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Il comportamento dei vostri a-mici Se avete dubbi, domande o esperienze sul comportamenteo dei vostri a-mici postate qui.

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Vecchio 07-04-2016, 07:54   #1
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babaferu
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

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Originariamente inviato da alimiao Visualizza Messaggio
Se li considera come ANIMALI e basta, allora sì, per rispettare la loro natura andrebbero fatto uscire, accoppiare, cacciare, vagabondare, vivere in colonie, insomma fare tutto quello che il loro istinto gli dice, anche se è pericoloso per la loro stessa incolumità.
Se li si considera come ANIMALI DA AFFEZIONE, dobbiamo proteggerli come proteggiamo gli esseri viventi a cui siamo affezionati e a cui vogliamo risparmiare, per quanto possibilie, infermità, malattie, traumi e morti violente.
Però Alimiao permettimi di dirti che il tuo pensiero è molto oggettivante, loro sono "da affezione" perchè noi abbiamo deciso cosa devono essere (abbiamo scelto uno tra mille) e devono durare il più possibile per non darci dispiacere.... e questo è anche sicuramente il meglio per loro (però il punto di vista è sempre il nostro....).

Per carità i miei non escono, non ho la possibilità di farlo, tantomeno ora all'8ttavo piano.... però credo che quel che vuole esprimere Aletto è che la cosa fondamentale sia tenere in conto la loro natura.... più della nostra ansia! proprio perchè vogliamo loro bene, il nostro preciso impegno deve tenere conto anche delle modalità con cui i gatti stanno nel territorio, e interrogarsi sul dare loro la possibilità di uscire (piccola o grande che sia lacasa, piccolo o grande che sia il giardino!) non significa essere incoscienti ma.... cercare di soddisfarla!

Quando Gabry -la gattina del centro sociale- si è ammalata di cuore, è stato molto penoso per noi decidere di continuare a lasciarla uscire.... quando l'abbiamo trovata morta -dopo averla data per dispersa 20 gg- senza neanche capire bene come, è stato uno strazio e qualcuno se lo ricorderà. però una malattia cardiaca ti mette seriamente di fronte al paradosso che proteggere può significare fare del male.... gabry era comunque a rischio, era più rischioso lo stress causato dal negare la sua natura, o non averla sempre sotto controllo?

Ritpetit, sei emotivo e fragile..... sicuramente però se ci pensi non è stata l'incoscienza a farti decidere di lasciare uscire Pedro.... e chissà chissà cosa ne sarebbe ora di pedro se tu non l'avessi mai fatto uscire.... purtroppo dei rischi ci sono ma nel valutare va messo in conto che per loro poter vivere il territorio non è semplicemente un di più, ma fa parte della loro essenza, e cercare di rispettarla come hai fatto tu con pedro è un grande atto d'amore.

un bacio grande, ba

ps per aletto.... ehm ce l'ho anche io un ulivetto.... per ora è alto una spanna!
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Vecchio 07-04-2016, 08:58   #2
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Aletto
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

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Originariamente inviato da babaferu Visualizza Messaggio
......Quando Gabry -la gattina del centro sociale- si è ammalata di cuore, è stato molto penoso per noi decidere di continuare a lasciarla uscire.... quando l'abbiamo trovata morta -dopo averla data per dispersa 20 gg- senza neanche capire bene come, è stato uno strazio e qualcuno se lo ricorderà.
Ricordo bene la piccola Gabry e la sua cardiopatia, piccola anima

Quote:
Originariamente inviato da babaferu Visualizza Messaggio
ps per aletto.... ehm ce l'ho anche io un ulivetto.... per ora è alto una spanna!

Ma il mio è trent'anni che sta con me, anzi qualcosa in più, l'ho portato con me nei traslochi, era uno scriccioletto. Non che ora sia sto chissà che, ma Volland ci si arrampica facendomi tremare
Aletto non è collegato   Vai in cima
Vecchio 07-04-2016, 09:28   #3
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Pumadi
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

Questo per me è un argomento doloroso, mi crea molte ansie.

