Perché i mici cadono in piedi?

[Aletto]

Scheletro, articolazioni, vibrisse e sistema vestibolare (equilibrio) gli permettono di eseguire una torsione grazie alla flessibilità della sua colonna vertebrale che permette così alle due metà del suo corpo di ruotare su due assi di rotazione diversi. Quando atterra, il dorso del gatto si incurva leggermente, in modo da assorbire il colpo attraverso le quattro zampe e il dorso flessibile.

Purtroppo questo non riesce sempre, anche se il gatto è riuscito a portare le quattro zampe verso il basso. Quando i gatti cadono da grandi altezze, come da un balcone di un condominio, l'accelerazione durante la caduta è tale che l'impatto col terreno è troppo violento, portando ad ossa rotte o a conseguenze anche peggiori. In certi casi durante la caduta il gatto ha abbastanza tempo per portarsi nella giusta posizione e allargare le zampe in modo da rallentare la velocità della caduta -tipo paracadute-, riuscendo ancora ad assorbire il colpo con zampe e corpo.

La spiegazione di questo miracolo è legata al concetto di “velocità limite”.
La velocità limite è quella che un corpo in caduta libera raggiunge quando la forza di gravità è bilanciata dalla resistenza dell'aria. La velocità limite di un gatto di massa e dimensioni medie è di circa 100 chilometri all'ora, pari alla metà di quella di un essere umano. Quando cade da piani molto alti (ossia non troppo bassi) il gatto ha il tempo di distendere il suo corpo e raggiungere la velocità limite prima di toccare il suolo.

L'atterraggio dei mici è morbido. I loro muscoli robusti assorbono la forza dell'impatto, come gli ammortizzatori nelle auto. Ma non solo: le gambe dei gatti non sono diritte sotto il busto ma sono piegate. Questo fa sì che l'urto sia trasmesso alle articolazioni e non alle ossa.

E se il gatto cade di schiena? Avete visto come è capace di girarsi su se stesso in un attimo? Un vero mistero di fisica felina! Un corpo rigido, da solo, non può mettersi a ruotare senza un aiuto esterno. Questo mistero è stato svelato negli anni '60 dal professor Thomas Kane dell'Università di Stanford. Il gatto, infatti, piega la schiena in modo che le due metà del corpo possano ruotare su due assi di rotazione diversi. Poi raccoglie verso di sé le zampe inferiori, per ruotare più velocemente la parte anteriore del corpo.
Il gatto compie poi il movimento opposto, distendendo le zampe anteriori ed accorciando quelle posteriori: raddrizza così anche la parte posteriore del corpo.
Ma da dove derivano tutti questi super poteri felini? Dal fatto che i gatti sono animali principalmente arborei e per questo hanno sviluppato nel tempo una grande capacità di sopravvivenza alle cadute.
Ci sono poi osservazioni prettamente fisiche: la caduta di un gatto rispetta la legge di gravità stabilita da Newton, ma sembra però trasgredire un’altra regola altrettanto stringente della fisica newtoniana: la legge di conservazione del momento angolare, secondo la quale un corpo rotante che non sia soggetto ad alcuna forza esterna persiste nel suo stato rotatorio e non può in alcun modo modificarlo. La cosa vale anche per lo stato non rotatorio, che per i fisici è soltanto un caso particolare di quello rotatorio.
Dunque un gatto che cada ruotando dovrebbe continuare a farlo.

Per circa un secolo, i fisici hanno cercato di elaborare una teoria scientifica in grado di spiegare questo che appare come uno strano paradosso. Infatti, sembra che venga violata la legge di conservazione del momento angolare di un corpo rigido, non sottoposto a coppie di forze esterne (il momento angolare è uguale al prodotto tra la velocità angolare e il momento d’inerzia dell’oggetto).
Perché mai un gatto in caduta suscita tanta curiosità? La risposta è, appunto, in una apparente violazione del principio fisico di cui sopra. Ma il gatto piega la schiena in modo che le due metà del corpo possano ruotare attorno a due assi differenti, il momento angolare rimane costante, come dovrebbe essere.

breve video storico
https://youtu.be/aT5Z33LNNq0



La sopravvivenza da cadute da piani alti, anche se avviene nella maggior parte dei casi, può comportare fratture, scomposizione delle articolazioni, trauma cranico, rottura delle arcate dentarie, lesioni della colonna, traumi agli organi interni

[Iska]

Che eleganza, che flessuosità, che leggerezza la corsa del gatto, e che legnosità quella dell'uomo.

