Micimiao Forum di discussione per tutti i gattofili e amici degli animali
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21-05-2021, 17:52 | #1 |
Il richiamo della foresta
Torno a stressarvi nel tentativo di capire se e dove sbaglio.
Ripassino: Atomo. Ha compiuto un anno un paio di settimane fa. Maschio, sterilizzato, tigrato. Selvatico al massimo grado possibile. E qui sta la questione. Quando lo abbiamo preso aveva quasi tre mesi. Non so nulla del suo pregresso se non che aveva una sorellina ed era tenuto in casa in attesa dell'adozione, anche se è nato in campagna e penso che la mamma facesse abbastanza vita libera (quindi forse anche lui prima che lo portassero in casa? Non ne ho idea). Ha sempre avuto un carattere molto forte. E' il mio terzo gatto e nessuno dei due predecessori ha mostrato i suoi comportamenti: ha sempre cercato di dominare e controllare persino noi; la sera, per un periodo, capitava che si azzuffasse con mio figlio per mandarlo via dal nostro letto su cui magari aveva osato sedersi per fare due chiacchiere; all'inizio accettava che io dormissi su uno dei lati del letto, ma se invadevo l'altro se la prendeva pure con me... cose così. Non ama farsi prendere in braccio e di suo non salta in braccio a nessuno. Anzi, tendenzialmente mantiene una certa distanza, anche se io mi accorgo che di noi fino ad un certo punto si fida. Ad esempio, dorme con noi, o meglio: nella stessa stanza. All'inizio si era scelto come cuccia la sedia a dondolo ai piedi del nostro letto. Ora ha scoperto l'armadio e dorme in cima a quello: vedo che gli piace l'idea di controllare tutto dall'alto, noi compresi, e anche di giorno, quando pisola sta sul letto, ma se vuole proprio dormire profondamente prende e scala l'armadio. E va benissimo così. Solo alcune volte, se è capitato ci fossero forti rumori di notte (tuoni o rumore di moto che passavano in zona), è sceso ed è venuto a dormire vicino ai miei piedi. Non c'è verso che dorma vicino alle nostre braccia: se proviamo, scappa. Mio marito ironizzando dice che dovevamo chiamarlo lockdown perché la sua condizione ideale, palesemente, è quando noi siamo tutti in casa (se uno è fuori, o esce, lui gli piange dietro per ore), ma a debita distanza. Mangia nella ciotola, ma a volte ruba il suo stesso cibo dalla ciotola e se lo va a mangiare un po' più lontano da noi, nel corridoio. Prima prendeva il cibo dalle nostre mani, ora lo fa se glielo porgiamo, ma non più di tanto e comunque lui di suo non lo cerca. Vedo che alcuni aspetti del suo carattere, in termini di vivace curiosità e di fiducia, sono leggermente cambiati dopo l'intervento di sterilizzazione. Quanto a vitalità, ne avrebbe anche. Solo che vorrebbe giocare 24 ore su 24. Andrebbe benissimo, solo che il gioco, per lui, è sostanzialmente con noi e non tanto da solo (da solo soltanto durante la notte, vai a capire perché). Quando non si può stare troppo tempo dietro ai giochi (perché dobbiamo lavorare / uscire / cucinare / studiare, etc) un po' piange, un po' si stufa e se ne va in esilio sul letto o sull'armadio. A me spiace non perché non voglio giocare con lui (oggi ho giocato con lui un'ora consecutiva, per dire; e ogni giorno cerco sempre di dedicargli del tempo, persino quando vuole giocare all'ora dei pasti: capita spessissimo che io mangi in piedi perché così posso tirargli meglio la pallina che poi lui mi riporta... e andiamo avanti ore). Un po' ci gioco io, un po' gli altri in famiglia... ma 24 h su 24 ovviamente non si può. E questo lo infastidisce. A me a volte sembra annoiato. Lo so che i gatti dormono tanto, ma quando vedo che la sua alternativa è "giocate con me" o "vado a dormire" mi dispiace. Ha molti giochi suoi, ma forse lo hanno un po' annoiato anche quelli. C'era un peluche con cui faceva sempre la lotta (è