Micimiao Forum di discussione per tutti i gattofili e amici degli animali
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14-01-2024, 23:46 | #41 |
Re: Cosa mi vuoi dire?
Aletto, se arriverà sul forum un esperto di comportamento felino, speriamo che non sia un behaviorista.
Per fortuna ci sei tu; i tuoi interventi sono davvero preziosi, in questi pochi mesi sul forum sto imparando tanto. Ho sempre amato i gatti, ma ora li guardo con occhi diversi e li amo ancora di più. A proposito di Iska, se da un lato mi piacerebbe che non avesse così tanta paura degli umani, dall'altro lato preferisco per il suo bene che sia così. I gatti e in genere gli animali confidenti con gli umani, sono estremamente vulnerabili; con tanta brutta gente che si diverte a far del male ai più indifesi (le cronache lo dimostrano) preferisco centomila volte che Iska sia com'è ora. Certo, avevo pensato che non sarebbe male che ci fosse almeno un'altra persona di cui lei di fida, nel caso per un qualsiasi motivo in futuro ci fossi solo io, ma non fossi più in grado di darle una mano; gli anni avanzano per tutti e io non sono più una giovincella... Ed è lo stesso problema che avrebbero anche i gatti di casa. Mi rendo conto però che sono quei pensieri per ora fortunatamente basati sul nulla, dal momento che sto benissimo e sono perfettamente in grado di occuparmi di Iska e degli altri. È che a volte mi faccio prendere dall'ansia, specialmente quando vengo a conoscenza di casi in cui cani e gatti perdono il loro umano di riferimento e finiscono nei rifugi. Per la macchina, spero che si abitui, ma più che altro che scappi con meno foga. La mia preoccupazione è che invece di scendere giù per le scale si fiondi diretta fuori dal cancello, come faceva fino a un paio di mesi fa, sulla nostra strada dove le uniche auto che possono transitarvi sono la nostra e quella dei vicini che abitano poco più avanti e che la percorrono sempre in velocità. Se mai Iska corresse fuori mentre transitano, l'investimento sarebbe garantito. Pochi giorni fa, guardando fuori l'ho vista che stava di schiena sul balcone, al sole, a un metro dalla porta di casa; penso che se non ci fosse mio marito avrebbe già avuto una mezza idea di entrare. Prima di essere abbandonata qui una casa l'aveva di certo e il ricordo riaffiora, forse. Iska la rossa dagli occhi di luna |
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15-01-2024, 10:30 | #42 |
Re: Cosa mi vuoi dire?
A volte anche se si segue l'indirizzo etologico cognitivo zooantropologico, ma si è caratterialmente behaviouristi, alla fine tra le righe si intravede questa tendenza che inevitabilmente sminuisce ogni soggetto, anche quello umano mutilandolo dalla presenza della mente.
Nessuno è un topo di Skinner o il povero bimbo di Watson, per fortuna questo ormai è assodato. Chissà da dove le viene la paura del rumore della macchina, potrebbe riportarla al ricordo di un trigger potente, ma siamo nell'ambito delle ipotesi. Chissà come era stata nella casa precedente per rimanere così impaurita nel tempo, chissà in quale malo modo è stata catturata. Forse ci sono stati tentativi falliti e forzature meccaniche, o forse lei è così e ci piace che sia così, perché quel suo essere sospettosa è la sua salvezza da ulteriori abusi della sua soggettività. Ricordo che qui quando fu il momento della cattura di mamma e figli per la sterilizzazione/castrazione, la volontaria al secondo tentativo fallito con le buone disse: più di così non voglio fare, quella gatta resterà intera qui nel suo territorio. Per le altre due la cattura fu più soft, ma mai e poi mai vorrei riassistere alla cattura di un altro animale. "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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16-01-2024, 00:20 | #43 |
Re: Cosa mi vuoi dire?
Per me gli scienziati o come li si voglia chiamare, che non si fanno scrupolo di commettere nefandezze inconcepibili da chiunque sia in grado di provare un minimo di empatia verso tutti gli esseri viventi, sono dei subumani della peggior specie.