Ecco qui un gatto che per sfuggire a un incendio si lancia dal 5° piano.
Atterraggio spettacolare, l'erba avrà attutito un po' l'impatto col suolo.
https://youtu.be/v55PcFYeZ2c

In quest'altro si vede bene la rotazione sui due assi.
https://youtu.be/0u26gpLmKe4

[Aletto]

Però i centometristi corrono che è un piacere!
Il bipedismo è una via evolutiva di compromesso, un po’ come tutte le evoluzioni.

Il resto sarà da vedere. Siamo una specie molto giovane

[Iska]

Però gli umani non nascono centometristi e pochi hanno le qualità per diventarlo, mentre il gatto nasce gatto.
Il gatto è sempre "una zampa avanti"!

[Aletto]

Vero.
I centometristi si devono allenare parecchio ed avere in partenza una maggiore quantità di fibre muscolari bianche (anche se per noi i muscoli sono tutti rossi).
Quindi un po’ ci nascono, e poi riescono a fare circa 10m/sec.
Non mi dò pace su questo.
Un centometrista non sarebbe un buon maratoneta e viceversa a causa della quantità di fibre bianche o rosse che ha in partenza come patrimonio genetico.

Non credo sia un caso che i centometristi siano prevalentemente neri. Magari su quest’ultima cosa ho detto una boiata pazzesca.

[Iska]

La butto lì: forse i neri sono così forti nei 100 e 200 perché, oltre ad avere maggior presenza di fibre muscolari bianche (atte allo sforzo breve e intenso) hanno anche il muscolo gastrocnemio più lungo rispetto alle altre etnie e di conseguenza caricandosi maggiormente rilascia una potenza maggiore che li fa correre come il vento e li rende velocisti quasi imbattibili.
In effetti se gli guardi le gambe da dietro si vede bene il muscolo così luuungo e snello, mentre per esempio i bianchi l'hanno più corto.
Sono decisamente "felini".
Indubbiamente un bel vedere.

[Aletto]

Butto lì un altro concetto da un sito web che mi sembra plausibile, gli afroamericani attuali provengono ahimè dallo schiavismo.
“Gli schiavi erano a tutti gli effetti animali da lavoro e per questo venivano selezionati per le loro prestazioni fisiche. I più deboli non venivano neanche caricati sulle navi, altri morivano in viaggio, altri ancora non venivano venduti nei mercati a causa delle loro prestazioni fisiche inadeguate. Quelli che superavano questo calvario erano tutti eccezionalmente resistenti e per premio gli veniva concesso di vivere, da schiavi. Spesso solo ai più forti fra di loro era concesso di riprodursi, come ai cavalli da aratro.

Il risultato è stata una selezione forzata e un’evoluzione verso una popolazione di “superuomini” dotati di un fisico superiore. Fra i discendenti di questi schiavi oggi ci sono quei super-atleti che fanno pensare che tutte le persone di colore abbiano un fisico più sviluppato e potente delle persone bianche.”

Che tra gli afroamericani attuali ci siano anche ad es gli obesi e persone non più atte a conservare quelle caratteristiche, mi sembra anche normale essendo passati ormai tantissimi anni ed i fattori ambientali epigenetici possono aver interferito con l’ignobile disegno iniziale.

Abbiamo parlato della corsa perché nel video c’è il confronto tra la corsa del gatto e quella dell’uomo che più che altro rincorre e può avere la meglio solo perché il micio finisce in un vicolo cieco, ma ci sono discipline atletiche nelle quali gli afroamericani non riescono altrettanto bene.