grande come lui, a forma di tigre... quando voleva scaricare la tensione lo prendeva, se lo portava in giro e ogni tanto, come dicevamo noi, lo bullizzava male, povero...). Ultimamente lo ignora e basta. Forse vorrebbe giochi nuovi, e glieli abbiamo presi, ma ci gioca un giorno e poi fine. La sua unica passione duratura sembra essere la pallina di gomma con cui, come detto, andiamo avanti ore. Non è il tipico gatto coccolone, anzi, ha una natura molto selvatica: fosse per lui andrebbe costantemente a caccia. Vedo come studia i piccioni che volano nel quartiere e che lui guarda dalla finestra (ovviamente in sicurezzissima!) e quando l'altra sera ha visto un moscerino in camera sembrava trasfigurato, come se manco ci vedesse o ci riconoscesse: batteva i denti e non ha avuto pace finché non lo ha preso. Anche i miei gatti precedenti cacciavano le mosche, ma se li chiamavi avevi la sensazione ti ascoltassero; lui no: occhio vitreo, impallato sulla preda, e niente contatto col mondo. A volte mi chiedo, col carattere che ha, quanto debba stargli stretta la vita in casa... Mi piacerebbe che piano piano imparasse ad avere fiducia in noi più di quanta già non abbia. Io so che ci vuole bene, lo vedo: l'altro giorno non stavo bene e lui non si è mosso dal mio letto per tutto il giorno, e non lo fa mai... Vorrei solo farlo contento più di quanto già non faccia. Posso provare in qualche modo, secondo voi? |
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22-05-2021, 10:52 | #2 |
Re: Il richiamo della foresta
- “……aveva una sorellina ed era tenuto in casa in attesa dell'adozione”
Chissà perché i gatti vengono così facilmente acchiappati e chiusi in casa senza farci troppe domande -“Ha sempre avuto un carattere molto forte”: ossia ha sempre cercato di esprimersi, non ha mai potuto né voluto rinunciare alla sua filogenesi. Non ci riesce. -“Ora ha scoperto l'armadio e dorme in cima a quello: vedo che gli piace l'idea di controllare tutto dall'alto, noi compresi, e anche di giorno, quando pisola sta sul letto, ma se vuole proprio dormire profondamente prende e scala l'armadio.” E’ un gatto che pur avendo una buona socializzazione secondaria, mantiene intatte le sue necessità -“Mangia nella ciotola, ma a volte ruba il suo stesso cibo dalla ciotola e se lo va a mangiare un po' più lontano da noi, nel corridoio.” Questo atteggiamento è quello che mi piace di più, quello che rivela la sua natura di predatore e consumatore solitario della sua preda. E’ come se pensasse: sto mangiando, è roba mia, fuori tutti dalle balle, ne ho necessità per assecondare la mia natura ed assimilare i nutrienti in santa pace. -…” vorrebbe giocare 24 ore su 24…… un po' piange, un po' si stufa e se ne va in esilio sul letto o sull'armadio…….” Poi: -“Vedo come studia i piccioni che volano nel quartiere e che lui guarda dalla finestra (ovviamente in sicurezzissima!) e quando l'altra sera ha visto un moscerino in camera sembrava trasfigurato, come se manco ci vedesse o ci riconoscesse: batteva i denti e non ha avuto pace finché non lo ha preso.” Questa è la risposta ai suoi esili volontari anche di fronte a prede finte: calcolo di probabilità di mettere in atto la motivazione predatoria vera e propria abortito sul nascere. Il “balbettio” che segnala forte emozione davanti ad un moscerino, finalmente qualcosa di veramente vivo a portata di mano. -“ occhio vitreo, impallato sulla preda, e niente contatto col mondo. A volte mi chiedo, col carattere che ha, quanto debba stargli stretta la vita in casa...” Durante l’atto predatorio oscura tutte le disattenzioni e si concentra, è un predatore come tutti carnivori obbligati, è bello, è normale. Fosse anche per un piccolo moscerino, ben diverso dalla pallina che non ha una vita propria e che riporta solo per poterne apprezzare di nuovo