Micimiao Forum di discussione per tutti i gattofili e amici degli animali
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26-02-2023, 14:48 | #51 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Ma almeno ogni tanto lo aprono, per una performance come quella cui hai assistito tu, per una mostra, o magari semplicemente per lasciare che i cittadini ne possano ammirare la bellezza!
Qui da noi, invece, molti spazi giacciono nel più totale abbandono, spesso sono perennemente chiusi. Estranei al godimento dei cittadini e dei turisti. Talvolta sono pressoché irraggiungibili o non visitabili nella loro interezza, perchè parti delle strutture sono state tranquillamente inglobate in vecchi palazzacci ormai fatiscenti. Un esempio per tutti: il famoso Teatro di Neapolis, da cui partì la famosa tourneé di Nerone conclusa con l'incendio di Roma, è solo parzialmente visibile nei suoi pilastri ed archi esterni, parzialmente rimasti in piedi lungo il tracciato di via dell'Anticaglia (il decumano superiore della città greca), mentre le gradinate spuntano qua e la in cortili interni (assieme a sezioni dell'area del palcosccenico) o addirittura per gli ordini superiori all'interno di alcuni appartamenti privati. |
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26-02-2023, 17:56 | #52 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
C'è da aggiungere solo che, grazie a questo abbandono istituzionale generalizzato, si è ormai consolidata un'economia illegale che ormai non conosce argini: la depredazione dei siti archeologici, e lo scavo abusivo in aree di cui le varie Soprintendenze non hanno nessuna cognizione.
Nella zona in cui abito, c'è una marea di muratori, giardinieri, operai avventizi e quant'altro che arrotonda o sopravvive grazie a questo tipo di attività. I Campi Flegrei, fra l'altro, sono una vera miniera a cielo aperto da questo punto di vista, basti pensare alle miriadi di ville della classe dirigente romana dislocate tra Baia e Pozzuoli, alle strutture a servizio della Classis Misenensis, la flotta che aveva come base capo Miseno, e le mille e mille tenute agricole disseminate lungo la via Campana e la Domitiana, che collegava Pozzuoli alla via Appia. Molti dei siti che vengono oggi depredati sono perfettamente sconosciuti alle Soprintendenze e agli stessi archeologi. Sono un "campo franco" che viene ininterrottamente saccheggiato, soprattutto di notte, ancora oggi. Anche se non mi occupo più di certe storie, la tentazione di farmi un giretto per le mie zone con una persona che ho conosciuto e che faceva questo, diciamo così, mestiere, c'è ancora. |
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22-01-2024, 12:03 | #53 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Riprendo per un momento riportando le parole di Roberto Marchesini:
Avete mai incontrato un animale? Io no. Ho incontrato cani, lucertole, vespe, gatti, cavalli, ma animali proprio nessuno. Come potrei allora definire l’animale per come si manifesta, se in realtà non gli è dato di apparire? Come in un ballo in maschera, l’animale non si fa vedere, si cela dietro la maschera della specie quasi che non volesse rivelare la sua identità. Ma forse le cose sono più semplici. Non può esistere l’animalità se non in forma declinata nella specie e io non mi accorgo di partecipare alla grande festa della vita, io pure dietro la mia maschera. Grazie "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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23-01-2024, 16:57 | #54 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Non ho le basi e ancor meno le competenze per affrontare un tema restando sul livello (alto) di questa discussione, però una mia idea ce l'ho.
