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L'allevamento e gli allevatori Per chi vuole conoscere meglio questo mondo felino ancora per molti sconosciuto.

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Vecchio 15-08-2020, 07:13   #31
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Predefinito Re: Vendita gatti non di razza, come funziona la legge in merito?

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Originariamente inviato da Stregatta74 Visualizza Messaggio
zampetta non mi risulta sia illegale, qual e' il decreto legge che lo dice?
il mio Artu cosi come gastone sono entrambi gatti di razza, comperati in un allevamento riconosciuto e visibile e NON hanno il pedegree.
scelta mia perche conosco l'allevamento da 25 anni e mi fido solo di loro
Scusami se intervengo ora... posso chiederti come mai non hai voluto il pedigree che costa solo da un minimo di 10 a un massimo di 30 euro?


... A meow massages the heart ...
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Vecchio 15-08-2020, 07:23   #32
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Predefinito Re: Vendita gatti non di razza, come funziona la legge in merito?

Quello che ha scritto Anubi è correttissimo: si possono vendere gatti "di razza" senza pedigree ma NON devono essere dichiarati di razza... sono veri e propri meticci e stop.
Non sopporto chi scrive: "il mio gatto è di razza anche se non ha il pedigree, i genitori lo avevano il pedigree" ehmbè??? e perchè il cucciolo non lo ha???
La cosa che più mi fa arrabbiare è che il motivo per non richiedere il pedigree per un cucciolo non è sicuramente la spesa (anfi per esempio chiede 10 euro agli allevatori e 18 euro agli utenti senza affisso; se non sbaglio il più caro in assoluto è quello di TICA che si aggira intorno ai 40 euro). I motivi quindi possono essere:
- la mamma ha fatto più di 3 cucciolate in 24 mesi?
- i genitori hanno qualche difetto genetico per cui non possono riprodursi? Tipo HCM o testicoli ritenuti? oppure non hanno proprio fatto l'ecocardio?
- I genitori sono stati acquistati come gatti da compagnia quindi si sta compiendo un illecito?

Altri motivi?


... A meow massages the heart ...
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Vecchio 18-08-2020, 19:09   #33
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Predefinito Re: Vendita gatti non di razza, come funziona la legge in merito?

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Originariamente inviato da Aletto Visualizza Messaggio
La domanda iniziale rivolta a Riri era ""ma allora vendere micini non di razza è illegale? C'è una legge che lo vieta?"
Posto che le persone richiedevano 70 euro per un gattino, presumo rimborso spese per vet spesa per l'impegno per aver cresciuto una cucciolata in buona salute (quindi anche buon cibo), questo si può richiedere sia per meticci molto belli che per meticci molto normali ma non per questo meno belli perché un micino adottato dovrebbe dovrebbe essere normale che sia cresciuto in un ambiente che gli abbia consentito uno sviluppo psicofisico adatto alla sua specie, ecco, posto tutto questo: la provenienza della madre e del padre qual era? Erano liberi? e figli di incroci spontanei tra gatti non sterilizzati/castrati?
Alla legge quadro 281/91 sono seguite leggi regionali e regolamenti comunali che prevedono a chiare lettere il diritto di stanziamento di gatti che vivono in libertà vale a dire il divieto a chiunque di rimuovere il gatto dal suo habitat naturale e chi toglie il felino dal proprio habitat commette reato di furto aggravato....I gatti che vivono in stato di libertà sul territorio sono protetti ed è vietato a chiunque maltrattarli o allontanarli dal loro habitat.