Ho qui Amilcare e Liquirizia che si rotolano al sole, sul letto. Mi sembrano contenti, appagati. Sono ben pasciuti e quando vogliono mangiano.

Però non posso fare a meno di pensare che la loro felicità è quella di chi non sa che esiste altro. Mi immagino me stessa, presa e messa in una stanza, con il cibo più sano che c'è, ogni tanto uno snack, senza dolore fisico né tante pene mentali, la sopravvivenza assicurata. Qualche videogame, qualche passatempo, magari un'amico a cui voler bene. Mi basterebbe? Veramente?

Poi vedo Birba, a casa dei miei, con due terrazze giganti, un tetto, un albero su cui arrampicarsi... ogni tanto fugge dal portone e si fa un giro nel parco dietro casa. Adesso è primavera e lui... non entra più in casa! E' giorno e notte sul terrazzo, a cercare nidi di uccelli.

Io veramente non so, e ogni tanto mi chiedo se veramente la vita breve di un gatto di casa che esce quando vuole e finisce sotto una macchina per andarsene in qualche minuto sia peggiore di quella dei miei gatti che le macchine non le vedono però non possono cacciare, girare, correre veramente se non per otto metri. Certo io soffrirei moltissimo se Birba finisse male... soffrirei io, però. E lui? E loro?


Trudi ora vivi nel mio cuore, ma mi manchi da impazzire... e non soffiare alla piccola Sharon
Pumadi non è collegato   Vai in cima
Vecchio 07-04-2016, 13:21   #4
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alimiao
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Regione: Lombardia
Sesso: Donna
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

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Originariamente inviato da babaferu Visualizza Messaggio
Però Alimiao permettimi di dirti che il tuo pensiero è molto oggettivante, loro sono "da affezione" perchè noi abbiamo deciso cosa devono essere (abbiamo scelto uno tra mille) e devono durare il più possibile per non darci dispiacere.... e questo è anche sicuramente il meglio per loro (però il punto di vista è sempre il nostro....).
In questa discussione non penso ci siano verità assolute, ma solo punti di vista tutti rispettabili, che dipendono anche dalla diversa sensibilità di ognuno.

Per come sono fatta io, sì, i miei gatti sono da affezione (perchè l'ho scelto io), sono "quei" gatti scelti da me (addirittura selezionati da un allevatore, e di una razza, il devon rex, che in natura sarebbe già estinta da 30 anni), devono durare il più a lungo possibile per non darmi dispiacere (nei limiti del possibile e della mia sensibilità.. ad es balconi in sicurezza, uscire fuori col guinzaglio no, vaccini, antiparassitari, però non sono neanche una che fa gli esami del sangue annuali se il gatto sta bene, per dire, altri lo fanno perchè hanno una diversa sensibilità/ansia, io li rispetto). Però non ho mai detto che questo sia meglio per il gatto in assoluto. Ho provato a chiederlo al mio gatto in effetti, ma non mi ha risposto (anzi mi ha guardato come a dire "scemina che fai ancora lì a fissare uno schermo? vieni a giocare!" ) Questo è il meglio per il MIO gatto SECONDO me.
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Vecchio 07-04-2016, 13:17   #5
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Mirrina
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

Se vogliamo fare della filosofia sullo stato di natura (il "male" che ci fa Rousseau dopo 200 e rotti anni è ancora evidente) dobbiamo però definirlo: quando si parla di natura a quale epoca e luogo ci riferiamo? Comprendiamo in questa natura la presenza dell'uomo? Le campagne della pianura padana cinquant'anni fa? L'Europa continentale del '300? L'Egitto dei faraoni? Quale di queste è natura? Se lo sono tutte allora quale differenza discriminante c'è tra queste realtà e la nostra urbana?
(Ovviamente escludo da questo mio ragionamento una realtà "alla Disney", mi sembra chiaro a tutti che non sia mai esistita)
Se le nostre case non sono natura, non lo sono nemmeno i nostri giardini: sono imitatio naturae, mettiamo assieme piante che non crescerebbero negli stessi luoghi, tagliamo l'erba. Allargando il discorso, anche sforzandoci il più possibile, non alimentiamo i nostri animali nel modo in cui lo fanno in natura; non catturerebbero mai un manzo. Anche avendo lo stomaco di dare prede intere sarebbero già morte e surgelate.
Bisogna chiarire il significato di "natura"; ma anche questo è un problema eminentemente umano
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Vecchio 07-04-2016, 21:13   #6
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