il movimento Sì, la vita in casa gli sta stretta, immaginiamo di dover passare anche noi una vita chiusi in casa, e poi immaginiamo di doverlo fare essendo un gatto. Il richiamo della foresta sono le motivazioni di specie inespresse alle quali alcuni gatti si adattano perché rinunciano con tutto quel che ne deriva: apatia, depressione, vita da divano ecce cc, altri invece vuoi per motivi genetici ed epigenetici, vuoi per motivi ontogenetici invece non riescono a rassegnarsi Il vostro gatto è bellissimo, frustrato ma presente come gatto. I giochi nuovi non servono, e questo intristirebbe chiunque, mandando in frustrazione anche noi. Non so se ha un esterno per trovare la vita da gatto più interessante e consona, per poter sdraiarsi, stiracchiarsi al sole e sonnecchiare vigile, in tal caso non ho suggerimenti, l'arricchimento ambientale conta fino ad un certo punto "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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23-05-2021, 12:08 | #3 |
Re: Il richiamo della foresta
Non c'è un modo per farlo uscire? In che zona vivete? Non mi sembra un gatto adatto a vivere in appartamento, dovete trovare il modo di dargli la libertà....
Se mi lasci libera mi hai già insegnato come restare.... Emily Dickinson |
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25-05-2021, 07:50 | #4 | |
Re: Il richiamo della foresta
Quote:
Purtroppo non abbiamo giardino o terrazzo (a parte che esistono le varie scuole di pensiero: quelli che "ci vuole il giardino o il terrazzo se hai un gatto" e quelli che "non ti diamo il gatto se hai il giardino o il terrazzo"...), quindi: casa e passeggiatone con noi. Almeno una o due volte a settimana, come detto, lo portiamo perché mi accorgo che gli piace, ha voglia di guardare la gente, il mondo, i piccioni, la fontana in piazza che butta fuori l'acqua... tutte quelle cose che ci sono in giro. Però non si riesce a portarlo fuori sempre. In casa ha i suoi giochi, il tiragraffi (che snobba brutalmente), una stanza piena di cose e nascondigli nella quale si diverte abbastanza perché gliela abbiamo un po' sistemata tipo parco avventura per felini... ma è un periodo un po' così... forse sono io che sono molto presa dal lavoro, e il resto della famiglia anche, e lui si è sentito un po' meno coccolato... boh? |
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25-05-2021, 08:00 | #5 |
Re: Il richiamo della foresta
Chissà perché i gatti vengono così facilmente acchiappati e chiusi in casa senza farci troppe domande
Hai stra-ragione. Io ho riferito quella che è stata la frase che ci è stata detta quando abbiamo chiesto se non fosse abituato a stare all'aperto, visto che era una possibilità che da noi non avrebbe avuto. La risposta è stata quella. Detto tra noi non so nemmeno se sia vero perché mi pare abituato, in realtà, a vedere il "fuori"... e anche curioso. Però magari anche in campagna, dove è nato, lo guardava davvero solo dalla finestra... boh. Anche a me però ha messo un po' tristezza... ossia ha sempre cercato di esprimersi, non ha mai potuto né voluto rinunciare alla sua filogenesi. Non ci riesce. E ti confesso che a me nemmeno dispiace. Forse un po' mi somiglia [...] Questa è la risposta ai suoi esili volontari anche di fronte a prede finte: calcolo di probabilità di mettere in atto la motivazione predatoria vera e propria abortito sul nascere. Il “balbettio” che segnala forte emozione davanti ad un moscerino, finalmente qualcosa di veramente vivo a portata di mano. Ecco, questa è la parte che mi dispiace di più perché mi spiace pensarlo curioso e frustrato. Quindi depresso. Mi è venuto in mente che potrei nascondergli qualche cibo (tipo crocchette o cose così) in giro per casa e lasciare che le "cacci" per stanarle. Tra l'altro, avendo le finestre con zanzariere