Micimiao Forum di discussione per tutti i gattofili e amici degli animali
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11-02-2023, 20:55 | #41 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Le tecnologie non sono mai neutre, per il semplice motivo che se non rispondono alle esigenze di sviluppare nuovi business o erodere nuovi margini di profitto da quelli già in esercizio, col cavolo che si mettono insieme i capitali, non irrilevanti, che ci vogliono per immaginare, progettare e realizzare una qualsiasi idea. Le piattaforme, i social, le grandi aziende produttrici di software insomma, puntano a mettere a valore il nostro tempo libero. A trasformarlo in una fase di ulteriore produzione di profitto, peraltro non retribuito, attraverso l’estrazione di dati (in soldoni, tutto quello che facciamo on line) che vengono commercializzati per i fini più diversi.
Per una lettura critica dell’esperienza dei cosiddetti ‘social media’ e, più in generale, del baraccone di interessi che sta trasformando la rete in una gigantesca miniera di profitto e di controllo sociale, può essere utile andarsi a leggere le considerazioni in base alle quali la Wu Ming Foundation ha deciso di rarefare a sua presenza sulle piattaforme. Li potete trovare qui https://www.wumingfoundation.com/gia...twitter-addio/ qui: https://www.wumingfoundation.com/gia...ni-di-twitter/ e qui: https://www.wumingfoundation.com/gia...03/degoogling/ E così io mi risparmio la fatica di cucinare il polpettone e voi di leggerlo. Ed ecco perché ritengo che siano l’economia politica, la storia e la sociologia gli strumenti che ci servono di più per comprendere le derive pericolose (tipo Q-Anon, per fare un esempio) che in questi ambienti nascono e proliferano. Più utili ed efficaci del Mito di Prometeo e dintorni. Aggiungerei solo che quando si parla di Facebook (d’ora in avanti, fb) tendenzialmente ognuno di noi tende a circoscrivere il perimetro delle analisi al proprio modo di utilizzo, alle proprie ricerche e ai contenuti che per studio o interesse professionale focalizzano la sua attenzione. Secondo gli ultimi dati che ho trovato in rete, con una ricerca frettolosamente indecente, nel 2021 erano circa 38 milioni gli account italiani su fb (dati Audiweb, cifra lorda, che non tiene ovviamente conto dei profili fake). Secondo voi, quanti di loro trovano, fra le notifiche dei nuovi messaggi, un Nobel che ha postato qualcosa? E, seconda e fondamentale domanda: cosa gira sui profili fb della stragrande maggioranza degli utenti di un paese che in Europa brilla per analfabetismo di ritorno ed emigrazione di laureati? Calcio e ricette di cucina con la pala, filmati di pseudo comici dialettali o quelli buffi (soprattutto quelli in cui per far ridere l’umano si fanno pesanti scherzi di cattivissimo gusto al non umano), predicatori religiosi fanatici della chiesa pre-conciliare o di strane sette protestanti, scalcagnati tribuni del popolo ad alto tasso di qualunquismo becero, pornazzo a go-go, i pronipoti dei televenditori degli anni ’80, gossip (ovviamente), siti di ‘informazione’ di dubbia attendibilità, spesso bufalari doc, e siti di testate locali che sono la versione on-line di Radio Pianerottolo, cantanti neomelodici o di genere inqualificabile, rispetto ai quali il volgarissimo video di Gigione che ho postato a Sonia è un fulgido esempio di musica extra colta. E potrei continuare fino a domattina. Queste cose ho visto scorrere sugli smartphone degli operai, a bassissimo livello di scolarità, delle basi in cui ho lavorato tra Caserta e i confini della Campania con il Lazio, e che vedo ancora girare anche tra impiegati e funzionari della sede centrale, dove lavoro oggi, che qualche libro in mano lo hanno dovuto prendere per forza, magari giusto per giustificare un titolo di studio. Purtroppo, è così, perché questa oggi è l’Italia. E non è possibile e sensato azzardare riflessioni e analisi sull’uso, la funzione ed i rischi senza tenere conto di quello che è l’uso di massa dei social. Non l’uso che fanno Sonia o Aletto. Non ha molto senso, almeno per me, riferirsi solo al quintile più istruito della popolazione, capace di un uso consapevole e virtuoso dei social. Si rischia di finire intrappolati nella ‘sindrome di Narciso’, o peggio