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05-07-2023, 10:14 | #1 |
come gestire i sensi di colpa dopo eutanasia.
ciao a tutti.
questo e' un post lungo che probabilmente e' piu' uno sfogo personale che altro. se qualcuno avesse la pazienza di leggere fino in fondo, e di darmi un suo parere o di raccontarmi la sua esperienza, ne sarei molto grata, perche' la lucidita' in questo momento e' poca. nell'altra sezione postero' una poesia che ho scritto e se riesco una foto del mio amore. domenica ho addormentato Enzo, il mio piccolo, di 11 anni. il dolore piu' acuto forse e' gia' passato, un po' credo perche' me lo aspettavo, ma ho dei momenti in cui sono presa da mille rimorsi. Enzo nel corso di alcuni mesi, a partire da una giardia (per la quale ha fatto diversi cicli di antibiotici, senza successo) ha sviluppato una diarrea e un malassorbimento importanti, dimagrendo gradualmente fino a diventare praticamente pelle e ossa, nonostante abbia sempre continuato a mangiare (amava tantissimo mangiare). non ha mai ricevuto una diagnosi vera e propria. due anni fa aveva avuto altre problematiche, essendo sempre stato un gatto fragile. aveva contratto parvovirus con sintomi tali da richiedere il ricovero (in un gatto maturo!). si era poi ripreso ma dopo qualche mese sono tornate difficolta' gastrointestinali, risolte col cortisone che poi abbiamo dismesso senza troppi problemi. i veterinari in quel caso temevano un linfoma per il quale facemmo esame istologico risultato negativo. passa un anno senza intoppi. a dicembre, appunto, si prende la giardia di cui sopra, da cui non si riprende piu'. io non mi fidavo piu' tanto dei vecchi veterinari, anche perche' era una clinica molto costosa e a volte purtroppo, si sa, se ne approfittano. volevo un professionista valido e onesto, e ne ho provati diversi nel tentativo disperato di trovarlo e di risolvere il problema. a posteriori probabilmente ho sbagliato, non avrei dovuto cambiare cosi' spesso e l'avrei dovuto portare alla vecchia clinica dove gia' lo conoscono (anche se appunto, essendo una clinica, ogni giorni ti interfacci con un dottore diverso). 1 vet) gli segnalo diarrea e mi propone ecografia. mi sembra un po' bizzarro non proporre esame delle feci come prima cosa. facciamo analisi del sangue, tutto ok. 2 vet) gli segnalo diarrea e facciamo test delle feci. diagnosi giardia. facciamo panacur; gli altri gatti guariscono, lui no. i primi giorni di antibiotico sembrano funzionare, nel senso che a volte le feci sembrano migliorate, ma torna inevitabilmente in diarrea. facciamo anche iniezioni di b12. 3 vet) glielo porto diverse volte, spiegando la storia. fa ecofast, non vede nulla di speciale. biochimico esce ok, fiv felv negativo. facciamo anche esame urine. continuiamo col gastrointestinal, proviamo con un altro antibiotico sempre per la giardia, per cicli piu' lunghi (7/10 giorni) ma niente, o meglio, forse anche in questo caso i primi giorni di antibiotico sembravano fare qualche effetto, per poi tornare da capo a dodici. Enzo e' affamato, mangia, ma non assorbe. io cerco di mantenere sempre i cibi gastrointestinal; devo ammettere che a volte cedevo e gli davo croccantini normali perche' magari si stufava e io volevo vederlo mangiare. a posteriori avrei dovuto sentire un gastroenterologo, stabilire una dieta ferrea e rimanere su quella. 4 vet) siamo agli sgoccioli, 2 settimane fa. Enzo non si riprende, ha perso la muscolatura, non riesce a saltare sul letto. lo porto da un'altra vet, facciamo la flebo perche' e' altamente disidratato, mi prescrive flebo da fare a casa, vitamina b12, consiglia carne cruda. io a casa non mi rendo conto della situazione, sono una pippa a fare le flebo, sono demotivata. Enzo mangia la carne cruda con grande appetito, sono contenta di vederlo mangiare cosi' e forse per questo, pur capendo ormai da tempo la situazione, non mi rendo conto effettivamente che stiamo arrivando alla fine, perche' per me un gatto che mangia e' sempre stato un gatto comunque ancora con qualche possibilita'. mia ignoranza. una settimana piu' tardi lo riporto, non ci siamo, tutto continua peggio del solito. questa volta da questo veterinario parlo con una collega, che mi dice che l'unica chance per questo gatto e' il ricovero. 