In realtà la tesi di Aletto sul perché i velocisti sono tutti neri di pelle è solo parzialmente vera.
Non si spiegherebbe, ricorrendo a questa lettura, il perché atleti africani primeggino incontrastati da decenni nel fondo (5 mila e 10mila metri) e nella maratona.
Il primo porta un nome che ad Aletto dovrebbe essere familiare... Abebe, uno dei gatti di ba, si chiama così in memoria di Abebe Bikila, il primo atleta africano (etiope) a vincere una maratona olimpica, Roma 1960.
La vinse correndo per 42 km e rotti a piedi scalzi, e anche per questo è passato alla storia.
Oggi gli etiopi sono i principali rivali dei keniani, che da almeno 20 anni dominano in lungo e in largo le gare di fondo e maratona. Si tratta delle popolazioni che vivono sugli altipiani dell'Africa orientale, dove da millenni gli abitanti di quelle zone sono abituati a percorre a piedi, di corsa, enormi distanze.
Per il tipo di sforzo che richiede quella disciplina, questi atleti sviluppano una muscolatura meno tozza dei velocisti (che hanno bisogno di esplosività), più allungata e flessibile, che invece garantisce "l'effetto Duracell".

Le popolazioni dell'Africa Orientale sono state molto meno colpite dalla tratta degli schiavi di quelle che vivevano nelle regioni che si affacciano sull'Atlantico, per mille motivi, non ultimo il fatto che la destinazione finale di questi carichi di sventurati erano le colonie europee nelle due Americhe. E credo che questo sia il motivo principale per il quale le nazioni del "Nuovo mondo" non primeggino in queste specialità dell'atletica leggera.
Il mercato degli schiavi, gestito dalle potenze colonizzatrici, col passare dei secoli aveva raggiunto livelli di organizzazione "logistica" estremamente raffinati. Ogni paese colonizzatore aveva la sua base di smistamento dei carichi che gestiva (oggi si chiamerebbe "hub") situata nell'isola caraibica più vicina all'Africa, dove si tenevano i grandi mercati all'ingrosso e da dove gli sventurati figli d'Africa partivano alla volta della terraferma.

Per la corona britannica, i primi porti d'approdo delle navi negriere erano la Giamaica o le Bahamas; per gli spagnoli Cuba e per i francesi Haiti.
Tranne Haiti, si tratta di nazioni che oggi primeggiano in molte discipline atletiche, perché la prima selezione avveniva lì, ed i più forti e dal fisico più atletico tendenzialmente restavano su quelle isole.
Non è un caso o uno scherzo del destino che Usain Bolt sia giamaicano, e che i velocisti giamaicani spesso facciano mordere la polvere agli statunitensi, che possono contare su sistemi di preparazione e tecniche di supporto molto più avanzate.
Se guardate i partecipanti alle finali dei 100 e 200 metri delle ultime edizioni delle Olimpiadi, troverete spesso atleti di questi paesi. Cuba e soprattutto la Giamaica, spesso portano a casa medaglie anche nelle staffette, a riprova di una scuola di prim'ordine.

Nel caso di Cuba, dove la pratica sportiva è un diritto riconosciuto ad ogni cittadino, abbiamo visto fiorire negli anni scuole ed atleti di eccellenza sia in diverse specialità dell'atletica (l'immenso Juantorena, il primo atleta a vincere l'oro nei 400 e negli 800 metri in due olimpiadi, o il saltatore Sotomayor, a lungo recordman mondiale nell'alto) che in altre discipline come la pallavolo, il baseball (che a Cuba è lo sport nazionale) in cui si levano lo sfizio di battere sistematicamente la nazionale yankee.

Scusate l'intromissione.

[Aletto]

Ho scritto
cit Aletto: prevalentemente neri

[Aletto]

IMG]https://www.micimiao.net/forum/picture
Ce ne sono a bizzeffe, e stiamo parlando dei cento metri piani
No, non riesco a linkare e la foto sta nell’album