Il mio gatto maschio non vuole stare in casa

[Elle01]

Buongiorno, ho bisogno del vostro aiuto, ho adottato nel mese di febbraio un gatto dal gattile di circa 9 mesi, il problema è che non si è per niente abituato a stare in casa. Io sono in affitto e mi ha rovinato tutte le porte e i muri, fa i suoi bisogni in giro quando la lettiera è pulita e cosa più importane non ho posto per faro stare libero in giardino ma ho un balcone e ogni volta salta sui muri come se volesse essere libero di andare in giro. Mi avevano spiegato che probabilmente era un gatto territoriale e ora patisce tanto stare rinchiuso in casa. Cosa mi consigliate? Perché avrei la possibilità di darlo ad un mio zio che ha una casa in campagna e potrebbe uscire. Aiutatemi, sono molto indecisa perché voglio pensare anche al suo bene.
Grazie in anticipo.
Eleonora

[VEI-6 Vesuvius]

conosci il passato del gatto? Se ha vissuto in strada credo sia normale.
3 anni fa avevo adottato un gatto dl gattile. Un gatto di strada e pure forastico (seppur buono), si era abituato solo alla famiglia. Era un gatto pulito ma non riusciva tanto stare al chiuso.

Se tuo zio fosse felice di prenderlo con se, la casa in campagna sarebbe la soluzione ideale per lui... ma solo se, ripeto, tuo zio lo desiderasse, e fosse disposto a dedicargli tempo ed affetto.

Che il gatto voglia uscire e non si "rassegni" a passare la vita in casa non desta alcuna meraviglia: hai preso un Signor gatto, che non vuole rinunciare ad essere se stesso. E averlo preso da un gattile è una cosa che ti fa particolarmente onore. Bravissima!

C'è una cosa che non capisco, però: cosa significa "non ho posto per farlo stare libero in giardino"?

[alepuffola]

Ciao Eleonora, benvenuta sul forum.
Dò per scontato che il gatto è sterilizzato, naturalmente, perchè diversamente è ovvio e normale che voglia uscire, sente il calore delle femmine e impedirglielo ti distruggerebbe casa.
Purtroppo penso sarà finito in gattile da gatto già randagio e abituato a vivere in giro, se è già sterilizzato ha mantenuto l'abitudine.
Il farlo uscire " rende onore alla libertà felina" ma purtroppo dal mio punto di vista ha diversi svantaggi:
- se non è vaccinato potrebbe facilmente beccarsi dagli altri randagi la FIV (aids felino) o la FeLV,(leucemia virale) due malattie non facili da tenere sotto controllo una volta comparsi i sintomi e per le quali non ci sono cure definitive.
- potrebbe finire sotto un'auto ed essere fortunato cavandosela solo con qualche frattura, il che vuol dire comunque 400-500 euro che partono come niente.
Nel caso peggiore ( che non è la morte) potrebbe rimanere paraplegico. Che, siccome ci sono passato di persona, non è esattamente la storiella raccontata con tanto trasporto da chi adotta un gatto già paraplegico e stabilizzato. Prima di arrivare alla stabilizzazione, oltre a volarsene via 1500 euro di cure, fra Tac e visite, passano 3-4 mesi nei quali, visto che rimarrà incontinente a vita, gli si deve cambiare il pannolino (vanno usati quelli per bambini e adattati) 3-4 volte al giorno, ogni cambio pulirlo e farlo mangiare nel suo box.
Se uno ha un lavoro da 8 ore al giorno, auguri.
Da quel box un bel giorno ovviamente uscirà da solo arrampicandosi e diventerà un gatto casalingo che tenterà di svolgere una vita normale camminando e arrampicandosi solo sulle zampe anteriori. A quel punto gli vanno applicate delle garze resistenti per non fargli sbucciare le zampe trascinate, garze cambiate ogni 2-3 giorni. La mia gatta, di 3 kg, dopo tre mesi saliva su un grattaoio di due metri di getto senza quasi fermarsi. Se è un gatto di 6-7 kg auguri ai mobili.
Un altro bel giorno però assai probabilmente deciderà che "ho il pannolino che mi protegge dal selciato e se posso salire sul grattatoio e sui mobili vuol dire che posso cavarmela anche fuori casa" e tenterà di uscire di casa.
A quel punto devi chiuderlo per forza o lo fai uscire lo stesso. Io non potevo chiuderla per ragioni logistiche e ogni tanto dovevo andare a cercarla in giro. Non si allontanava ma aveva il vizietto di riposarsi sotto le auto in sosta. Un giorno non ha fatto in tempo a uscire da sotto l'auto.