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Originariamente inviato da Mirrina Visualizza Messaggio
Se vogliamo fare della filosofia sullo stato di natura (il "male" che ci fa Rousseau dopo 200 e rotti anni è ancora evidente) dobbiamo però definirlo: quando si parla di natura a quale epoca e luogo ci riferiamo? Comprendiamo in questa natura la presenza dell'uomo? Le campagne della pianura padana cinquant'anni fa? L'Europa continentale del '300? L'Egitto dei faraoni? Quale di queste è natura? Se lo sono tutte allora quale differenza discriminante c'è tra queste realtà e la nostra urbana?
(Ovviamente escludo da questo mio ragionamento una realtà "alla Disney", mi sembra chiaro a tutti che non sia mai esistita)
Se le nostre case non sono natura, non lo sono nemmeno i nostri giardini: sono imitatio naturae, mettiamo assieme piante che non crescerebbero negli stessi luoghi, tagliamo l'erba. Allargando il discorso, anche sforzandoci il più possibile, non alimentiamo i nostri animali nel modo in cui lo fanno in natura; non catturerebbero mai un manzo. Anche avendo lo stomaco di dare prede intere sarebbero già morte e surgelate.
Bisogna chiarire il significato di "natura"; ma anche questo è un problema eminentemente umano
Mi piace quello che hai scritto, penso che siano tutte natura. Le città sono piene di natura, basta non andar troppo di fretta. Se non ci fosse noi non esisteremmo
P.S. non trovo mai un colore decente per evidenziare
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Vecchio 07-04-2016, 13:29   #7
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

Secondo me, oltre che al problema nella sua complessità globale, bisogna anche differenziare tra gatto e gatto; penso anch'io che l'unico punto fermo sia che amiamo i nostri gatti e, proprio perché li amiamo, ci facciamo un numero esorbitante di paranoie su cosa possiamo fare per farli star bene psicologicamente, oltre che fisicamente.
Io nella mia vita ho avuto diversi gatti e, riguardo alla questione "uscite", non ce n'erano due che la pensassero allo stesso modo; i casi più estremi erano Maktum (per cui uscire in mezzo al traffico di Torino, con noi che lo tenevamo al guinzaglio, era essenziale come respirare) e Sophie (che in campagna ha smesso di mangiare per lo stress di essere portata in un ambiente diverso dal suo, passando 2 settimane rintanata sotto un letto, tanto che alla fine ho dovuto riportarla in fretta e furia al chiuso dell'appartamento di Torino, insieme a Chiquita per farle coraggio e tenerle compagnia, e qui è "rinata" in men che non si dica). Esmeralda ha passato 8/10 anni in campagna, poi l'abbiamo adottata ed è venuta a vivere in appartamento con noi: lei era la più camaleontica, quando era a Torino, faceva la gatta di appartamento, appena la riportavamo in campagna, usciva a farsi le sue passeggiate, andava a caccia, ecc... Edhel e Chiquita si adattano bene tanto ad un contesto cittadino che alla campagna, anche se non cacciano (cioé, ci hanno provato il primo anno con una talpa, poi si sono prese paura e non l'hanno più fatto); il problema, semmai, è portarcele in campagna, visto che in macchina ci tirano scemi a forza di miagolii.
Quindi, secondo me, non si può parlare in astratto del benessere psicologico di un gatto, senza specificare a quale gatto ci stiamo riferendo, perché, giusto per citare di nuovo i miei, far uscire Maktum era fargli la cosa più gradita al mondo, far uscire Sophie era infliggerle attimi di puro terrore (peggio che portarla dal veterinario). Poi in mezzo ci sono infinite sfumature di gatti che forse sarebbero felici di poter andare fuori, ma non è che soffrano da matti in casa. Personalmente credo che i pericoli sopravanzino il beneficio psicologico e quindi, a meno di avere una proprietà recintatissima e a prova di felino (la mia in campagna non lo è), io mi sentirei meno in colpa a sapere di averlo condannato ad anni di noia, che non a rimpiangere di averlo fatto uscire perché poi l'ha preso sotto una macchina, l'ha sbranato il cane dei vicini, ecc...

