilla. Anche qui, niente piani quinquennali ma osservazione ed elasticità, andando avanti giorno per giorno fino a trovare un giusto equilibrio.
Si, gli altri album sono tutti di Averno. "Com'era" raccoglie le poche foto che una mia amica, nata "canara" ma che si è innamorata di lui come lo ha visto la prima volta, gli ha scattato quando l'ho portato con me a trovare lei e il marito (amici miei da trent'anni), quindici giorni dopo averlo preso con me; le altre scattate nel corso di visite successive, in modo a volte molesto (lei tampina Averno armata di smartphone, e lui non sempre gradisce: c'è una foto in cui mostra i denti, infastidito dalla pressione, ed è stata l'unica volta che sono riuscito a farla smettere). Va detto che Averno, con l'aplomb british e la grazia che lo contraddistinguono, non ha mai assunto comportamenti molesti (nessun tipo di marcatORE), dedicandosi con molta cura all'esplorazione della casa, incuriosito dal fatto che spesso vengono spostati mobiletti, scrivanie e quant'altro, e quindi si aprono percorsi e mondi nuovi da esplorare.

Ultima Modifica di leucio; 12-12-2022 at 19:03.
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Vecchio 12-12-2022, 21:10   #38
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È piccola, sei per lei una base sicura e la base sicura deve rendere sicuro anche l’allontanamento. È ancora un po’ piccola ma ce la dovrebbe fare. Per questo era importante il test della stanza senza odori.
Averno ha vissuto una parte della vita in strada?

Costruire su una falda acquifera è avventato, specialmente se nel tempo si prosciuga più velocemente di quanto si riempie.