[Aletto]

Certo che le disgrazie non mancano mai, ma non le darei per assodate, i gatti liberi che stanno qui nel condominio sono ancora tutti vivi e anzi, giorni fa ne ho visto uno che non avevo mai visto.
Abito vicino ad una via consolare a scorrimento veloce, dall’altra parte più in giù ce n’è un’altra che arriva dal raccordo anulare e prosegue fino in centro.
Non vedo mai gatti spiaccicati, è anche vero che i gatti liberi di città hanno competenze diverse per la gestione del territorio.
Quanti omicidi e femminicidi ci sono in un anno?
Quanti incidenti stradali o sul posto di lavoro?
Quanti non ce ne sono?

Quanto ho penato da quando mia figlia ha cominciato ad usare il motorino?
Chi mi assicurava della sua maturità? della sua percezione dei pericoli?

Sono episodi gravissimi sia che riguardino l’essere umano che un altro animale.

[alepuffola]

Originariamente inviato da Aletto

Certo che le disgrazie non mancano mai, ma non le darei per assodate, i gatti liberi che stanno qui nel condominio sono ancora tutti vivi e anzi, giorni fa ne ho visto uno che non avevo mai visto.
Abito vicino ad una via consolare a scorrimento veloce, dall’altra parte più in giù ce n’è un’altra che arriva dal raccordo anulare e prosegue fino in centro.
Non vedo mai gatti spiaccicati, è anche vero che i gatti liberi di città hanno competenze diverse per la gestione del territorio.
Quanti omicidi e femminicidi ci sono in un anno?
Quanti incidenti stradali o sul posto di lavoro?
Quanti non ce ne sono?

Quanto ho penato da quando mia figlia ha cominciato ad usare il motorino?
Chi mi assicurava della sua maturità? della sua percezione dei pericoli?

Sono episodi gravissimi sia che riguardino l’essere umano che un altro animale.

Ale, io ho pensato fosse utile sottolineare una situazione a cui uno solitamente non pensa.
Troppo spesso c'è il luogo comune che " ok mi investono il gatto, pazienza, lo seppelisco e amen, almeno però ha fatto la vita da gatto". Questa, unitamente a quando si procurano solo qualche frattura alla mandibola, è una delle possibilità "fortunate".
Qualche volta invece il gatto si salva, ma rimane paraplegico, e in quel caso l'unica maniera per uscirne vivi entrambi, gatto e umano, è che l'umano possa dedicarcisi a tempo pieno per almeno i 3-4 mesi iniziali, e che soprattutto possa tirar fuori un paio di migliaia d'euro subito per spese veterinarie.
Se quando è successo a Liù ( che fra l'altro probabilmente non è stata investita ma bastonata da qualche ******) io non fossi stato temporaneamente inoccupato, avrei dovuto farla sopprimere, perchè a lavorare e accudirla nello stesso tempo sarei finito in esaurimento nervoso e d'altro canto qui non c'è nessuna realtà o associazione che si occupa di accudire gatti paraplegici.

[Aletto]

Originariamente inviato da alepuffola

Ale, io ho pensato fosse utile sottolineare una situazione a cui uno solitamente non pensa.
Troppo spesso c'è il luogo comune che " ok mi investono il gatto, pazienza, lo seppelisco e amen, almeno però ha fatto la vita da gatto". Questa, unitamente a quando si procurano solo qualche frattura alla mandibola, è una delle possibilità "fortunate".
Qualche volta invece il gatto si salva, ma rimane paraplegico, e in quel caso l'unica maniera per uscirne vivi entrambi, gatto e umano, è che l'umano possa dedicarcisi a tempo pieno per almeno i 3-4 mesi iniziali, e ho che soprattutto possa tirar fuori un paio di migliaia d'euro
S

Sì, è senz’altro non solo utile ma anche importante prevedere situazioni di quel tipo, ma mi chiedo: quale scriteriato pensa ok mi investono il gatto, pazienza lo seppellisco…
almeno avrà fatto una vita da gatto?
Sicuramente molti. Molti che non sanno cosa sia una vita da gatto -che non è quella di finire sotto una macchina o stare chiusi sperando che non se ne accorgano- e nemmeno cosa sia una vita in assoluto, neppure la propria.
A Berenice qualcuno aveva sfondato il diaframma probabilmente con un calcio perché il vet disse che era una lezione meccanica.