Per rispondere ad Ivo, riguardo ai gatti di allevamento vs trovatelli (che esula dall'argomento di questo thread), anch'io preferisco dare una possibilità ad un gatto di gattile e spendere i soldi che avrei speso per comprarlo da un allevatore in pappe di buona qualità, cure veterinarie, accessori sfiziosi , ma devo confessare che vado matta per i maine coon, quindi magari prima o poi avrò anch'io un gatto di allevamento (preferibilmente un adulto). Però anche qui non possiamo generalizzare: magari una persona ha raccolto un gattino da una strada o l'ha adottato da un gattile e poi ha scoperto che quel gattino era ammalato di fiv/felv e magari, nel dolore, ha deciso che d'ora in poi avrebbe preferito andare sul sicuro prendendo il cucciolo da un allevamento anziché rischiare di nuovo con un orfanello. Insomma voglio dire che chi prende il gatto di razza da un allevamento può avere mille altre ragioni, tutte comprensibilissime, oltre alla vanità di volere il gatto crema, blu, con gli occhi ambra/azzurri/verde smeraldo, ecc...

Ehm, che si diceva a proposito di romanzi?
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Vecchio 07-04-2016, 13:46   #8
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

Serena, hai perfettamente ragione sull'individualità di ogni gatto. Io ad esempio temevo che Lizzie avrebbe sofferto trovandosi limitata da una recinzione, lei che era abituata a cacciare fuori, invece no, si è adattata benissimo, come controparte di non poter uscire dal giardino è diventata molto più coccolona.
Certo che se l'avessi vista miagolare sotto la recinzione come un'anima in pena un problema l'avrei avuto, perché non è che sono insensibile ai loro desideri.


Lizzie Tigre Morgan

Mia sul Ponte.
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Vecchio 09-04-2016, 17:38   #9
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Personalmente credo che i pericoli sopravanzino il beneficio psicologico e quindi, a meno di avere una proprietà recintatissima e a prova di felino (la mia in campagna non lo è), io mi sentirei meno in colpa a sapere di averlo condannato ad anni di noia, che non a rimpiangere di averlo fatto uscire perché poi l'ha preso sotto una macchina, l'ha sbranato il cane dei vicini, ecc...
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Vecchio 07-04-2016, 14:10   #10
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SerenaF
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

Purtroppo Maktum si metteva davanti alla porta e piangeva disperato; a mia mamma è rimasta una sorta di imprinting, tanto che ancora adesso pensa che i nostri gatti soffrano a restare chiusi in casa per undici mesi all'anno. Chiquy ad esempio non perde occasione per lanciarsi su per le scale condominiali ogni volta che trova la porta di casa aperta (e poi mi tocca fare n piani a piedi per riportarla all'ovile); ma secondo me più che (in)sofferenza, è curiosità, la stessa curiosità, un po' sprovveduta, che può portare un bambino piccolo ad allontanarsi dai genitori e ad esplorare un posto in cui non è mai stato e che lo attrae.
Comunque, vista l'angoscia che mi piglia ogni volta che in campagna non la/le troviamo più nonostante medagliette, bossoli porta indirizzi, ecc..., io preferisco che si divertano un po' di meno, ma campino un po' di più (anche perché il primo anno Chiquita ci ha dato un saggio della sua avvedutezza di fronte ai pericoli: mentre stavamo trafficando in giardino, ad un certo punto un tizio ci chiama per chiederci se era nostro il gatto. "Quale gatto?" rispondo e intanto butto l'occhio giù in strada. E chi vedo? Chiquy piazzata in mezzo alla carreggiata, comodamente seduta sull'asfalto a mezzo metro dal muso di una Panda. E posso solo ringraziare che il conducente l'abbia visto, perché a lei non è nemmeno balenato per la mente di spostarsi).
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