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Vecchio 27-04-2013, 10:34   #1
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Prem-Kala
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Predefinito Cani & gatti: come farli andare d’accordo

Cani & gatti: come farli andare d’accordo anche se non sono cresciuti insieme
di LAURA BIAGIOTTI e VALERIA ROSSI - “Mi piacerebbe prendere un cucciolo, ma ho un gatto adulto in casa: gli farebbe sicuramente del male…”.
“Amo i gatti, ma non posso prenderne uno: ho un cane già grande, lo aggredirebbe…”
dal sito:http://www.tipresentoilcane.com

Si sentono ripetere molto spesso frasi come queste, tutte basate sulla ferrea convinzione che cani e gatti possano convivere solo se vengono presi entrambi a due mesi di vita.
Convinzione che, in molti casi, impedisce l’adozione di cani (o gatti) visti magari in canili e gattili, che hanno fatto breccia nel cuore dell’umano ma che si teme non possano commuovere altrettanto il cane/gatto adulto già presente in casa.
Così si rinuncia e il povero cagnolino (o gattino) rimane al rifugio: cosa che rattrista molto le persone come noi, che da sempre riescono ad inserire senza troppi problemi cani o gatti adulti in “branchi” preesistenti e formati da altri adulti.
Perché… ebbene sì; quella dell’inimicizia tra cani e gatti che non siano cresciuti insieme è una “cugginata” – ovvero una leggenda metropolitana – almeno al novanta per cento.
Il restante dieci per cento sottintende un fondo di verità, e cioè il fatto che i cani siano predatori e che i gatti vengano considerati “prede” da molti di essi (non da tutti: dipende da come sono stati allevati e socializzati).
Però l’ostacolo è aggirabilissimo: vediamo come e perché.

PERCHE’ E’ NORMALE CHE UN CANE ADULTO ACCETTI UN NUOVO GATTO
Perché, assai prima di essere un predatore, il cane è un animale sociale.
E per ogni animale sociale, la cosa più importante del mondo sono le gerarchie e le regole del branco. Tutto il resto (caccia, cibo, perfino sesso) viene in secondo piano.
Se noi umani siamo considerati superiori gerarchici dal nostro cane (come dovrebbe sempre accadere!) lui accetterà di buon grado l’inserimento di qualsiasi animale a due o quattro zampe che decidiamo di ospitare nel branco.
Se non siamo considerati superiori gerarchici… be’, allora dovremmo rivedere completamente il rapporto con il nostro cane, prima di pensare ad allargare la famiglia!
Ma anche in questo caso, pensate un po’, il cane probabilmente imparerà a rispettare il nuovo venuto: perché il “branco”, nella società umana, è composto da coloro che vivono nel territorio “casa”.
Quindi il cane – in tempi più o meno brevi – tenderà ad accettare pacificamente la convivenza con chiunque rimanga abbastanza a lungo in questo territorio (e tra poco vedremo come).
Questo non significa, attenzione, che sia diventato “amico dei gatti”!
Con ogni probabilità lui continuerà ad inseguire (e a cercare di mangiarsi a colazione) qualsiasi gatto che attraversi la sua strada al di fuori delle mura di casa. Però rispetterà il “nostro” micio…che per lui non sarà più “un gatto”, ma “un membro del branco”.

PERCHE’ E’ NORMALE CHE UN GATTO ADULTO ACCETTI UN NUOVO CANE
Perché qualsiasi gatto può accettare tranquillamente la presenza di un nuovo animale nel proprio territorio, a condizione che non si vada in conflitto su uno di questi tre punti fondamentali: a) cibo; b) sesso; c) rispetto per gli spazi altrui.
Il gatto è un predatore, esattamente come il cane; ma il cane non fa parte delle sue prede naturali, e quindi questo è un problema risolto in partenza.
Per il resto, il gatto non è un animale sociale e non si pone alcun problema di gerarchia.
E’ invece un animale territoriale, che però è in grado di concepisce due diverse opzioni: a) avere un territorio tutto suo; b) condividere un territorio con altri animali, purché questa condivisione non gli procuri fastidi e possibilmente gli porti dei vantaggi (questo spiega l’esistenza delle colonie feline).
Per spiegarci meglio possiamo paragonare la convivenza tra cani alla famiglia umana: tutti sanno che c’è quello che comanda e quello che deve obbedire, quello che decide cosa e quando si mangia, quello che è piccolo e quindi deve subire che un altro entri in camera sua a sgridarlo perché c’è casino, o metta in discussione l’ora in cui si va a dormire.
La convivenza tra gatti, invece, è come la condivisione di un appartamento tra studenti. Ognuno deve avere, esclusivamente in ragione dell’affitto che paga, il beatissimo diritto di farsi gli affari propri nei suoi spazi, con l’unica regola che nessuno invada gli spazi altrui e che non rompa le scatole.
Se il tuo coinquilino commenta l’organizzazione del tuo armadio, lo mandi a quel paese: se torni a casa e lo scopri che dorme nel tuo letto, lo soffochi col cuscino.
Chiarite queste regole di base, nella maggior parte dei casi nascono comunque delle belle amicizie; si mangia tutti insieme anziché fare i turni in cucina, ci si ospita nelle rispettive camere se ce n’é bisogno, si uniscono le lavatrici e si lavano i piatti a turno.
Ma questo non è certo necessario per la qualità della convivenza: per quella bastano le buone maniere reciproche e il rispetto dei reciproci spazi.
Tornando ai tre punti fondamentali per l’accettazione di un estraneo da parte del gatto, vediamo dunque che:
a) non c’è problema per il cibo, che in famiglia è sempre abbondante per tutti;
b) non c’è problema per il sesso, visto che si tratta di due specie diverse che non vanno in competizione su questo punto.
Se ne deduce che dovremo badare solo ai problemi territoriali, facendo si che il gatto non si senta minacciato (e che non gli vengano rotte le scatole) all’interno del territorio-casa.