Temo sempre per i gatti perché qui volteggiano e si avvicinano sfacciatamente gabbiani grandi come loro se non di più, quando aprono le ali sono letteralmente il doppio loro. Inoltre ci sono le cornacchie. Di notte poi ci sono civette e gufi perché sto vicino ad un parco/riserva naturale. Sono predatori, tutti.
Vista la cospicua presenza da anni di cinghiali non mi stupirebbe di sentire voci attendibili sulla presenza di lupi.

Abito ai margini di un grande bosco di castagno, popolato da moltissimi uccelli notturni: gheppi, gufi, civette, e di giorno anche qualche falco pellegrino si fa vedere nei paraggi, tanto che i piccioni sono praticamente scomparsi, confinati alle prime balze della collina.
Gli abitanti "storici" della zona, piccoli agglomerati di palazzine di non più di due piani, mi hanno spiegato che gli uccelli notturni -che riempiono il silenzio della notte con i loro richiami- non osano avvicinarsi alle case (per via della luce, sostengono). Si sentono più al sicuro nell'oscurità del bosco. E infatti Averno, d'estate, dorme spesso tranquillamente sul balcone.
Questo, spero possa tranquillizzare Aletto per i suoi gatti.

[Aletto]

Originariamente inviato da leucio

….. infatti Averno, d'estate, dorme spesso tranquillamente sul balcone.
Questo, spero possa tranquillizzare Aletto per i suoi gatti.

Anche qui hanno già cominciato a dormire spesso fuori la notte con la buona stagione. In realtà non so se fanno andirivieni a mia insaputa.
Il falco pellegrino! È stato uno dei miei incontri ravvicinati col quale ho iniziato il mio articolo sulle emozioni, eravamo in quattro: il falco, il merlo, Volland ed io casualmente in pochi mq in terrazzo. Ci siamo guardati tutti e tre, il quarto (il merlo) ha approfittato per svignarsela dalla presa dell’incredulo falco. Volland stava per scattare. Io ho provato a perpetuare l’incontro restando immobile. Emozioni.

Poi, sapendo quali sono le prede di elezione per queste specie si ragiona meglio. Ma visti da vicino i gabbiani sono veramente grossi e sfacciati

Originariamente inviato da Aletto

Anche qui hanno già cominciato a dormire spesso fuori la notte con la buona stagione. In realtà non so se fanno andirivieni a mia insaputa.
Il falco pellegrino! È stato uno dei miei incontri ravvicinati col quale ho iniziato il mio articolo sulle emozioni, eravamo in quattro: il falco, il merlo, Volland ed io casualmente in pochi mq in terrazzo. Ci siamo guardati tutti e tre, il quarto (il merlo) ha approfittato per svignarsela dalla presa dell’incredulo falco. Volland stava per scattare. Io ho provato a perpetuare l’incontro restando immobile. Emozioni.

Poi, sapendo quali sono le prede di elezione per queste specie si ragiona meglio. Ma visti da vicino i gabbiani sono veramente grossi e sfacciati

Non ho avuto la fortuna di vedere un falco pellegrino così da vicino come è capitato a te, ma spesso li vedo cacciare sulla collina. Fanno ampi giri, poi si fermano quasi nell'aria e, improvvisamente, si gettano in picchiata nel folto della boscaglia, o in qualche campo coltivato più in basso. Sono incredibili...
Li ho sempre adorati. C'è stato un periodo, quando abitavo a Caserta, in cui pensavo seriamente di trasferirmi in un paesino, a due passi dalla collina di S. Silvestro (che incombe da lontano sulla Reggia), e che domina la valle del Volturno, prendere un casolare e viverci allevando un falco (proiezione paranoica nello stile del capitano Ultimo, dato il lavoro che facevo all'epoca).

Di gabbiani, grazie a dio, qui non se ne vedono molti. La zona è poco urbanizzata. Un paio di volte ho visto due o tre esemplari in ricognizione, e mi sono molto preoccupato anch'io. Ma fortunatamente hanno ritenuto che il posto non fosse così interessante: troppa poca spazzatura, e soprattutto troppa concorrenza.
Agli uccelli che citavi tu, qui vanno aggiunte come minimo le gazze (sono un'infinità) e le tortore, che Averno tenta disperatamente di acchiappare quando si avvicinano al balcone. Per non parlare dei barbagianni, che vivono in tutta l'area da qui al mare. Un mio amico, che ha una vigna che la sua famiglia conduce dal '600 sulla collina dello Scalandrone (la cresta del cratere nel cui fondo giace il lago d'Averno, e che affaccia sull'altro versante su Lucrino e il mare), ne ha recuperato un pullo in difficoltà nella vigna, l'ha curato e lo ha restituito al suo cielo.