ancora di fare madornali errori come quello in cui incorse l’amministrazione Obama con la storia delle ‘rivoluzioni arancioni’ nei paesi arabi. Per chi non ricordasse, furono promosse via fb manifestazioni e movimenti di protesta in tutti i paesi medio orientali, in cui la base di massa era quel poco di piccola e media borghesia urbanizzata, di gusti e cultura occidentalizzanti, che rivendicava il diritto a vivere in una società più moderna, strutturata sui valori e sulle economie dei paesi del ‘primo mondo’. Dopo una breve fase in cui furono queste forze a tenere la scena, sostenute dal circuito mediatico occidentale che vaneggiava di rivoluzioni dolci e di ruolo di fb come creatore di libertà e democrazia, la piazza è stata conquistata dai fondamentalisti islamici, che sempre tramite fb hanno mobilitato le masse di poveri analfabeti delle periferie e delle campagne, spazzando via ogni altra forma di critica alle classi dirigenti di quelle nazioni, con gli esiti drammatici che abbiamo visto soprattutto in Siria. That’ all folks. |
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11-02-2023, 21:26 | #42 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
@ Aletto
"sussunzione della vita umana sotto il controllo degli algoritmi", perché non l'ho capita /QUOTE] Probabilmente sarei stato più chiaro se avessi aggiunto le parole 'e delle logiche di mercato', perchè gli algoritmi cui mi riferivo erano soltanto quelli che sovraintendono al funzionamento delle macchine complesse ed elaborano i 'big data' che da esse si ricavano. I cambiamenti, come le intrusioni ostili, non avvengono quasi mai ex abrupto. Richiedono una preparazione più o meno lunga, perché siano accettate come normali. Per ora, gli algoritmi di cui sopra non fanno altro che rispecchiare molti aspetti culturali deteriori, molti pregiudizi della società in cui viviamo. Ci sono molti studi statunitensi in proposito, specie sul razzismo e sull'antifemminismo impiantati nei criteri di valutazione di questi strumenti. Ma non escludo che se domani qualcuno dovesse trovarlo profittevole, lentamente gli algoritmi saranno progettati per far crescere non solo le orecchie, ma anche la proboscide ai nostri poveri alberelli. Con la protezione delle Leggi del mercato e del profitto. Spero che questo post, almeno nella sua parte finale, sia un'eccezione rispetto alla ormai accertata 'sindrome di Cassandra' di cui soffro, in tutti i sensi, le pene dai tempi del liceo. |
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12-02-2023, 12:07 | #43 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Cit dal primo link: “Facebook si vende i miei dati? E che c’è di male? Il controllo? Controllo di cosa? La privacy? Ma perché, hai qualcosa da nascondere? Io no! Male non fare, paura non avere, ecc. ecc.”
Credo che il primo di quei link trasudi disprezzo e frustrazione che, psicologicamente, non poteva far altro se non culminare nella figura –lacaniana- di Narciso come tramite per raggiungere i suoi obbiettivi. Anche i carabinieri hanno i nostri dati, ci controllano, sanno anche che marca di dentifricio usiamo. Anni fa, tempi universitari, fui convocata al comando regione lazio del nucleo investigativo, e andai. Fui interrogata e dovevo rispondere a domande che non sapevo quale scopo avessero, quando dissi che se avessi saputo da loro qualcosa in più avrei potuto dare risposte più precise mi fu risposto (giustamente) che non era dato sapere niente. Le domande erano così precise che capii che se inavvertitamente avessi sbagliato risposta o avessi fornito altrettanto inavvertitamente una risosta incompleta, loro rigiravano la domanda facendo trapelare in qualche modo quello che già sapevano, chi era mio padre e che lavoro faceva, quanti fratelli avevo, chi erano gli altri parenti e quanti figli avevano e dove abitavano ecc. Tutte informazioni facilmente reperibili per carità, ma quella per me fu paura -perché loro sanno ed io non so- che si risolse in una bolla di sapone. Altro che il controllo e la vendita dei dati su fb! Certo, i nostri dati sono facilmente ottenibili anche se le finalità sono molto diverse perché provenienti da lavori molto diversi e niente affatto paragonabili. Molti anni fa andai a cena da Nemer Hammad ora deceduto, se non ricordo