Lo stesso Mengele se invece di essere dalla parte perdente fosse stato da quella dei vincitori, avrebbe continuato imperterrito con i suoi esperimenti. Esattamente come i vincitori hanno continuato a fare per decenni e decenni; ho letto in merito dei rapporti che fanno accapponare la pelle e non sono riuscita ad arrivare fino in fondo, tanto quella lettura mi ha fatto star male. Penso che in Iska la paura del rumore del motore dipenda dal trauma di quando è stata catturata la scorsa primavera; due trappole, in una lei e un figlio, nell'altra gli altri due cuccioli. Gabbie caricate in auto e portate dal veterinario a circa 25-30 chilometri di distanza, in una città trafficata. Ho l'impressione che ora lei, anche se è ancora nella cuccia, come sente qualcuno che sale in macchina stia già aspettando l'accensione del motore, pronta a schizzar via. Non è il rumore in sè che la spaventa così tanto, ma la spiacevole esperienza di cui quel rumore era una componente importante, almeno credo. E poi è stata di nuovo caricata in macchina quanndo è stata adottata e come se non bastasse, altro viaggio quando l'hanno riportata al gattile e poi l'ultimo, quando l'hanno riportata qui. Invece quando mio marito è in legnaia (che sta esattamente nel locale sotto il pavimento della cuccia di Iska) e spacca la legna con l'ascia...lei non ha nessuna paura, non si scompone; se è nella cuccia, ci resta; se sta mangiando, non fa una piega. Non lo percepisce come una minaccia. Della sua vita prima che comparisse qui dal nulla, ignoro tutto, però potrebbe essere uno di quegli animali adottati durante il lockdown del Covid e poi una volta finita l'emergenza diventati solo un impiccio di cui a un certo punto molti si sono liberati; i cani sovente venivano riportati al canile, mentre i gatti è più facile scaricarli lontano. In quella casa era senz'altro accudita perché aveva le orecchie pulitissime e nonostante fosse estate non si grattava; probabilmente le davano l'antiparassitario. Nella seconda adozione, quella dopo il trappolaggio, non riuscivano a gestirla e stava perennemente sotto il divano, da dove cercavano di stanarla senza successo. Probabilmente lì sotto si sentiva protetta e le è rimasta questa cosa di voler avere un riparo sopra la testa. Qui infatti sta sotto la macchina e generalmente sporge fuori solo la testa, però anche in questo ora noto dei cambiamenti. Oggi per esempio è uscita di lì sotto affiancandosi a me, mi ha pestato una ciabatta e per la prima volta si è strusciata timidissimamente contro la mia gamba. Oggi in diversi momenti le ho accarezzato il fianco e lei ha lasciato fare, non si è neppure girata. Ho scoperto un'altra cosa: a volte mentre striscia il naso sulla mia mano, fa un piccolo scatto come per mordere; di solito ritiro appena la mano, oggi invece l'ho lasciata fare e ho capito che appena intuisce che mi sto ritraendo, cerca di fermarmi prendendomi delicatamente fra i denti la pelle delle nocche. E poi che fa? Mi lascia e si mette a slinguazzarmi la mano. E io tonta che non capivo! Sono molto contenta di ogni piccolo passo che la fa star meglio e di poterla aiutare. Oggi era molto più rilassata del solito, lo noto da come si muove, da come mi guarda, da come finge di scappare per subito tornarmi vicino; questa mattina aveva un aspetto gioioso, come se fosse riuscita a liberarsi di una parte di ciò che la opprime. Iska la rossa dagli occhi di luna |
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16-01-2024, 10:38 | #44 |
Re: Cosa mi vuoi dire?
Secondo me va sempre considerato il contesto storico e politico nell’ambito del quale si sviluppano le scuole di pensiero, non solo scientifico ma anche filosofico ed altre discipline ed anche il contesto geografico. Il behaviourismo nasce in America più o meno durante la prima guerra mondiale, l’etologi classica nasce in Europa. Ma i behaviouristi, per quanto riguarda l’apprendomento, ci hanno lasciato la legge dell’effetto che non è da buttar via ma solo da ampliare, come poi è stato fatto.