5 vet) si riparte da zero; si torna alla vecchia clinica. Enzo viene ricoverato. il biochimico non e' neanche malissimo, ma ha i globuli bianchi a palla. lui mangia ma ha queste scariche di diarrea in cui al termine rimane collassato. il glucosio e' basso. non e' autonomo, senza supporto alla macchina non puo' reggere. Domenica facciamo la punturina, senza avere mai una diagnosi certa. i veterinari insistono su questo sospetto linfoma, dicendo che le infiammazioni nel gatto possono poi deviare in queste forme neoplastiche. pero' questo linfoma era gia' stato sospettato due anni fa e l'istologico usci' negativo. e poi il linfoma non da' diarrea. sicuramente c'era qualche forma di immunodeficienza vista comunque la vulnerabilita' del gatto (anche se ripeto, fiv felv negativi). chiedo - ma con cicli piu' lunghi di antibiotico si risolveva? mi viene risposto che il problema di questo gatto non e' la giardia. ho mille rimorsi. cambiato troppi veterinari. non aver stabilito una dieta ferrea. perche' nessuno mi ha prescritto cortisone, prima di arrivare agli sgoccioli? in passato lo aveva aiutato. perche' non abbiamo provato cicli ancora piu' lunghi di antibiotico? magari ora era veramente linfoma, ma che e' stato provocato dall'infezione protratta per cosi' tanto tempo, magari con cicli piu' lunghi di antibotico la situazione non si sarebbe aggravata cosi' tanto. rimorso di aver preso un altro gattino, che molto probabilmente ha portato il parvovirus, causando il primo declino, e poi la giardia .. (tutti uscivano, ma il nuovo venuto, essendo il piu' giovane, stava fuori molto di piu' degli altri). ma anche tanto, tanto rimorso per la mia negazione. o meglio, non ero in negazione perche' il gatto lo sapevo che stava male e infatti dal veterinario ci e' stato e neanche poco. pero' una parte di me sapeva che stavamo arrivando alla fine, e non voleva vedere questa cosa. non l'ho riempito di coccole ogni volta che tornavo la sera. lui era diventato piu' evasivo, ovviamente. dormiva meno con noi a letto, stava meno sul suo trespolo a guardare dalla finestra, usciva poco. certo, lo accarezzavo, gli parlavo, ho sempre continuato a volergli bene, ma non abbastanza. non come avrei dovuto e voluto. non volevo vedere la realta'. ripeto, anche un po' mia ignoranza perche' comunque lo vedevo mangiare. ma fino all'ultimo lui faceva le fusa quando mi vedeva, quando sono andata in ospedale a trovarlo. si e' strusciato sulle mie gambe fino alla fine. fino alla fine. so che i rimorsi in questi casi sono quasi sempre parte integrante del processo di lutto. sono i nostri piccoli e dipendono da noi, e' molto facile essere colpevolizzanti con se stessi quando accade il peggio. ed e' anche forse un modo per cercare di dare senso a qualcosa che non ne ha. perche' se mi do' la colpa, almeno ho una ragione, almeno c'e' un motivo per cui e' successa questa cosa. ma so che la verita' e' che la morte arriva, e non si evita. tutto quello che abbiamo costruito in 11 anni e' stato spazzato via. e quello che costruiamo ogni giorno, con le persone che amiamo, verra' cancellato. non c'e' un modo per il cervello umano di elaborare pienamente questo, almeno non per il mio. Enzo si e' portato via un pezzo di me con se', non sono la stessa che ero tre giorni fa e non lo saro' mai piu'. una parte di me pensa che poteva fare di piu', ma forse in qualsiasi modo sarebbe andata avrei trovato qualcosa da recriminarmi. Ultima Modifica di popeye; 05-07-2023 at 10:17. |
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06-07-2023, 16:21 | #2 |
Re: come gestire i sensi di colpa dopo eutanasia.