COME INSERIRE UN GATTO IN UNA FAMIGLIA CANEMUNITA
Se il cane riconosce la nostra superiorità gerarchica, basterà “presentargli” il micio e dirgli un secco “NO!” ogni volta che dovesse manifestare un minimo segno di aggressività nei suoi confronti.
Contemporaneamente dovremo dare al cane premi e coccole ogni volta che il gatto sarà nella stessa stanza, in modo da condizionarlo positivamente nei suoi confronti.
Grandi rinforzi positivi, ovviamente, anche alle risposte “tranquille” e non aggressive del cane.
Nel giro di pochi giorni il cane si renderà conto che il gatto é diventato parte integrante del branco, e sarà lui stesso ad accettarlo per i motivi visti sopra.
Se il nostro cane non è disposto a farsi dire quello che deve fare, allora bisognerà fargli accettare il micio come “residente” senza rischiare però l’incontro ravvicinato di tipo rissoso.
Questo risultato si ottiene sistemando il gatto in una stanza chiusa, con la propria lettiera, le sue ciotole, la sua brandina. All’ora della pappa si metteranno le rispettive ciotole a un metro circa dalla porta (chiusa) in modo che cane e gatto sentano la presenza dell’altro, ma senza vedersi e associando la presenza dell’intruso a un momento piacevolissimo (appunto quello del cibo).
Nei giorni successivi si abbrevieranno le distanze fino a poggiare le ciotole contro la porta, monitorando attentamente le reazioni di entrambi.
Una volta ottenuta una tranquilla indifferenza reciproca si comincerà a socchiudere la porta, dando modo ai due animali di vedersi; infine si potranno portare nella stessa stanza, cercando di mantenere sempre uno “spazio vitale” riservato al gatto.
La cosa migliore è preparargli un “percorso aereo” con diverse possibili postazioni rialzate da terra, e quindi inaccessibili al cane. Il gatto, in alto, si sente sicuro e ha modo di osservare con calma e tranquillità l’altro animale, imparando a capirne azioni e reazioni.

COME INSERIRE UN CANE IN UNA FAMIGLIA GATTOMUNITA
Se il cane è adulto e già socializzato con i gatti, non dovrebbero esserci problemi: basterà tenerlo al guinzaglio per il tempo necessario alla prima “presentazione”, rinforzando sempre l’arrivo del gatto con coccole e bocconcini.
Se il gatto non arriva perché si è ritirato sull’Aventino, non preoccupatevi: la curiosità, prima o poi, lo spingerà ad avvicinarsi, e se il cane è tranquillo il gatto si sentirà subito rassicurato.
Se il cane è un cucciolo, e come tale istintivamente portato a balzare sul gatto per giocarci, se è un adulto non abituato ai gatti o se non conosciamo affatto i suoi sentimenti verso i gatti (come spesso accade con i cani presi al canile), è meglio che il primo incontro avvenga con il cane chiuso in un trasportino. Il gatto andrà sicuramente a curiosare e noi potremo monitorare le reazioni del cane senza correre rischi.
Se vediamo cbe l’approccio è amichevole e interessato, potremo aprire la porta del trasportino (tenendo comunque il cane al guinzaglio); se la reazione apparisse aggressiva, dovremo ricorrere al metodo della stanza chiusa e attendere che i due animali si abituino l’uno alla presenza dell’altro.


" Non vale la pena discutere con chi vuol avere ragione ad ogni costo! Fiato sprecato!"

Maria, Cleo, Dik; May dal ponte.
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