male erano presenti Mahmoud Darwish -anche lui ora deceduto- ed il fratello di Yasser Arafat. Non ero l’unica donna presente, e la conversazione tra noi era banale. Mi trovai lì perché l’allora mio compagno era regista e stava scrivendo una sceneggiatura per un film pro-Palestina. Successivamente vennero qui in casa per un’altra amena serata. Pensate forse che non ci sia al ministero dell’interno un dossier che mi riguarda e ora forse archiviato/cestinato? I carabinieri su di me hanno sicuramente anche altri dati relativi a persone che ho frequentato e quando una di loro mi disse: ho un nome di battesimo che può essere usato, era chiaro che quella persona su di me già sapeva di tutto e di più, e vi assicuro che non è piacevole la conoscenza filtrata da precedenti informazioni ottenute per vie traverse. Per forza di cose capite facilmente che dei miei dati su fb mi interessa poco. Non ho un profilo fake e non mi sento in pericolo, qualora mi sentissi in reale pericolo andrei alla polizia postale. Altre persone agiscano come vogliono, anche il non agire è un'azione. Non mi sento inghiottita dalla macchina che fabbrica soldi, e il mio profilo fb è di una noia mortale. Più che altro ci sono articoli che non voglio perdere. Tornando alle tecnologie mai neutre, il sito Meduza prima di essere credo definitivamente oscurato, usava le sue app per diffondere i suoi articoli. E a proposito di AI sembra che chatbot Bard, che dovrebbe essere la risposta di google a chatGPT, abbia esordito con un errore clamoroso Sinceramente, con tutta la buna volontà, partire dall’animalità ed arrivare alla cacca di Narciso (scusate la brutalità, è un riferimento ad un film di Germi nel link) non mi sembra possa dare alcun contributo. Gli altri link, temendo che possano cavalcare la stessa onda, preferisco non aprirli perché la rete è anche un amplificatore esponenziale di rabbia e di odio più o meno goffamente camuffati. L'odio ci separa dalle animalità non umane. "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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12-02-2023, 17:24 | #44 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Cosa sta succedendo? I Led Zeppelin risponderebbero così https://youtu.be/KqF3J8DpEb4 (e come dargli torto). Ci stiamo avvitando in una brutta e pericolosa spirale che va fermata subito. Come (non) sai, io non sono su fb, inizialmente per diffidenza e per le cose che vedevo girare sugli smartphone dei lavoratori in servizio presso la struttura dove lavoravo. Poi leggendo e documentandomi, ho radicalizzato la mia posizione. Il che non significa non sapere (o capire) che esistono piccole nicchie anche in postacci come fb in cui è possibile un dialogo sereno ed a livelli alti. Gruppi per specialisti come te.
I link che ho postato non erano un attacco mascherato a nessuno. Se attacco qualcuno, o voglio polemizzare, lo faccio a viso aperto, direttamente. Pensavo fosse un modo per fornire un’analisi generale, ovvero basata sui grandi numeri degli utenti e dei contenuti, molto più precisa e documentata di quanto sia capace di fare io. Ho letto e riletto i link, e non capisco come tu possa ritrovarti in quelle categorie. La leggerezza con cui liquidi la mercificazione dei dati individuali degli utenti è in fondo un peccato veniale, che nasce dal ridurre l’analisi di un fenomeno complesso alla sola propria esperienza individuale. La scudisciata, che c’è in quei link, è tutta per quei soloni politicamente ex qualcosa che pontificano sui massimi sistemi, come i famosi primati della chiesa ortodossa che discutevano del sesso degli angeli mentre i turchi sfondavano le mura di Costantinopoli, ossessionati dall'idea di contare qualcosa. Tu non c'entri niente con questa gentaglia. |
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12-02-2023, 19:00 | #45 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Infatti io non mi ritrovo in quelle categorie, non so quali perché di link ne ho aperto solo uno, e mi sono limitata a constatare e commentare dal mio punto di vista –non da quello di altri- ciò che era scritto in quel link. E secondo me, non avendo analizzato con leggerezza quell’unico link aperto, non ho commesso alcun peccato, ammesso che non sia peccato avere un punto di vista.