Subivamo ancora il retaggio del pensiero cartesiano dal quale ci siamo svincolati definitivamente, per quel che riguarda gli animali, solo con Lorenz e l’avvento dell’etologia classica che però all’epoca dello sviluppo del behaviourismo, aveva una ventina di anni. Più o meno contemporaneamente Pavlov faceva esperimenti violenti sugli animali, questo perché l’animale era ancora una macchina cartesiana. Lorenz intraprende gli studi di etologia classica prima (dal 1935 al 1938e durante la seconda guerra mondiale). Pavolv morì, Waston morì più tardi nel 1958, Mengele ancora dopo. Anni dopo nasce l’etologia cognitiva. Tutto si è concentrato in un arco temporale assai ristretto che includeva due guerre mondiali, una pandemia micidiale, il nazismo che induce Einstein ad espatriare, il suicidio (dovuto ad omofobia) del geniale Turing, la scoperta dell’attività farmacologica della penicillina. Per citare solo sommariamente alcune catastrofi e rivoluzioni del pensiero scientifico. Il rumore del motore in Iska scatena i marcatore somatico, poi se non ricordo male non la usate spesso. Forse potreste prima associare il rumore delle chiavi o qualunque altro segnale ed usarlo come avvertimento per provare a modificare l'aspettativa stressogena, visto che si mette sotto l'auto per trovare riparo. Lo stesso oggetto in uno stato di quiete ha una funzione e in uno stato di attività ne ha un altro. Questo per es è un bel po' behaviourista come metodo, ma almeno mira a depistare la risposta del neurotrasmettitore del marcatore somatico. Cit "Ho scoperto un'altra cosa: a volte mentre striscia il naso sulla mia mano, fa un piccolo scatto come per mordere; di solito ritiro appena la mano, oggi invece l'ho lasciata fare e ho capito che appena intuisce che mi sto ritraendo, cerca di fermarmi prendendomi delicatamente fra i denti la pelle delle nocche. E poi che fa? Mi lascia e si mette a slinguazzarmi la mano." Questo potrebbe far parte del desiderio di un gioco (constatato qualche tempo fa) che si trasforma in accudimento lasciando ampio spazio alla flessibilità di trasformazione comportamentale in un contesto forse ritualizzato. "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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16-01-2024, 23:11 | #45 |
Re: Cosa mi vuoi dire?
D'accordo, consideriamo pure il contesto storico-politico, i retaggi culturali e scientifici, la religione, però non ce la faccio proprio a considerarle come attenuanti.
E il fine non giustifica i mezzi. Questi esseri mascheravano le loro tendenze sadiche, la loro assoluta mancanza di empatia, di compassione, sotto le spoglie dell'uomo di scienza, dello sperimentatore, del ricercatore. Mi è capitato di vedere alcune foto dei poveri cani di Pavlov. Ma come si può!!! E che dire degli esperimenti dello statunitense Harlow negli ultimi anni 60, come il "pozzo della disperazione" dove relegava dei poveri macachi per studiare la depressione? Harlow in un'intevista dichiarò anche: "Non ho alcun amore per loro(i macachi). Non mi piacciono proprio gli animali. Disprezzo i gatti, odio i cani" Miserabile! La macchina la usiamo solo una volta alla settimana. Quando dobbiamo uscire, mi faccio sempre sentire da Iska, le parlo e sa che io sono lì, ma è più forte di lei, si spaventa ugualmente e schizza via. Chissà, forse col tempo potrebbe non spaventarsi più così tanto, ma la vedo lunga, anche se parrebbe esserci qualche leggera avvisaglia di miglioramento. Proprio stamattina siamo usciti, come al solito le ho parlato, ma lei come prevedevo è corsa via, ma devo dire con un po' meno foga del solito, senza stridore di unghie, senza pancia a terra. Forse si sta rendendo conto che non è presagio di sventura. Poi magari la prossima volta fuggirà di nuovo a razzo. È presto per fare previsioni, staremo a vedere. È la prima volta che ho a che fare con un animale libero e in salute, ma allo stesso tempo in difficoltà per il cibo e soprattutto che cerca un contatto con me e viceversa. C'era Vanja, il "mio" micione libero e intero che veniva regolarmente a mangiare, ma lui conduceva la sua vita da gatto e io mi limitavo a fornirgli il cibo; infatti arrivava, mangiava e dopo alcuni minuti o anche subito, se ne andava per i fatti suoi. Con gli altri miei pelosi è stato facile, erano tutti in difficoltà fisica, non sarebbero sopravvissuti se non li avessi accolti in casa e curati. Qui di gatti ne ho sempre visti, passano in giardino o in cortile, ma non ho mai cercato un contatto con loro e neppure loro con me; ovvio che ci si osserva vicendevolmente, ma niente di più. Io faccio parte del loro territorio; loro fanno parte del mio. E invece con Iska è stato tutto diverso, per entrambe, e non so perché, è successo e basta. Ed essendo la mia prima esperienza di questo tipo a volte mi sento non all'altezza della situazione come vorrei essere. Però dal mio punto di vista è una bellissima esperienza e vorrei che lo fosse anche e soprattutto per Iska. Scusa per l'ennesimo papiro, proprio non riesco a sintetizzare, è un mio grande difetto! Iska la rossa dagli occhi di luna |
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17-01-2024, 10:01 | #46 |
Re: Cosa mi vuoi dire?