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Vecchio 12-12-2022, 23:50   #39
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Averno ha vissuto per strada i primi sei mesi della sua vita. E' nato al confine tra due frazioni di Caserta, Briano (dove all'epoca lavoravo) e S. Leucio, patria delle seterie borboniche e degli esperimenti di filantropia sociale di Ferdinando IV. E' nato tra la fine di giugno e gli inizi di luglio del 2019, convenzionalmente con la veterinaria gli abbiamo fissato come data di nascita il 1 luglio. E' cresciuto tra un vicoletto senza marciapiedi, l'incrocio con una strada che una volta era di campagna e il parcheggio della struttura dove lavoravo, in cui oltre ai nostri mezzi c'erano i fuoristrada e le autobotti con cui facevamo l'antincendio boschivo d'estate. Per le gatte era un posto sicuro, perchè i cani randagi non potevano varcare il cancello, ma i cuccioli, specialmente con l'erba alta, erano spesso a rischio stritolamento da parte dei mezzi antincendio ogni volta che c'era una chiamata. Ti risparmio le cose orrende che ho visto, e quelle ancora peggiori che mi sono state raccontate.
Le operaie gattare, che si occupavano del nutrimento dei gatti assieme ad una famiglia di immigrati polacchi ubriaconi, che spesso in preda ai fumi dell'alcool cacciavano via i gatti a colpi di ramazza, mi hanno raccontato che Averno è stato rifiutato dalla mamma alla nascita, e si è salvato grazie ad una gatta zia che lo ha allattato giusto in tempo, prima che morisse di fame. Forse per questo era il più minuto fra tutti i gatti di quella cucciolata. Secondo la mia veterinaria ha il capino più piccolo del normale proprio per questo motivo. Ma Averno non si è mai piegato di fronte alle difficoltà. Era il più estroverso, imprevedibile, fantasioso e creativo di tutti i gattini che vivevano in questa colonia non seguita, in questo mucchio selvaggio. E' stato il primo a provare ad entrare nella nostra sede dalla finestra, era l'unico gattino che nel gioco non esprimeva solamente la caccia secca all'obiettivo, ma giocava con la sua forza e la sua abilità per prolungare al massimo il piacere del gioco, sia che si trattasse di inseguire una foglia (ci girava attorno due volte almeno prima di afferrarla) che di giocare con gli altri gatti. Aveva scoperto che lanciandosi a tutta velocità contro i gattini più grandi di lui, riusciva ad abbatterli, ed una volta atterrati, ne aveva facilmente ragione in virtù di una maggiore agilità. Nessun altro gattino, curiosamente, ha mai imitato questo suo comportamento. Era (ed è) curioso e un pò avventato, testardo e dolcissimo. L'ho visto impuntarsi con la gatta che lo ha allevato durante una lezione di lotta. Lui apportava delle varianti alle mosse che la gatta gli insegnava e la sua istruttrice cercava di correggerlo. Lui insisteva, e dimostrava nei fatti che seguendo la sua personalissima tecnica riusciva ad evitare gli assalti e colpire la gatta. Finchè la sua istruttrice non si è arrabbiata davvero, ed ha cominciato a fare sul serio. Gli ha impartito una lezione, è vero, ma giocando sulla maggiore agilità, esperienza e soprattutto peso fisico, ma Averno è stato un osso duro, l'ha costretta a dare fondo a tutte le sue energie, e qualche buon colpo lo ha pure piazzato.
Come molti gatti, Averno era fissato con le automobili. Il primo incidente se lo è procurato perchè si era infilato nel motore di un fuoristrada, e quando il mezzo è partito, è riuscito a schizzare fuori con un danno ben al di sotto del minimo sindacale (frattura del femore della zampa sinistra). L'operaio che portava il mezzo è quel tipo che se lo è portato a casa e dopo una settimana lo ha graziosamente ributtato per strada perchè ingovernabile e refrattario ai sani principi di una cosiddetta "educazione" domestica.
Questa esperienza per Averno è stata scioccante: si è ritrovato per strada senza capire il perchè, gli altri gattini non volevano più giocare con lui, perchè l'incidente aveva comunque ridotto la sua mobilità e batterlo era diventato un gioco da ragazzi. Dopo un giorno trascorso in un angolo a meditare, Averno ha fatto la sua scelta: se i gattini non lo volevano più, ha cercato un compagno di giochi tra noi umani. L'unico che non lo ha preso a calci o riempito di improperi o scacciato via sibilando sono stato io. E da allora siamo diventati amici. Dalla lotta siamo passati alle coccole, quando io stanco di sangue e combattimenti l'ho accarezzato. Ma l'ho accarezzato sul serio, senza piallarlo, con sentimento, cercando di fargli sentire attraverso il mio tocco tutto l'affetto che sentivo per lui, e lui ha subito preso l'abitudine di venire ad addormentarsi, al mattino, vicino a me, nel patio della sede, cullato dalle mie carezze. Piano piano non ha permesso a nessun altro di accarezzarlo o comunque toccarlo, per cui è diventato per tutti "il gatto di Paolo".
Quando ha avuto il secondo incidente (frattura all'attaccatura anca/femore della stessa zampetta) io ero eccezionalmente in ufficio non ricordo per quale ragione: di solito, nel momento dell'uscita, controllavo che non si lanciasse davanti alle macchine in uscita dal parcheggio aziendale. Ho solo sentito un urlo terribile, ed un operaio è subito entrato dicendo (in dialetto) "hanno fatto a fette il tuo gatto". L'ho visto a terra, che si trascinava verso la scatola di cartone che avevamo preparato per tutta la cucciolata con le zampette posteriori innaturalmente rigide, contorcendosi e strillando. Quando l'ho accarezzato leggermente sul capino, si è calmato improvvisamente, si è girato di scatto e mi ha guardato. Era felice di vedermi e basta, quello sguardo non chiedeva niente, esprimeva solo la contentezza che io fossi accanto a lui. Ma nel fondo di quello sguardo lucido e sofferente io ho letto una terribile consapevolezza: "sono fottuto". Ho dovuto decidere tutto in un minuto, non c'era tempo. Tutto quello che volevo era che vivesse, e anche se prima non avevo mai avuto animali (meno che mai avrei pensato ad un gatto, animale che detestavo) ho deciso che avrei fatto di tutto non solo per farlo sopravvivere, ma per garantigli quanto più possibile una vita da gatto e non da soprammobile. Il resto... è toda vida !

Ultima Modifica di leucio; 12-12-2022 at 23:57.
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Vecchio 13-12-2022, 09:52   #40
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Hai detto già tutto, la strada nel bene e nel male insegna.

Berenice ha vissuto in strada i suoi primi 5 anni, quando la volontaria l’ha raccolta aveva il diaframma sfondato -si presume- da un calcio e non riusciva a respirare bene. Ricordo le sue radiografie, mostravano gli organi interni che ormai senza barriera erano a contatto con i polmoni.
Non la voleva prendere in adozione nessuno sia per l’età che per l’incertezza del successo dell’intervento. La adottai ancora con la pancia totalmente rasata. Non aveva perso fiducia nell’essere umano, o forse qui l’ambiente la tranquillizzava. Poi arrivò Volland. L’interazione tra loro mostrava la sapienza e la saggezza accumulata in strada da Berenice. Poi, grazie a quattro parole quattro dell’allevatrice di Volland (qui primo ed ultimo gatto non di strada), decisi di studiare zooantropologia cognitiva.
La vita in strada insegna, non è solo libertà, e non è rose e fiori neanche per noi.


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