Appare evidente che deteniamo gran parte dei nostri gatti illegalmente anche quando non siamo stati noi stessi a sottrarli al territorio di appartenenza e sono figli di figli e pronipoti di gatti sottratti al loro territorio.
Sotto questo punto di vista, che non è più punto di vista ma una legge, non dovrebbe essere consentito alcun rimborso spese.
Che poi si faccia è un altro paio di maniche
Il divieto di sottrarre il gatto libero (che equivale a ferale/randagio) dal proprio territorio deriva da questa legge del 1991. Ce n'era una precedente che stabilisse tale divieto? Non lo so.
Né la legge quadro né la L.R. della Sardegna parla di reati o sanzioni derivanti da questo divieto, o almeno io ad una lettura veloce non li ho visti. Dove si trova il furto aggravato?

La situazione descritta di Riri mi è sembrata chiara, parlava della gatta di una signora.
Gatta intera, con accesso all'esterno, che si accoppia e fa una cucciolata.
Non è una gatta libera, è una gatta di proprietà, ne derivano i vari obblighi sulla cura dell'animale e della prole e del non abbandono.
La gatta è sua, i cuccioli sono suoi, sono nati nella sua proprietà - salotto o cortile che sia - lei può cederli come meticci a titolo gratuito, oneroso o rimborso spese come è stato scritto sopra.

La cucciolata di pochi giorni trovata in una busta nell'immondezza, in una scatola sotto il portone di casa, buttati in un fosso in campagna, non sono gatti liberi, sono gatti abbandonati, in genere la gatta di proprietà, intera e con accesso all'esterno, ha partorito e il proprietario, che avrebbe dovuto prendersene cura, li ha abbandonati a morire.
Era una gatta libera, che ha partorito in cascina, e chi vive o lavora in cascina li ha sottratti alla mamma e abbandonati a morire? Può essere. Come faccio a saperlo? Come ritrovo il loro territorio? Di fatto, nella maggior parte dei casi, non posso, di fatto il loro territorio d'origine non lo conoscono, sono cresciuti in una casa, dove li ho allattati e svezzati, senza alcun insegnamento utile della mamma per vivere in quel territorio.

Diversa la situazione della gatta in cascina, gatta libera, alla quale io sottraggo volontariamente i cuccioli e li do in adozione.
Questo sì, è illegale, questo sì, capita. Mamma sana, gattini sani, che in nome della fantomatica sicurezza e vita fino ai 20 anni, vengono sottratti al loro territorio.

Situazioni di confine, nelle quali è difficile stabilire cosa fare, stabilire in quale fattispecie normativa rientrerebbe, ce ne sono tante.
La gatta della cascina ha abbandonato uno dei cuccioli, perché malato, ha spostato gli altri e questo l'ha lasciato volontariamente da un'altra parte a morire.
Che faccio? Lascio che la natura faccia il suo corso?
Lo prendo, lo curo, lo salvo, e poi? Un gattino che è vissuto a casa, che non ha mai imparato a cacciare, che non conosce il suo territorio di origine, lo considero ancora un gatto libero e lo riporto dove l'ho preso, dove probabilmente non saprà cavarsela?

Mica facile, in molte situazioni.
Sì, in generale si dovrebbe rispettare di più la libertà del gatto, l'aver scelto quel territorio, e accettare anche che questa libertà potrebbe portarlo a una morte precoce.
Però in un contesto urbano, tanti gatti non nascono come gatti liberi, nascono come gatti di proprietà, persi e mai ritrovati o abbandonati da adulti. Gatti che più di una volta sono ben felici di stare di nuovo in una casa, l'ambiente in cui sono nati e cresciuti.
Gatti che arrivano in colonia e sono in palese difficoltà, scacciati, anche malamente e quindi feriti, dagli altri gatti. In un contesto naturale, il gatto si sposterebbe a cercare altre risorse, altri spazi.
In città dove la risorsa è il cibo fornito dalla gattara in colonia, in quello spazio determinato, che può fare? Che dovremo fare noi, osservatori di una situazione in cui non vediamo un miglioramento? Un gatto così, in palese difficoltà, ha lo status di gatto libero o di gatto abbandonato da soccorrere?

Quanto sono labili certe linee di confine
Zampetta16 non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
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