La contestualizzazione non ha come scopo la giustificazione del pensiero ma la comprensione della sua provenienza. Questo vale per tutte le discipline e correnti di pensiero. Dove e perché è nato il blues, dove e perché è nato il decadentismo e via dicendo.
Che alcuni abbiano utilizzato il contesto per assecondare le proprie tendenze è fuori dubbio, come è fuori dubbio la deriva del pensiero cartesiano riguardo l'altro animale, per il resto del suo pensiero Cartesio non è da demonizzare. Guardiamo per es alla rana di Galvani (chissà quante rane furono uccise e non solo da lui) e alla sua applicazione, più tardi, anche su un essere umano decapitato. Di roba macabra ce n'è tanta e per fortuna il metodo scientifico ora ha molti strumenti non invasivi. Ciò non toglie che di pazzi in giro ce ne siano. "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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17-01-2024, 10:42 | #47 |
Re: Cosa mi vuoi dire?
Capisco.
Non si può buttare tutto; d'altra parte ogni medaglia ha il suo rovescio. Iska la rossa dagli occhi di luna |
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25-06-2024, 00:12 | #48 |
Re: Cosa mi vuoi dire?
Sono passati 5 mesi e mezzo dall'ultima volta che ho scritto in questa discussione.
Iska non si allontana praticamente più dal giardino e le rare volte che lo fa si limita a pochi metri, restando sempre bene in reciproca vista. È come se lei avesse tracciato un confine invisibile che per sua scelta non supera. Come tutti i gatti, Iska è a socialità facoltativa e, nella fattispecie, non ha socializzato con nessuno dei suoi simili che di tanto in tanto passano per il giardino, anzi, quando le capita di notarne uno, si precipita a cacciarlo oltre il confine fisico della mia...ed evidentemente anche sua, proprietá. Non ha socializzato neppure con mio marito, pur vedendolo quotidianamente, ma ora, se non altro, non corre più via spaventata, ma si limita ad allontanarsi abbastanza tranquillamente. Con me invece il rapporto si è evoluto, è maturato. Il garage è sempre il posto in cui si sente più sicura, ma si lascia avvicinare anche all'aperto e talvolta mi annusa timidamente la mano. È comunque evidente che si fida di me e lo noto per il fatto che si sdraia in cortile dandomi le spalle, anche se...fiducia sì, ma comunque con sempre disponibile la via per un'eventuale fuga. In garage invece è tutta un'altra storia, è lì che si scioglie in mille moine, che si appoggia pesantemente a me, che preme la fronte contro la mia mano, che si lascia accarezzare dalla testa fino alla punta della coda, rigorosamente ad occhi chiusi, facendo un mare di fusa o che si lascia stropicciare le orecchie, sempre ad occhi chiusi, facendo la pasta e le fusa. Posso tranquillamente avvicinare il viso al suo musetto quando le parlo e per tutta risposta strofina la bocca sulla mia mano, spesso perdendo gocce di saliva mentre mi guarda con occhi gioiosi. A volte mentre sono accovacciata si sdraia accanto a me, allungando una zampa per sfiorarmi la mano; capisco che la voglia sarebbe di fare di più, ma non si sente ancora pronta, come del resto non lo sono neppure io, che in quell'occasione vorrei toccarla, ma per ora me lo impedisce il timore di essere troppo invadente. Certe cose sia per lei che per me verranno in modo naturale, senza forzature, quando sarà il momento in cui entrambe saremo pronte. Per adesso ci godiamo quello che abbiamo raggiunto in questi quasi due anni da quando i nostri sguardi si erano incontrati per la prima volta e visti i presupposti di partenza direi che è già tantissimo dove siamo arrivate. Iska la rossa dagli occhi di luna |
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25-06-2024, 22:11 | #49 |
Re: Cosa mi vuoi dire?