Ma è esperienza di quasi tutti che, per es, le banche sanno tutto di noi, il che le rende molto pericolose e vulnerabili ai controlli sui fatti nostri. I link non li hai scritti tu, e la mia non era quindi una valutazione ad personam. Perdonami ma, ancora una volta, tutto questo per me non dà nulla di nuovo all’animalità. O forse sì. "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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12-02-2023, 19:25 | #46 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Era solo per dire che non c'era nessuna intenzione di offenderti, attaccarti, aggredirti etc.
Sul sapere tutto di noi, il terzo link si apre, dopo un cappello poco significativo sulla pandemia, con un bel raccontino che spiega la differenza fra le mappature che possono fare le banche, i carabinieri etc. e la possibilità di assemblare più dati 'molecolari' che le majors del settore hanno sviluppato. Al punto che, anche in luoghi più attendibili di quel sito, si parla del 'capitalismo della sorveglianza' come ultima frontiera dello sviluppo delle attuali società umane (capofila, manco a dirlo, la Cina). Prima della tempesta sui social , stavo cercando di dire che per una specie umana che non riesce più a vedere quello che guarda, diventa complesso immaginare un percorso di ridefinizione di sè in termini diversi dal dominio assoluto sulle altre specie viventi. Da qui il 'passo di montagna'. Poi, c'è stato il Grande Deragliamento'. Ultima Modifica di leucio; 12-02-2023 at 19:32. |
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25-02-2023, 12:13 | #47 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Provo a tirare una riga ed andare avanti. Non è semplice, ma ci provo lo stesso. Non ho una grande familiarità con questi temi, fino alla mia iscrizione a questo forum non immaginavo neanche che esistesse un dibattito culturale e scientifico che sistematizzava, argomentava una serie di sensazioni e di idee (oggi direi più intuizioni che idee) che in qualche modo facevano parte del mio modo di sentire e spendere gli spiccioli della mia vita.
Saranno state le suggestioni latinoamericane della ‘Pachamama’ che già giravano all’epoca, ma la mia consapevolezza di essere parte, e non padrone, del mondo che mi circondava si è formata nel piacere di stendermi sui prati o fra le rocce, guardando il panorama ‘a livello filo d’erba’ ed infilando le dita nella terra, come a sancire un legame, oscuro e profondo. In tutte le notti infinite, ritto nel vento o con l’animo piegato sui vetri di un balcone, cullato dalla risacca del mare, a volte tenera, altre furiosa, sussurrando come in una chiesa le mie pene e i miei sogni, a riempirmi di pace e forza per andare avanti. Sarà stata la mia sensibilità, ma non mi sono mai sorpreso se un vivente di altra specie mi guardava: la consideravo una normale curiosità, legittima come quella con cui io guardavo lui. E allo stesso modo sono sempre stato convinto, per un moto dell’animo, che anche i cosiddetti ‘animali’ provassero le stesse emozioni che proviamo noi. Poi. Poi è arrivato Averno, e dalla curiosità ho fatto il salto verso la relazione. Limbica, si dice così quando il punto di partenza è un miscuglio di emozioni, sguardi, movimenti e (anche) suoni? Il punto di partenza, perché una relazione è tale solo se l’attenzione non è rivolta solo alle proprie sensazioni, ma anche alla percezione (e al rispetto) di quelle del proprio interlocutore, umano o non umano che sia. Alla condivisione di un desiderio, di uno scambio tra pari, alla pari. Accanto al feeling deve giocare la sua partita anche una specie di vigile razionalità dolce, per comprendere ed imparare, per raggiungere una consapevolezza ‘superiore’ generata dalla cooperazione tra istintualità e raziocinio. Devono, insomma, entrare in gioco tutte le rispettive caratteristiche comunicative di specie. Umane e non umane (le specie). Se non si è autenticamente se stessi, a un dato punto del proprio percorso e non come essere fossilizzato, in un certo senso nudi come Derrida di fronte alla sua gatta, non c’è relazione, ma solo due soggetti progressivamente sempre più ‘sordi’ che alla fine gridano forte solo il loro disagio. Parto da me, dalla mia esperienza, perché il mio bagaglio di competenze scientifiche è leggero come quello di un hobo che cerca di prendere al volo il treno per una California probabilmente