ovunque, non è così consueto che possa trovare in casa mosche e moscerini. Sto pensando di aprire ogni tanto appositamente per farli entrare (poveri... vittime sacrificali...) nella speranza che lui possa "giocherellare" un po'... -“ occhio vitreo, impallato sulla preda, e niente contatto col mondo. A volte mi chiedo, col carattere che ha, quanto debba stargli stretta la vita in casa...” Durante l’atto predatorio oscura tutte le disattenzioni e si concentra, è un predatore come tutti carnivori obbligati, è bello, è normale. Fosse anche per un piccolo moscerino, ben diverso dalla pallina che non ha una vita propria e che riporta solo per poterne apprezzare di nuovo il movimento [...] Il vostro gatto è bellissimo, frustrato ma presente come gatto. I giochi nuovi non servono, e questo intristirebbe chiunque, mandando in frustrazione anche noi. Non so se ha un esterno per trovare la vita da gatto più interessante e consona, per poter sdraiarsi, stiracchiarsi al sole e sonnecchiare vigile, in tal caso non ho suggerimenti, l'arricchimento ambientale conta fino ad un certo punto Se ne sta al sole vicino alle finestre, qualche volta. E ama stare sul davanzale (ripeto: ovviamente finestra in sicurezza) a guardare la gente che passa nella via sottostante o i piccioni che volano sopra. Come scrivevo, spesso lo portiamo a spasso con noi, ma chiuso nel suo zaino perché è un gatto estremamente reattivo e credo che di fronte ad un rumore o a troppa folla non esiterebbe a scappare. Nello zaino mostra di gradire moltissimo la passeggiata: se ne sta comodamente seduto e siccome ci fermano in tanti per guardarlo annusa tutti, saluta tutti... Confesso che anche questo comportamento è la prima volta che lo riscontro: i miei gatti precedenti, soprattutto la femmina (ma anche il maschio), odiavano il trasportino e mai e poi mai avrebbero accettato di farsi scarrozzare in giro (il maschio usciva, ma sulle zampe sue e col cavolo che ci voleva intorno: il giardino dei miei era il suo regno; la femmina... era timidissima e se ne stava in casa praticamente sempre). Comunque sì... è bellissimo <3 Ultima Modifica di Atomo02; 25-05-2021 at 08:01. Ragione: correzione grafica |
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25-05-2021, 22:54 | #6 | |
Re: Il richiamo della foresta
Quote:
Non credo nel modo più assoluto che queste passeggiate possano essere un'alternativa alla vita all'aperto, nemmeno lontanamente, forse sono un modo tuo per sentire di fare qualcosa nei suoi confronti e dargli un pò di quella libertà che percepisci in lui come una grossa mancanza (per esperienza passata so che ce lo fanno capire molto bene quando sono frustrati, se così non fosse non ci porremmo tanti dubbi ), ma non sono altro che stress in aggiunta alla noia.... Sulle associazioni che no al gatto per chi ha balcone o giardino non mi esprimo, sarei troppo cattiva, stiamo togliendo a Cesare ciò che è di Cesare.... Se mi lasci libera mi hai già insegnato come restare.... Emily Dickinson |
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26-05-2021, 07:00 | #7 | |
Re: Il richiamo della foresta
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Quanto al rigore di chi impedirebbe volentieri ai gatti di uscire... sono pienissimamente in accordo con te: non lo trovo giusto nemmeno io, anche se capisco, avendo perso un gatto in anni passati proprio per questa sua libertà. |
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26-05-2021, 09:20 | #8 | |
Re: Il richiamo della foresta
Quote:
Chi ci dice che è semplicemente stufo? Credo piuttosto che sia stufo di non poter interagire nel modo che gli compete. La sua vita sembra permeata da desideri irraggiungibili che si autoalimentano. Spesso perdiamo un gatto anche tenendolo al sicuro, ma di questo non ce ne accorgiamo. La nostra è una società sempre meno abituata a pensare al gatto come animale con una propria etologia, una propria gamma di comportamenti e propri bisogni di specie, abbiamo più familiarità con l'idea di pet che ci porta a distorcere la sua animalità calandolo nella nostra. In quanto predatore solitario, il gatto è predisposto a perlustrare ed esplorare il proprio territorio per controllarlo e gestirlo. Inoltre, lo organizza in base ai propri bisogni seguendo una logica molto precisa e comune a tutti i gatti, che a volte rischiamo di violare con comportamenti eccessivamente invadenti. " lui si è sentito un po' meno coccolato" Sicura che le coccole e le uscite con lui come spettatore immobile siano una soluzione? So che è il massimo che potete offrirgli, ma lui vede a portata di mano la possibilità di esprimersi, e non può farlo. "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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26-05-2021, 17:06 | #9 |
Re: Il richiamo della foresta
non hai un giardino o un balcone in sicurezza? non è detto che se gli dai la libertà lui sia felice e sopratutto puoi prendergli un altro amichetto o amichetta simile in modo che si annoi di meno se questo è il problema
io per la prima volta ho una femminuccia ho sempre avuto gatti maschi e quindi ogni giorno mi meraviglio di cosa le passa per il cervello l'altro ieri ha aperto il coperchio dell'acquario e ha guardato dentro, devo dire che mi stavo morendo dal ridere e sono sicurissima che era un avvertimento del tipo "mi annoio giocate con me?" e così ho fatto ho chiuso il pc e sono andata a giocare con lei, del resto se l'ho adottata è chiaro che devo dargli le attenzioni che cerca..lei prevalentemente gioca sia con le palline e con la carta delle caramelle che Marco gli tira e poi gliele riporta e sia con me con le cannette ne ho a migliaia, qualcosa gli ho costruito anch'io.. anche Lei ha circa 14 mesi e non è sterilizzata e purtroppo ancora non ho messo in sicurezza il balcone quindi non esce ma guarda attraverso i vetri della finestra i fiori sul balcone e qualche uccellino che qualche volta si posa sul davanzale.. Alessia Ziggy Baudelaire Nathan Mirtilla |
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26-05-2021, 21:04 | #10 | |
Re: Il richiamo della foresta
Quote:
Purtroppo, però, se devo pensare (e un po' lo penso) che il gatto deve essere libero di essere gatto, sostanzialmente devo pensare di non ospitare a casa mia (in quanto casa, intendo) nessunissimo gatto. Altrimenti, l'alternativa è che io debba pensare di doverlo fare uscire ed entrare a suo piacimento, con i rischi che questo comporta per la sua vita. Non appartengo alla categoria di chi pensa che il gatto debba essere snaturato. Né nel senso di umanizzato, né nel senso di "canizzato" (infatti esce con noi perché pare gli piaccia. Se non gli piacesse starebbe serenamente a casa senza per questo crearci alcun problema). Trovo, questo sì, che i gatti non siano per forza tutti uguali, pur avendo ovviamente alcuni tratti etologici propri. Atomo non assomiglia né al mio primo, né alla mia seconda gatta. Che per altro erano estremamente diversi anche tra loro. Per altro, conosco moltissime persone che hanno appartamenti come il mio e hanno il gatto, e il gatto in questione comunque non è come Atomo: non gliene importa niente di cacciare, non ha l'aria di annoiarsi particolarmente (che poi... boh? chissà se Atomo, annoiato, lo è davvero o se sono io che lo vedo così o lo temo così...). In sostanza, condivido molto più il pensiero di chi li vede e li pensa liberi che quello che li vuole "solo pet". Ma ora io a casa ho lui e vorrei che lui stesse bene. Solo questo vorrei capire: se ci sta bene. O cosa posso fare perché ci stia meglio. |
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