Anemos e l'aria che spira, è il vento, è il soffio vitale, è l'essenza della Vita, è quella che i cristiani chiamano anima. Quindi essere animali significa avere in sè l'anemos. Accomuna tutte le specie, che siano cani, gatti, uccelli, umani, pesci e via dicendo. Siamo tutti animali, lo siamo tutti noi che respiriamo, che viviamo la vita secondo le caratteristiche della nostra specie di appartenenza. Non so da quale momento l'essere umano abbia deciso di tirarsene fuori, mettendosi arrogantemente un gradino sopra tutti gli altri animali, denigrandoli fino a considerarli alla stregua di oggetti di cui disporre a piacimento, nella vita e nella morte. Oggi dare dell'animale a qualcuno è un'offesa. Mi disturba l'idea di attribuire l'appellativo di animali alle specie viventi non umane. Ma d'altra parte come fare per indicare i non umani in generale? Qui sul forum con alcuni utenti si può tranquillamente utilizzare il termine "animali" perché abbiamo coscienza del suo vero significato, della sua essenza. Ma non è così con tutti; anche qui c'è chi considera gli animali non umani, pur molto amati, come inferiori agli umani; tanto o poco non fa differenza, l'idea di fondo è quella. Per non parlare delle persone con cui ci si rapporta nella vita quotidiana. Ho notato profonde differenze nel concetto di animale e animalità, addirittura fra componenti dello stesso nucleo familiare, consanguinei, e questo mi spiazza e mi rattrista. Forse noi umani ci siamo impigriti adagiandoci sugli allori dell'avere la facoltà di parlare e non abbiamo più voglia di ascoltare e comprendere chi non dispone di questa nostra caratteristica; forse solo i bambini lo fanno, almeno finché non vengono indirizzati dagli adulti verso il credo dell'umana superiorità. Però se siamo capaci di mettere da parte questa differenza fra noi e loro, perché a ben guardare non è poi così fondamentale ai fini della reciproca comprensione, e invece di giudicarli mancanti di qualcosa rispetto a noi, quindi inferiori a noi, ci sforzassimo di osservare gli animali non umani, scopriremmo che è possibile un diverso modo di rapportarsi. Senza la distrazione della voce, si può comunicare con lo sguardo, con un fremito del corpo, con una postura, con un'emozione, con un "rumore"; è possibile stabilire un reciproco canale di comunicazione che non ha bisogno di parole umane. Forse così riusciremmo a capire meglio gli animali altri da noi e accetteremmo finalmente il fatto incontestabile di essere noi stessi animali, semplicemente di una specie diversa dalle moltissime altre che popolano il pianeta che ci ospita. Iska la rossa dagli occhi di luna |
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23-01-2024, 19:05 | #55 | |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Questo è ripreso dal primo post:
Quote:
L’uomo si è distaccato fin da sempre dagli altri animali, considerando anche la donna diversa ed altro dall’uomo. Eppure ascoltando i paleoantropologi che definiscono ominini (non ominidi) il nostro genere e specie, già il confine si assottiglia fino a scomparire quando ci includono tra le grandi scimmie. Ascolta oggi ascolta domani, leggi oggi e leggi domani, alla fine sono una grande scimmia. Al livellamento definitivo tra noi di sopra e loro al di sotto hanno contribuito le neuroscienze. So bene che è un concetto difficile da assimilare anche qui, e lo abbiamo notato. In letteratura tra i biologi evoluzionisti è scritto chiaramente dapprima gli altri animali e poi “da ora in poi animali” dando per assodato che chi legge possa anche capire. Non hanno la parola come noi la intendiamo, che tra l’altro dal punto di vista evolutivo ci ha dato problemi compensati e per questo è stata selezionata come favorevole per l’evoluzione, ma si possono esprimere perfettamente. Basta capire che lingua “parlano”. E ti assicuro anche che il grande piedistallo sul quale ci siamo messi da sempre, è stato in gran parte annullato dalle neuroscienze. PS: il livello non è alto, è che non sappiamo di “partecipare alla grande festa della vita” "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne Ultima Modifica di Aletto; 23-01-2024 at 19:09. |
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24-01-2024, 16:33 | #56 | ||
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Quote:
La donna, il maschio (minuscolo), il bambino finché era nella sfera di influenza della madre probabilmente avevano un diverso rapporto con gli altri animali. Me lo fa pensare il fatto che spesso gli animali sono stati e sono accostati alla donna come se ci fosse un canale di comunicazione privilegiato fra questi esseri "inferiori" all'uomo Maschio, appartenenti a specie diverse; donne e lupi, donne e gatti, donne e... Credo che l'unica donna rappresentata in un rapporto di dominio e violenza sull'animale sia la mitica Maria della tradizione cristiana che schiaccia la testa del serpente. E chi abbia avuto la brillante idea la dò al 100% che non era certo una donna. Quote:
Saranno le future generazioni a compiere il salto di qualità, la vera rivoluzione deve partire dal basso; le generazioni attuali sono ancora troppo legate all'idea della superiorità dell'uomo sugli altri viventi. Certo ci sono le eccezioni, ma non hanno molto peso. Per di più, la gran parte degli umani non si interessa certo a questi temi; meglio i videogiochi, lo sport da divano, i programmi di cucina, i talk show, per non parlare di (ir)reality. E pensare che basterebbe osservare gli altri animali senza idee preconcette per capirli e capire noi stessi, la nostra animalità, che non è dissimile, anche se si manifesta con sfumature specie specifiche. Iska la rossa dagli occhi di luna |
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24-01-2024, 19:16 | #57 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Certo perché la madonna che schiaccia il serpente (che non è un animale qualsiasi, ma satana) è una descrizione bellissima e fantastica dell’apocalisse di Giovanni:
“……una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni. Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli…..” L’apocalisse è da leggere e secondo me che sono atea, e andrebbe letta da atei per abbracciarne i significati e la mentalità che in seguito ci ha permeati. Idem la Bibbia. Ma io li leggo con interesse e serenità, senza pensare a maschi e femmine ma a persone. Non riesco a fare distinzione di genere, mentre qui forse ci sono persone che ne fanno. Della Bibbia ho letto poco. Ho letto i vangeli apocrifi: finalmente storie che possono essere vere, ma non vorrei non avere rispetto per i credenti, e se così fosse sembrato, me ne scuso. Hai mai visto il film Brian di Nazareth? È da rotolarsi dalle risate. C’erano animali sacri a dee e dei greci ed egizi. La donna nell’antica Grecia aveva obbligo di portare il velo in testa e non se la passava molto bene. Da quanto ricordo fa eccezione Aspasia, la donna/amante di Pericle, che in pratica era una ex putt@n@ (scusate ma non so come altro dire) che al fianco di Pericle godeva di libertà assoluta anche nella partecipazione alle assemblee e giochi vari assieme ad altri uomini dai quali era quasi venerata per la sua intelligenza. Le primissime Olimpiadi erano delle mattanze. La donna etrusca era invece molto libera di partecipare tranquillamente alla vita pubblica, più indietro non ricordo. Il delitto d’onore è stato abolito solo negli anni ‘80. Se hai raiplay puoi vedere una serie di interviste interessanti condotta da una giornalista credo americana, sulla condizione della donna da occidente fino ad oriente dai secoli addietro. Non ricordo il titolo, comunque ciclicamente la ripropongono. Comunque, secondo me la donna era considerata un po’ come una via di mezzo fra l’uomo e l’animale. Ma non ci sono segni di questa diversità di genere nella preistoria. Agli albori la società era matriarcale. Ricordo che anni fa lessi un libro credo non più in stampa “Prometeo, Orfeo, Adamo” dovrei ancora averlo tra i miei libri. "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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25-01-2024, 21:57 | #58 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Dell'Antico testamento ho letto la Genesi e l'Apocalisse: il principio e la fine della nostra specie.
Non ridere, ero alla ricerca di indizi: da dove veniamo e come finiremo. Neppure io leggendo penso a maschi e femmine, è questa discussione che me l'ha fatto venire in mente. Non ho mai letto i Vangeli apocrifi, ma ho seguito alcune trasmissioni della rai. E non ho neppure visto Brian di Nazareth; da quel che all'epoca lessi, doveva proprio fare l'effetto che hai detto tu. Iska la rossa dagli occhi di luna |
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25-01-2024, 22:16 | #59 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Ti do la risposta
https://m.youtube.com/watch?v=WGQ7JZ...Z3V6emFudGk%3D "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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26-01-2024, 13:25 | #60 |
Re: Sull'animalità, anche la nostra
Se cercassi la risposta dentro di me, certo che sbaglierei!
Esattamente come sbaglierei cercandola nelle religioni, nei miti. Sbaglierei anche cercandola nella scienza, che ora come ora mi può dare nella migliore delle ipotesi solo risposte parziali; tutto ciò che è umano è in divenire e ce n'è ancora così tanta di strada da fare! Quelle letture per me sono state la linea di confine tra un "prima di" e un "dopo di"... e l'ulteriore "dopo". Avevano il solo scopo di ricerca di un eventuale piccolo indizio. Ma la realtà supera di gran lunga qualsiasi fantasia. Iska la rossa dagli occhi di luna |
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