immaginaria, utopistica, come quella sognata dalle mille figure che animano le pagine di ‘Furore’ (The Grapes of Wrath) di Steinbeck. E per questo necessaria, anche se si trattasse solo di sopravvivere. “L'utopia è là nell'orizzonte. Mi avvicino di due passi e lei si distanzia di due passi. Cammino 10 passi e l'orizzonte corre 10 passi. Per tanto che cammini non la raggiungerò mai. A che serve l'utopia? Serve per questo: perché io non smetta mai di camminare (Eduardo Galeano). Anche a costo di qualche inciampo. Come potrebbe, per esempio, essere un dubbio, un’esigenza, una considerazione che voglio tenere graficamente distaccata da questa riflessione. E cioè la difficoltà che provo ad utilizzare termini come ‘animale’, «la trappola che ci divide dagli altri animali», una parola «che pensa al posto nostro e quindi automaticamente a tutto il già pensato in proposito» (citazioni da post di Aletto del 23/01/23, pag. 2 di questa discussione), e ‘animalità’, che da animale deriva e discende, trascinandosi inevitabilmente dietro tutti gli equivoci e le contraddizioni della sua origine, nonostante l’affascinante definizione («è un pò come l’elettrone della fisica quantistica che è sia lì che qui, senza dividersi e senza mai riunirsi») che ne da Aletto, e che io grossolanamente traduco così (il riferimento è ai primi versi, ovviamente): https://youtu.be/UlKrH07au6E . Troppo spesso, sento l’uso di questi termini come un limite, una contraddizione rispetto ai concetti che tento faticosamente di esprimere. Temo di stare scrivendo uno sbrego indecente, e forse quella che segue è solo una fuga in avanti da neofita ignorante, ma mi trovo a pensare e ripensare che per fare un passo avanti sia necessario superare (dialetticamente, quindi facendo un passo avanti nella definizione delle varie specie viventi e nella teoria) anche il termine ‘animot’ di Derrida, comunque fondamentale per mandare in mille pezzi la concezione cartesiana del rapporto uomo - altre specie viventi. Ho bisogno di parole nuove, per dischiudere nuovi orizzonti. Ultima Modifica di leucio; 25-02-2023 at 12:18. |
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25-02-2023, 16:15 | #48 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Ieri sono stata con amici nel mitreo delle terme di Caracalla, per vedere una delle tante facce, dei tanti tentativi dell’uomo di imitare se stesso, la performance ha questo titolo: Lessico animale.
Il luogo è molto suggestivo, la musica/suono era quasi da trance se non ci fossero stati gli uomini di oggi e di sempre ad assistere e vivere un richiamo familiare. Come al solito spero che il link sia giusto e si apra: https://www.rainews.it/amp/video/202...093924037.html "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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25-02-2023, 16:47 | #49 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Sono contento di sapere che sei uscita per una serata stimolante.
In un posto suggestivo come le Terme di Caracalla, poi... Non avevo mai visto il Mitreo che vi è ospitato, e ti ringrazio per questa 'chicchetta' che mi hai regalato. In realtà non ho mai visto un Mitreo, che mi incuriosirebbe parecchio. A Santa Maria Capua Vetere, l'antica Capua romana, ce ne è uno, una strana costruzione, piccola e abbandonata fra le sterpaglie ed i rifiuti lungo la via Appia. Ma è sempre chiuso. Stasera esco io, niente di che, c'è la partita del Napoli e da tradizione quando posso la vado a vedere a casa dei miei amici che hanno fatto le foto di Averno che trovi nei miei album. Con loro vive un ragazzo (chiamiamolo così) di 44 anni, una persona dolcissima con seri disturbi, fra cui una marcata tendenza autistica. Con me socializza, e quando gioca il Napoli comincia a martellare i miei amici perché mi invitino. Soprattutto da quando si è convinto che la presenza di Averno "porta bene" . Adesso vado a farmi una "sonicata artigianale": niente ultrasuoni, ma una normalissima doccia con la musica di youtube in sottofondo, poi dovrò uscire. Serenissima serata |
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25-02-2023, 17:34 | #50 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Il mitreo di Caracalla di solito è chiuso al pubblico e anche questa performance non è aperta tutti i giorni
"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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