Io paradossalmente ebbi più sensi di colpa per la Goku (19 anni, 3 mesi e 17 giorni... a breve il terzo anno senza di lei), morta per l'IRC che per il Kiwi (2 anni esatti, qualche giorno di più), morto investito.
Non tanto per la puntura, quanto più perchè non sono riuscita a farle raggiungere i 20, era così vicina... Di Enzo ricordo che avevi già scritto un paio di anni fa e parlavi di linfoma. Per i sensi di colpa non so come si imjpareranno a gestire... Addio Goku, addio Kiwi. Macchia (0y 5m †) - Goku ♥️ (19y 3m †) - Aegir (12y 9m) - Kiwi (2y 0m †) - Olav (3y 6m) |
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13-07-2023, 22:10 | #3 |
Re: come gestire i sensi di colpa dopo eutanasia.
Mi dispiace Popeye.
Quest'anno sono due per me...anche io rimorsi a non finire ma continuo a ripetermi che ho cercato di dargli tutte le possibilità che potevo e che il tempo é galantuomo. Nel frattempo so che è sempre amore puro. |
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13-07-2023, 22:30 | #4 | |
Re: come gestire i sensi di colpa dopo eutanasia.
Quote:
Sarà questo amore ad accompagnarti lungo i passi della tua vita, a proteggere la tua sensibilità dai colpi della sorte ed innervare la tua disponibilità alla sorpresa, alla meraviglia, alla gioia. |
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24-07-2023, 12:19 | #5 |
Re: come gestire i sensi di colpa dopo eutanasia.
@popeye credo che qui siamo in tanti a conoscere il processo doloroso che si lega alla responsabilitÃ* di decidere il momento della morte del proprio gatto.
Ho preso questa decisione alcune settimane fa per il mio Sid, dopo diciotto anni di vita insieme. So cosa succede dopo, le mille domande inutili che ci facciamo, il senso di colpa irrazionale. Io ho avuto un'angoscia tremenda per giorni, temevo di averlo sepolto vivo, ho chiesto mille volte a mio marito "ma era morto, vero?", solo la sua pazienza... Eutanasia significa dolce morte. La morte pietosa, quella che speriamo per i nostri cari e per noi stessi. Il mio gatto non mangiava e non beveva più. Avrei dovuto lasciare che morisse di fame o di sete? Torturarlo con cure inutili per rimandare un passaggio che tutti affrontiamo? Gli ho dato diciotto anni di cure, di amore, di attenzioni. Ho combattuto le sue malattie con unghie e denti. Gli ho donato una fine dolce tra le mie braccia, perché potevo scegliere di non farlo soffrire inutilmente. Un ultimo gesto di amore. Quando ci leghiamo a un animale sappiamo che probabilmente non ci sopravviverÃ*. Sappiamo che proveremo dolore alla sua morte. Sappiamo che ci stiamo assumendo una grande responsabilitÃ* che ci costringerÃ* a misurarci con tanti aspetti di noi stessi, anche con la nostra inadeguatezza vera o sentita. Non sentirti in colpa, hai fatto tutto ciò che potevi. Io aspetto che Sid torni nei miei sogni a posare le sue zampe bianche sul mio cuore. L'ho solo intravisto in quegli istanti di dormiveglia. Io aspetto. |
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