Che bella questa storia ❤️
Anche io ho avuto un gatto semi domestico (più di Iska) per 11 anni, non è stato possibile portarlo in casa ma era comunque al sicuro. I gatti si devono accettare e rispettare per quello che sono...cosa che d'altronde si dovrebbe fare con tutti gli esseri viventi. |
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27-06-2024, 01:33 | #50 | |
Re: Cosa mi vuoi dire?
Quote:
Noi umani tuttavia abbiamo un innato e purtroppo talvolta esagerato istinto di protezione verso chi, a torto o a ragione, consideriamo indifeso, vulnerabile, bisognoso del nostro aiuto per poter vivere. La prima cosa che, in buona fede, cerchiamo di fare è privare gli animali della loro libertà, per poterli avere sempre sott'occhio mettendoli al riparo da tutti i pericoli della vita libera, senza tenere nella dovuta considerazione il loro diritto all'autodeterminazione. Poi naturalmente c'è caso e caso. Nella mia esperienza personale ho trovato il gatto di strada adulto, malato e bisognoso, che accolto in casa e curato, poi non ha mai più voluto mettere letteralmente piede fuori casa, per tutta la sua vita. Siccome non sono mai andata a cercarmi di proposito un gatto, mi sono limitata ad aiutare quelli davvero bisognosi, i classici rottamini impossibilitati a badare a se stessi e sopravvivere liberi e questi sono sempre rimasti a vivere tra casa e terrazzo. Vanja, un altro micio di cui mi sono occupata per un decennio, era però adattissimo alla vita libera e quella ha scelto fin da subito; in casa è entrato fugacemente alcune volte i primi tempi, poi ha optato definitivamente per il fuori; il mio aiuto quindi è rimasto il cibo e un posto in giardino al riparo dalle intemperie, quando lo desiderava...e un po' di compagnia a distanza. Con Iska è più o meno la stessa cosa. Dico "più o meno" perché lei finora, a differenza di Vanja, pur non avendo mai cercato di entrare in casa, vedo che ne è molto interessata. Vanja frequentava il giardino indifferentemente come il territorio circostante, Iska invece ha eletto il giardino a "sua casa" e non si allontana. Con Vanja non c'era un rapporto fisico, al massimo talvolta si lasciava sfiorare con un dito la punta del naso...ma una sola volta e non di più, tuttavia c'era un legame affettivo profondo tra di noi. Ho sempre rispettato il suo modo di essere, così come sto rispettando quello di Iska. Lei però il contatto fisico lo cerca, vedo che ne ha piacere ed io non mi tiro certo indietro; fa piacere anche a me, eccome. E poi c'è anche tutto il resto fatto di gesti, sguardi e reciproca comunicazione vocale. Due dei gatti che ora vivono con me potrei lasciarli uscire, se lo volessero, ma dove abito adesso non ci sono le condizioni adatte, rischierebbero di essere avvelenati, vista certa brava gente nei dintorni... È anche un po' la mia paura per Iska, però visto che ha scelto di non allontanarsi dal giardino per ora posso stare relativamente tranquilla. Siamo sempre lì: il problema è la cattiveria umana ed io non sono disposta a mettere a rischio l'incolumità fisica dei miei gatti. Se abitassi in un posto sperduto, lontano dalla gente, i mici sarebbero liberi di uscire a loro piacimento. Sono ben consapevole che la vita libera comporta comunque dei rischi, anche di predazione e e sono disposta ad accettarli. Quello che non accetto è il rischio derivante dal comportamento umano. Iska la rossa dagli occhi di luna |
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